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Calenda e Pisapia, due generali senza esercito che possono frenare il recupero del Pd

Calenda e Pisapia, due generali senza esercito che possono frenare il recupero del Pd

09 Aprile 2019 0 Di Marino Marquardt

Nell’attesa che si aprano canali diplomatici tra Pd e M5s, nell’attesa che si sciolgano i nodi alla sinistra del Pd, operazione che possa consentire la nascita di un soggetto unitario tra le varie anime post-comuniste e nell’attesa che si chiarisca il rapporto tra Dem ed ex scissionisti, il nuovo capo del Nazareno Nicola Zingaretti – dopo aver concesso la metà del simbolo alla lista-ectoplasma del centrista Carlo Calenda – ha arruolato l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, architetto in occasione delle ultime elezioni politiche di un confuso Campo Progressista mai nato. Al di là dei bigliettini rispettivi da visita, si tratta – insomma – di generali senza esercito.

I Due saranno capilista alle Europee, si spartiranno il Nord

I due, Calenda e Pisapia, saranno i capilista al Nord nella lista unitaria promossa dal Pd – rispettivamente nelle Circoscrizioni Est e Ovest – alle elezioni Europee del 26 prossimo maggio. Saranno i portabandiera senza seguito del Centrosinistra Rosé

Intanto parla da padrone, Calenda. L’ultimo arrivato in casa Dem vorrebbe dettar legge. In nome di chi e in virtù di quale potere conferito per grazia ricevuta è mistero. Senza voti personali e imbottito di chiacchiere, Calenda è uno che fa pendant con l’ex Capo Scout Matteo Renzi. Entrambi sorridono al Centro. E non hanno capito che – come sostiene il filosofo Massimo Cacciari – lo scontro politico che si profila sarà radicale, le mezze misure non incanteranno più gli incazzati del nostro Paese e d’Europa.

 

Il Pariolino vuol dettare legge, sogna di poter “commissariare” Nicola Zingaretti attraverso il logo della sua Lista-ectoplasma inserita nel simbolo del Pd.

Vuol dettar legge, il saccente e presuntuoso Calenda, e,  – proposito di una eventuale alleanza con gli ex scissionisti – sentenzia: “Non li voglio dentro casa, ma riconoscano i valori del Manifesto Siamo europei”.  Roba da matti!

Nervi scoperti sui rapporti con la Sinistra e col M5s

Il tema della possibile alleanza con Mdp – insomma –  agita le acque in casa Pd. In merito nei giorni scorsi si è registrato un passo formale dal segretario, Zingaretti attraverso l’apertura alla presenza in lista di candidati nel 2014 a Strasburgo con il Partito democratico e passati poi con Mdp. In particolare, il nome più gettonato è quello dell’eurodeputato uscente Massimo Paolucci. Un’ipotesi che inquieta soprattutto l’area renziana. Ma sul tema – come detto – anche Calenda ha manifestato le sue perplessità e ha posto i suoi paletti. “Io penso che sia un errore candidare qualcuno di Mdp nelle lista Pd-Siamo Europei. Ma, se così deve essere, almeno vanno riconosciuti i valori e va sottoscritto il Manifesto, nel quale è dichiarato con chiarezza che non si persegue un’alleanza con M5S”, intima l’ex Ministro.

 

Sinistra e M5s – insomma – continuano ad essere gli incubi dei cosiddetti “moderati” del Pd. A questo punto o Zingaretti si libera della zavorra centrista o per il Pd non vi è speranza di uscire dal pantano nel quale gli stessi centristi l’hanno precipitato. Alzi la voce, Zingaretti, o rischia di fare la stessa fine che sta facendo Luigi Di Maio con Matteo Salvini! E rischia di fare allontanare nuovamente quanti si erano riavvicinati al Pd fidando in una svolta a Sinistra.

09/04/2019   h.08.30

 

 

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