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Caro energia sempre in primo piano.Da maggio si pensa alle piccole imprese

Caro energia sempre in primo piano.Da maggio si pensa alle piccole imprese

22 Aprile 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

LE PMI cuore pulsante dell’ economia italiana entrano in un programma di aiuti del governo. Si aspettano domande dalle imprese manifatturiere, al Sud più risorse che al Nord.

L’Italia ha una buona propensione al riciclo dei materiali nonostante il caro energia. La circolarità di prodotti usati nelle grandi filiere ha raggiunto livelli soddisfacenti rispetto agli standard europei. Ma tra un mese le cose potrebbero migliorare anche per le piccole imprese. Il Ministero dello Sviluppo economico ha stabilito, infatti, che dal 18 maggio le piccole e medie imprese potranno fare domanda per riorganizzare le produzioni con tecnologie 4.0. Per i progetti che arriveranno ci sono 678 milioni di euro garantiti dai fondi di coesione europei. Tra le piccole imprese che più hanno bisogno di innovare le lavorazioni ci sono le manifatturiere, peraltro molto svantaggiate in questo periodo a causa della guerra in Ucraina. Dobbiamo sostenere “l’ammodernamento tecnologico delle imprese italiane attraverso investimenti in progetti innovativi destinati a migliorare la sostenibilità energetica dei processi produttivi”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti.

Il riparto tra Nord e Sud

Il nuovo intervento si affianca a quelli del Ministero della transizione ecologica e delle Infrastrutture. Attenzione particolare viene data al Mezzogiorno dove sono già programmati investimenti per 47,6 miliardi per i prossimi dieci anni. Nel riparto del governo ora ci sono 428 milioni per Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. I finanziamenti per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta, Veneto, Umbria e Province Autonome di Bolzano e di Trento ammontano, invece, a circa 250 milioni. Nell’assegnazione c’è anche una quota del 25% a favore di micro imprese. Una misura che ha lo scopo di sollevare le imprese con pochi dipendenti o a conduzione familiare dal chiedere prestiti alle banche. I costi di energia restano, intanto, alti con effetti inflattivi sotto gli occhi di tutti. E di fronte al tema degli approvvigionamenti di materie prime, conseguenza della pandemia e del conflitto in Ucraina, per il governo bisogna aumentare il livello di efficientamento e di risparmio energetico per ridurre il costo delle bollette.

Il sostegno dei sindacati

Anche i sindacati sono del parere di non ritardare interventi strutturali sul sistema industriale. “La crisi energetica attuale – ha detto Walter Schiavella della Cgil – è sicuramente figlia della guerra in Ucraina, ma nello stesso tempo la precede, quando la fase post pandemia ha fatto schizzare i prezzi a causa della ripresa economica e quindi del fabbisogno di energia per produrre”. Il problema principale resta la diversificazione delle fonti cogliendo tutte le opportunità di questi mesi e incrementando il riciclo dei materiali contro il caro energia, in un sistema di economia circolare come sbocco finale. I provvedimenti economici in esame alla Camera e al Senato, per fortuna, hanno il deciso sostegno di Draghi che saprà farsi valere, a maggior ragione dopo aver ricevuto i primi 21 miliardi del PNRR.

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