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Condono fiscale, si attende il provvedimento MEF. Meloni: “serve una nuova pace fiscale”

Condono fiscale, si attende il provvedimento MEF. Meloni: “serve una nuova pace fiscale”

10 Aprile 2021 0 Di Tommaso Corno

Nelle prossime settimane è atteso il decreto attuativo per il condono fiscale delle cartelle relative al 2000-2010. Critiche dall’opposizione, per Meloni le misure non sono sufficienti.

Condono fiscale, atteso nelle prossime settimane il decreto attuativo

Dopo aver fatto discutere a lungo sia l’opinione pubblica che il Consiglio dei Ministri, il tema del condono fiscale sembra essere uscito dai riflettori, ma rimane un argomento in continua evoluzione.

Lo stralcio delle cartelle esattoriali, seppur in maniera più limitata rispetto a quanto si ipotizzasse, si farà, ma resta da definire il come ed il quando. Un compito che spetta al Ministero dell’Economia e delle Finanze, chiamato ad emanare un decreto attuativo nelle prossime settimane contente le “regole” relative al condono fiscale.

In che modo si procederà all’annullamento? Quando verrà effettuato il condono e quando saranno eliminate le scritture patrimoniali dei creditori? Queste sono le domande alle quali il MEF deve dare una risposta, anche se alcune di queste potrebbero già essere conosciute. Sembrerebbe infatti che non vi sarà alcuna necessità di attivazione da parte dei debitori, e che l’Agenzia delle Entrate provvederà allo stralcio automatico delle cartelle in questione nel corso dell’inverno.

Con il DL Sostegni prorogati i termini per i saldi della pace fiscale 2020-21

Di sicuro, tuttavia, ad oggi è noto solamente lo scopo della misura: condonare le cartelle esattoriali relative al periodo 2000-2010 del valore massimo di 5.000 euro e dei soggetti debitori che, nel 2019, hanno dichiarato un reddito imponibile inferiore ai 30 mila euro.  Seguendo questi parametri, le cartelle soggette al condono fiscale sono circa 16 milioni, decisamente meno rispetto ai 61 milioni di cartelle stralciate previste dalla bozza del Decreto.

Si è passati così dal condono delle cartelle relative al periodo 2000-2015, che avrebbe alleggerito le giacenze del magazzino dell’Agenzia delle Entrate di circa un miliardo di euro – spostando così la concentrazione del lavoro sulle pratiche più attuali – a quello di circa un quarto delle cartelle previste inizialmente.

Nel frattempo, il condono fiscale introdotto dal Decreto Rilancio ha allungato ulteriormente i tempi per il saldo del conto della pace fiscale. L’insieme delle norme introdotte dal DL ha infatti prorogato le scadenze per i pagamenti delle rate relative alla rottamazione-ter per il 2020 ed il 2021 rispettivamente al 31 luglio ed al 30 novembre di quest’anno. A questi vanno aggiunti 5 giorni (lavorativi) di tolleranza, che fanno slittare ulteriormente le date ad inizio agosto ed inizio dicembre. Un beneficio del quale potranno fruire solamente i soggetti in regola con i pagamenti, cioè coloro che hanno rispettato i termini per il pagamento delle rate della rottamazione-ter e del saldo 2019.

Misure insufficienti per l’opposizione. Meloni: “Serve una pace fiscale reale”

Ma il dibattito non sembra essersi fermato, soprattutto in tema di pace fiscale. Nella giornata di martedì, i rappresentanti di Fratelli d’Italia sono scesi in piazza di fronte a Palazzo Chigi per consegnare al premier Mario Draghi una simbolica “busta”. La richiesta del partito guidato da Giorgia Meloni è quella di una pace fiscale ‘reale’.

“Non possono chiedere alle aziende che stanno chiudendo i battenti per le misure decise dal governo di saldare le cartelle esattoriali”, queste le parole della leader di FdI, che annuncia la presentazione di emendamenti al DL Sostegni per modificare i parametri relativi al condono fiscale ed al saldo delle cartelle.

Emendamenti che difficilmente faranno molta strada nelle Camere, considerando che il partito della Meloni si trova ad essere l’unico membro dell’opposizione, ma che potranno riaprire il dibattito sulle disposizioni del governo in materia fiscale.

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