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Colombia: Aereo dei calciatori, caduto per errore

Colombia: Aereo dei calciatori, caduto per errore

26 Dicembre 2016 0 Di Redazione In24

Colombia, le autorità non hanno dubbi: è caduto per errore umano, del pilota, della compagnia e delle autorità di controllo, il velivolo precipitato il mese scorso con 71 persone a bordo, tra cui la squadra di calcio brasiliana del Chapecoense.

Colombia, aereo dei calciatori caduto per errore

Sarebbero stati gli errori commessi dal pilota, sommati a quelli della compagnia aerea e anche a quelli delle autorità di controllo della Colombia a provocare la caduta dell’aereo dei calciatori in cui sono morte 71 persone. Un mese dopo la tragedia che ha colpito tutto il mondo, anche perché tra le vittime del disastro, a cui sono scampati solo un giornalista, due membri dell’equipaggio e due giocatori, c’è stata quasi tutta la squadra brasiliana di calcio del Chapecoense che si stava recando a Medellin per la finale di Coppa Sudamericana, arriva la spiegazione ufficiale dell’incidente.

A riferirla, il Segretario della Colombia per la sicurezza aerea, il colonnello Freddy Bonilla, nel corso di un incontro con i giornalisti che si è tenuto oggi in Colombia.

Stando alla ricostruzione, dunque, il velivolo della società di charter boliviana LaMia, diretto a Medellin, si è schiantato poco distante dall’aeroporto di arrivo. A provocare lo schianto, non una causa tecnica ma un errore commesso dal pilota, Miguel Quiroga, rimasto senza carburante perché non è riuscito a fare rifornimento durante il viaggio e che non ha segnalato le anomali del motore rimasto privo di benzina fino a che non era ormai troppo tardi.

Ma il pilota, che era anche comproprietario della compagnia ed è morto nello schianto, non è l’unico responsabile chiamato in causa, perché la tragedia sarebbe stata favorita anche dalle procedure gestionali ed amministrative della società, nonché dalle modalità con cui le autorità di controllo del volo organizzano e gestiscono i piani di volo dei velivoli.

Insomma, compagnia aerea ed autorità di controllo hanno accettato un piano di volo che comprendeva condizioni di volo “inaccettabili”. Il carburante in primis, insufficiente a percorrere l’intera tratta e per il quale non è stato previsto un rifornimento. Come se non bastasse, il velivolo, che ha volato con un sovraccarico di almeno 400 kilogrammi, non era nemmeno certificato per volare all’altitudine a cui ha effettivamente volato quel tragico giorno.

Quelle illustrate oggi sono le conclusioni preliminari delle indagini sulla tragedia effettuate dall’autorità colombiana, che già la scorsa settimana aveva puntato il dito contro il pilota del velivolo e contro la compagnia aerea LaMia, il cui amministratore delegato, Gustavo Vargas Gamboa, che ha negato ogni addebito, è stato intanto arrestato all’inizio di dicembre e sarà processato per omicidio colposo e per altri reati. A sua volta, anche il figlio, Gustavo Vargas Villegas, ex funzionario dell’autorità aeronautica boliviana, è stato a sua volta arrestato con l’accusa di aver abusato della sua posizione per far rilasciare la licenza di volo all’aereo che si è schiantato.

Quanto alle altre persone ritenute responsabili della tragedia, l’altro comproprietario della compagnia aerea LaMIa, Marco Antonio Rocha Benegas, sembrerebbe scomparso dalla circolazione, mentre Celia Castedo, responsabile del controllo di volo, è fuggito dalla Bolivia e sta cercando di ottenere asilo in Brasile.

Intanto, la tragedia mette in discussione l’intero sistema aeronautico della Bolivia. Per questo le autorità boliviane hanno assicurato che, pur trattandosi di un incidente isolato, il Governo ha intenzione di procedere in tempi rapidi ad implementare un nuovo sistema di sicurezza.

 

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