Cerved: Calano i fallimenti, crescono le liquidazioni
13 Febbraio 2017Un calo dei fallimenti di imprese, ma al contempo un aumento di liquidazioni e concordati preventivi: è quanto registra l’osservatorio del Cerved nel 2016.
Prosegue il calo del numero dei fallimenti di imprese in Italia, che si accompagna, da un lato, ad un aumento delle liquidazioni, in particolare dei concordati preventivi, e dall’altro all’aumento delle chiusure di aziende in bonis. E’ quanto rileva l’Osservatorio dei fallimenti del Cerved sulla base dei dati del 2016.
Si è chiuso un anno sostanzialmente positivo, che prosegue e rafforza i miglioramenti già osservati nel 2015, con una riduzione più marcata di fallimenti e procedure concorsuali, che si diffonde a quasi tutte le regioni della Penisola – commenta Marco Nespolo, Amministratore delegato di Cerved – Non mancano però i segnali di attenzione: siamo ancora lontani dai valori fisiologici pre-crisi e l’aumento delle liquidazioni volontarie riflette infatti aspettative meno ottimistiche da parte degli imprenditori.
Dati che indicano anche le cifre assolute di questi fenomeni nel corso dell’anno scorso.
13.500 imprese fallite e 1.640 procedure concorsuali nel 2016
In particolare, 13,5 mila imprese fallite, in calo dell’8,5 per cento rispetto alle 14.700 del 2015, che già erano il 6,1 per cento in meno rispetto al massimo storico del 2014.
Miglioramento diffuso in tutte le tipologie di imprese (con le società di capitale che registrano un calo leggermente più marcato, l’8,5 per cento in meno), in tutti i settori economici (nell’edilizia 2.900 fallimenti, l’11,1 per cento in meno dsul 2015) e in tutta la Penisola, con la sola eccezione delle Isole, che registrano in vece un aumento dei fallimenti con tassi particolarmente negativi in Sardegna (+26 per cento).
E sono 1.640 le procedure concorsuali avviate nel 2016, il 35 per cento in meno dell’anno precedente, proseguendo dunque un calo che è iniziato nel 2013. Crollano in particolare i concordati preventivi avviati, che erano aumentati tra il 2011 e il 2013 per effetto della crisi e del nuovo “concordato in bianco”, per poi calare negli ultimi anni: dal 2015 al 2016 sono passati da 1.400 a 817 (-42 per cento), e di un quarto in meno rispetto al picco massimo registrato nel 2013 di 2.200 procedure.
La riduzione delle procedure non fallimentari ha coinvolto tutti i settori dell’economia, con cali del 37 per cento nell’industria e nelle costruzioni e del 32 per cento nei servizi. Dal punto di vista geografico si registrano tassi di riduzione tra il 35 per cento e il 38 per cento nel Centro-Nord e più bassi (-26 per cento) nel Sud e nelle Isole.
E calano anche le altre tipologie di procedure concorsuali, scese del 26 per cento tra 2015 e 2016.
Crescono di nuovo le liquidazioni volontarie in bonis
Ma le prospettive per il futuro, secondo molti imprenditori, devono essere comunque negative: lo lascia supporre il numero di liquidazioni volontarie di aziende in bonis, che nel 2016 sono tornate ad aumentare, 85 mila società, in aumento del 9,2 per cento rispetto al 2015. Il fenomeno è particolarmente sentito nel settore immobiliare, spinto da nuove norme che hanno reso più conveniente la liquidazione di queste imprese (+67 per cento, da 6.600 a 11,100).
Ma l’inversione di tendenza ha riguardato tutti i settori dell’economia e tutte le aree, con la sola eccezione del Mezzogiorno. L’incremento più consistente si registra nelle costruzioni (+6,6 per cento) e nei servizi (+5,5 per cento, al netto delle procedure delle società immobiliari), rispetto all’industria (+2,8 per cento). In tutti i settori il numero di liquidazioni risulta comunque inferiore rispetto al picco del 2013.
A livello geografico, l’aumento si concentra principalmente al Nord della Penisola, con tassi di crescita (al netto delle società immobiliari) compresi tra il 7 per cento e l’11 per cento, mentre è in flessione del 4 per cento nel Mezzogiorno.