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Brexit, ok del Parlamento europeo alla fase 2 dei negoziati

Brexit, ok del Parlamento europeo alla fase 2 dei negoziati

13 Dicembre 2017 0 Di Pietro Nigro

Brexit, il Parlamento europeo vota a larga maggioranza la risoluzione che raccomanda al Consiglio Ue di passare alla fase 2 dei negoziati.

Brexit, ok del Parlamento europeo: la fase 2 può iniziare

Dopo diversi giorni di discussioni anche accese, un punto fermo è stato messo nei futuri rapporti tra l’Europa e la Gran Bretagna dopo la Brexit: il Parlamento europeo ha approvato oggi, a larga maggioranza (556 favorevoli, 62 contrari e 68 astenuti), la risoluzione “sullo stato di avanzamento dei negoziati con il Regno Unito” che impegna il Consiglio europeo a procedere alla fase 2 dei negoziati con la Gran Bretagna. Domani, invece, i leader dell’Unione firmeranno l’accordo raggiunto la settimana scorsa dal primo ministro Theresa May e dal presidente della Commissione Jean-Claude Juncker nella prima fase dei colloqui, accordo noto come relazione congiunta.

Il presidente del Parlamento di Strasburgo, Antonio Tajani, ha salutato la votazione con toni molto favorevoli.

“Questo è un passo importante per noi e ci permetterà di passare alla seconda fase – ha detto Tajani in conferenza stampa dopo la votazione – Dobbiamo garantire che la relazione congiunta presentata la scorsa settimana sia tradotta in modo completo e fedele nella formulazione del trattato di uscita”.

“Voglio congratularmi con il nostro negoziatore Michel Barnier per questo risultato e sottolineare che i ventisette stati membri e le tre istituzioni hanno mostrato unità, trasparenza e senso dello scopo in questo delicato primo stadio. Vorrei anche ringraziare il Primo Ministro per il suo approccio costruttivo nel garantire l’accordo della scorsa settimana”.

Ora, dunque, sia la Commissione che il Parlamento hanno dato il loro ok ed hanno accettato le conclusioni e gli accordi fin qui raggiunti tra l’Unione e la Gran Bretagna nei tre settori chiave della trattativa: i diritti dei cittadini, la questione Irlanda del Nord e l’accordo finanziario legato all’uscita.

In particolare, sul tema Irlanda del Nord, sostanzialmente il governo di Theresa May sembra aver accettato un sostanziale compromesso sullo status quo, mentre sul tema dei costi della Brexit l’Esecutivo britannico ha ammorbidito i toni e di fatto ha accettato di mantenere gli impegni finanziari già presi.

Ciononostante, la via per trovare un accordo definitivo e soprattutto condiviso resta ancora piena di ostacoli. Il secondo round di trattative, infatti, si apre con l’eredità dei punti ancora controversi e “rimasti in sospeso” nel primo round, soprattutto per l’atteggiamento un po’ “recalcitrante” mostrato dai negoziatori britannici nei giorni scorsi.

Uno dei temi caldi, ad esempio, è quello dei diritti dei cittadini, che investe cioè la situazione degli europei che vivono in Gran Bretagna e dei britannici che vivono in Europa. Ad ora, alcuni dei loro fondamentali diritti sembrano sostanzialmente tutelati e protetti dagli accordi raggiunti, mentre non è ancora ben chiara la materia dei diritti minori. Ad esempio non è ancora stata fissata la eventuale gratuità della registrazione di residenza nel Regno Unito. Inoltre, ai cittadini britannici che vivono in Europa non è stata garantita la libertà di circolazione.

In tema di rapporti con l’Unione, poi, soltanto lunedì è stata scritta una bozza di accordo secondo cui la Gran Bretagna accetta di restare nell’Unione doganale e nel mercato comune fino alla fine della transizione, il che significa che Londra mantiene in vigore il diritto comunitario e la giurisdizione della Corte europea di Giustizia Al contempo resta inteso anche che la Gran Bretagna non manterrà alcuna rappresentanza all’interno delle istituzioni o delle agenzie europee né come Stato membro né come osservatore.

Antonio Tajani è stato eletto presidente del Parlamento europeo al quarto turno di ballottaggio il 17 gennaio 2017 (ph. Parlamento europeo).

Che, nonostante i progressi, ci sia ancora più di una controversia in sospeso viene testimoniato anche dalle parole di Tajani.

“La risoluzione approvata oggi illustra le nostre ultime preoccupazioni. Seguiremo da vicino, in particolare, le questioni relative ai diritti dei cittadini – compresa la procedura amministrativa stabilita nel Regno Unito per proteggere il loro status speciale – e la soluzione proposta per la questione dell’Irlanda del Nord”.

Tajani, tra l’altro, andrà domani ad illustrare la posizione del Parlamento europeo ai capi di Stato e di governo del Consiglio europeo, dove difenderà anche la prerogativa dell’Assemblea di Strasburgo sulla riforma in materia di asilo.

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