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Concorsi truccati all’università, arrestati 7 professori di diritto

Concorsi truccati all’università, arrestati 7 professori di diritto

25 Settembre 2017 0 Di Redazione In24

Inchiesta della Gdf sui concorsi truccati nelle università italiane: sette docenti arrestati per corruzione. Altri 22 prof interdetti.

Concorsi truccati, professori universitari arrestati

Una bufera investe i concorsi truccati all’università. Una inchiesta della Guardia di Finanza ha messo in luce un complesso giro di “combine” e di accordi tra professori universitari per favorire i rispettivi protetti.

L’inchiesta, partita dalla denuncia di un ricercatore che ha segnalato pressioni per non accettare la cattedra vinta, hanno portato oggi agli arresti domiciliari di sette professori universitari. Le ordinanze di custodia cautelare sono state disposte dal gip su richiesta dei pm di Firenze Luca Turco e Paolo Barlucchi. Altri 22 sono stati colpiti dalla misura dell’interdizione dalle funzioni di professore universitario e da quelle connesse ad ogni altro incarico accademico per 12 mesi. E l’inchiesta potrebbe avere ulteriori sviluppi, perché viene condotta in tutta Italia e coinvolge complessivamente 59 persone.

A far partire l’indagine, dunque, un ricercatore universitario, candidato al concorso per l’abilitazione scientifica nazionale all’insegnamento nel settore del diritto tributario. Lo studioso ha denunciato di aver ricevuto pressioni da altri professori perché ritirasse la sua candidatura, allo scopo di favorire un altro ricercatore, in possesso di un curriculum notevolmente inferiore. Addirittura, per convincerlo, gli sarebbe stato promesso che sarebbe stato ammesso all’abilitazione nella tornata successiva.

Tra i docenti accusati spicca il nome di Augusto Fantozzi, ex ministro e docente di diritto tributario. Sulla sua posizione, e su quella di altri sei indagati, il gip Antonio Pezzuti si è riservato la valutazione della misura interdittiva dalla professione dopo l’interrogatorio. Ma l’ex ministro, per il tramite del suo avvocato, ha negato di essere coinvolto nell’inchiesta. “Il professor Augusto Fantozzi è completamente e indubitabilmente estraneo ai fatti in contestazione – afferma l’avvocato Antonio D’Avirro – In primo luogo perché era già andato in pensione all’epoca degli avvenimenti oggetto di indagine. La sua integrità è altresì testimoniata da una limpida e unanimemente apprezzata carriera accademica”.

Gli arresti domiciliari sono stati disposti invece per Fabrizio Amatucci, docente alla Federico II di Napoli, Giuseppe Maria Cipolla (Università di Cassino), Adriano di Pietro (Università di Bologna), Alessandro Giovannini (Università di Siena), Valerio Ficari (Università di Roma 2), Giuseppe Zizzo (Università Carlo Cattaneo di Castellanza, Varese), Guglielmo Fransoni (Università di Foggia).

Le misure coercitive sono state disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Firenze Angelo Antonio Pezzuti su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore capo, Giuseppe Creazzo, a seguito delle indagini svolte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Firenze coordinate dal Procuratore aggiunto Luca Turco e dal sostituto Paolo Barlucchi.

Inoltre, questa mattina i finanzieri hanno eseguito oltre 150 perquisizioni domiciliari, recandosi in uffici pubblici, abitazioni private e studi professionali.

Secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza, dalle indagini emerge un articolato quadro di “accordi corruttivi sistematici” tra diversi professori universitari di diritto tributario. E in alcuni casi i professori partecipanti a questi accordi, in quanto componenti delle commissioni nazionali nominate dal Miur per rilasciare le abilitazioni su cui avvenivano gli accordi.

Per gli accordi i professori si sarebbero basati su “logiche di spartizione territoriale e di reciproci scambi di favori”, per soddisfare “interessi personali, professionali o associativi”. Insomma, accordi a tavolino tra illustri accademici per favorire i propri sodali e seguaci.

In una intercettazione, sempre secondo quanto riferito dalla Guardia di Finanza, si sente un docente universitario, che in vista di una di queste commissioni per l’abilitazione all’insegnamento del diritto tributario, dice che intende favorire il suo protetto contro il candidato favorito da un altro docente. E per farlo, avrebbe fatto ricorso ad una “chiamata alle armi” in cui avrebbe fatto valere tutto il suo peso e la sua influenza sui colleghi a lui vicini.

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