Clima: il Fondo sociale europeo aiuti i deboli
03 Ottobre 2024L’iniziativa dei socialisti europei per destinare i soldi delle emissioni inquinanti alle fase sociali deboli e alle piccole imprese. Parla Annalisa Corrado.
La transizione energetica rischia di creare nuove disuguaglianze. Se ne parla e forse mai abbastanza. L’attenzione sui costi per nuove fonti energetiche e tanto altro deve essere alta, per questo il Parlamento europeo se ne deve occupare. E stato creato il Fondo Sociale per il Clima; è una buona cosa, ma ha bisogno di fondi. Ieri se n’è parlato al Parlamento europeo per iniziativa del gruppo Socialisti e Democratici, secondo gruppo più numeroso. L’iniziativa è stata promossa da Annalisa Corrado, Responsabile per la conversione ecologica del Pd.
Il tema degli aiuti alle famiglie è stato legato alle aste per le emissioni di CO2, il sistema in base al quale le aziende che inquinano comprano quote di emissioni. Sono aziende non ancora in regola con gli impatti ambientali e, quindi, pagano per continuare a lavorare. Girano molti miliardi di euro su questo sistema ETS. I proventi delle aste per le quote di Co2 da trasporto stradale ed edifici alimenteranno, appunto, il Fondo Sociale Europeo per il Clima (FSC). La sua creazione vuole garantire una transizione ecologica equa e che non lasci indietro le fasce più vulnerabili della popolazione. E’ tutto in divenire e certamente nei prossimi mesi capiremo quale direzione si vuole prendere. Non è un segreto che il Parlamento europeo sta ancora scaldando i motori z che sulle questioni ambientali c’è divisione.
“I nuovi meccanismi di “emission trading” per l’abbattimento delle emissioni nei settori domestico e del trasporto (ETS2) che verranno introdotti dal 2027 devono essere associati alle politiche di supporto delle fasce più fragili della popolazione” spiega Corrado. È uno strumento di solidarietà, dove i fondi verranno assegnati agli Stati membri secondo una formula progressiva che deve considerare le loro necessità. Ma i governi devono avere idee chiare per ripartire i soldi. Inutile girare intorno bisogna preparare veri e propri Piani Climatici Sociali. La sinistra europea li propone e gli altri gruppi ? Gli Stati hanno tempo fino a giugno 2025 per presentare i Piani. Diciamo che devono essere concreti per distribuire i proventi del Fondo a famiglie, microimprese e a soggetti fragili. L’On. Corrado è stata molto chiara sul lavoro da qui a tre anni. In questo contesto, tutta l’Ue sta scontando l’aumento della povertà energetica e i Piani clima saranno una sfida cruciale per il futuro dell’Unione.
“Oggi disponiamo delle tecnologie per uscire dai combustibili fossili e per farlo in modo economicamente vantaggioso per tutti. La sfida è sostenere le fasce più esposte della società in questa transizione, con un utilizzo dedicato ed efficiente delle risorse”, sostiene Corrado. Se la sinistra è convinta di questo percorso ha l’occasione per riunire intorno a se milioni di persone e il mondo del lavoro che teme la transizione energetica. L’Italia, dove la politica è divisa su mille questioni, può diventare il Paese che sperimenta prima degli altri la redistribuzione dei soldi di chi inquina ? Domanda aperta.