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Champions dolce e amara per le italiane. Juve ok, Napoli da incubo!

Champions dolce e amara per le italiane. Juve ok, Napoli da incubo!

20 Ottobre 2016 0 Di Marco Martone

Due giorni dolce amara per le italiane in Champions league: la Juve soffre ma vince con il Lione, il Napoli perde 3-2 con il Besiktas.

Champions, la juve vince il Napoli no

Napoli e Juventus, i due volti della Champions. La due giorni relativa alla più prestigiosa delle competizioni europee ha regalato emozioni, amarezze, critiche e sogni infranti. Martedì i bianconeri hanno ottenuto una vittoria sofferta ma tutto sommato meritata contro il Lione.

La squadra di Allegri, in dieci per gran parte della gara, ha sfruttato la serata di gran vena di Buffon che ha risposto alle critiche di qualche buontempone del calcio, che si è permesso di mettere in dubbio la bravura di un autentico mostro sacro, solo per quell’errore in Nazionale.

Il numero uno della Juve, invece, ha parato tutto, compreso un calcio di rigore e ha trascinato la squadra al successo, giunto poi nel finale grazie al gran gol di Cuadrado.

La qualificazione è ancora da conquistare ma certo, dopo un avvio di girone un po’ titubante, per Higuain e soci il futuro prossimo sembra essere sempre più roseo.

Di tutt’altro genere la serata da incubo vissuta dal Napoli, al San Paolo, contro il Besiktas. È finita 3-2 per i turchi, al termine di una partita stregata per le occasioni sprecate, i tanti errori difensivi e le scelte della terna arbitrale.

La fortuna, insomma, non ha aiutato gli azzurri e questo è un dato di fatto. Gli arbitri non ne indovinano una e anche questa è una verità difficilmente confutabile, visto il gol in netto fuorigioco concesso al Besiktas nel finale e quello annullato, qualche minuto prima a Gabbiadini, forse regolare.

La squadra produce gioco ma perde per errori individuali e per episodi addirittura imbarazzanti, vedi il retro passaggio di Jorginho che manda in gol Aboubakar.

Detto questo, la sconfitta del Napoli deve necessariamente indurre a una serie di riflessioni, profonde, da parte del tecnico Sarri le cui scelte non hanno convinto del tutto.

A cominciare dalla rinuncia a Gabbiadini in partenza, a favore di un attacco formato da tre “piccoletti”, Insigne, Mertens e Callejon.

Neanche la gestione di Jorginho può lasciare indifferenti. Il giocatore italo-brasiliano è stanco, fisicamente ma soprattutto mentalmente e i pochi minuti giocati da Diawara, entrato nel secondo tempo, dimostrano che l’avvicendamento tra i due poteva essere fatto anche molto prima di quanto non abbia fatto il tecnico azzurro.

Poi c’è l’episodio del rigore sbagliato da Insigne, l’ultimo dei giocatori che avrebbe dovuto andare sul dischetto, in un momento così delicato della gara. Con un Mertens in serata di grazie, migliore in campo, e con lo scugnizzo di Frattamaggiore ancora alla ricerca di se stesso, l’allenatore avrebbe dovuto imporre il tiro al belga, anche per evitare quello che poi è purtroppo accaduto e cioè la profonda depressione per Insigne, uscito dal campo tra i fischi e le lacrime.

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