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Corea del Nord: Putin, Trump e Xi Jinping divisi dalle sanzioni

Corea del Nord: Putin, Trump e Xi Jinping divisi dalle sanzioni

07 Settembre 2017 0 Di Pietro Nigro

Tutti i leader mondiali discutono le soluzioni per contenere la Corea del nord e risolvere la crisi provocata dai lanci di missili.

Corea del Nord, diplomazie al lavoro

Le maggiori diplomazie mondiali sono al lavoro per discutere le soluzioni migliori per frenare la escalation nucleare provocata dai ripetuti lanci di missili della Corea del Nord. Al centro delle discussioni le sanzioni economiche prospettate dal Consiglio di sicurezza dell’Onu, che includono l’alt alle forniture di petrolio a governo e alle Forze armate nordcoreane, il blocco delle esportazioni tessili e delle attività aeree di PyongYang, limitazioni al lavoro e ai viaggi dei cittadini nordcoreani all’estero,

Sanzioni che in qualche modo piacciono sia al presidente Usa Donald Trump, sia alla premier inglese Angela May, ma su cui Vladimir Putin e Xi JInping sembrano scettici

Vladimir Putin ha espresso le sue opinioni sulla crisi provocata dalla Corea del Nord all'Eastern Economic Forum di Vladivostok (ph. Tass/ V. Smirnov).

Vladimir Putin ha espresso le sue opinioni sulla crisi provocata dalla Corea del Nord all’Eastern Economic Forum di Vladivostok (ph. Tass/ V. Smirnov).

Il parziale “niet” di Putin è arrivato ieri, nel corso dell’Eastern Economic Forum, in corso a Vladivostok. Putin, che ha speso buona parte del Forum per discutere con il primo ministro della Corea del Sud Moon Jae-in e con il premier giapponese Shinzo Abe.

Putin, in particolare, ha negato che le sanzioni economiche di per se stesse siano sufficienti.

“Il programma missilistico e nucleare di Pyongyang è una violenta violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza dell’Onu – ha detto Putin –  compromette gli accordi non non proliferazione delle armi nucleari e crea una minaccia per la sicurezza dell’Asia nordorientale. Ma allo stesso tempo, è chiaro che è impossibile risolvere il problema della penisola coreana solo con sanzioni e minacce”, ha detto. Tra l’altro, secondo Putin, il blocco delle forniture energetiche danneggerebbe soprattutto la popolazione civile, e difficilmente farebbe cambiare atteggiamento ai governanti.

Putin, che ha annunciato un imminente incontro di delegazioni russe e nord coreane proprio al Forum, pensa proprio ad intensificare l’uso di strumenti politici e diplomatici.

Invece, il taglio delle forniture di petrolio russo e soprattutto cinese e la chiusura del gasdotto che dalla Russia arriva in Corea del nord è proprio la principale richiesta che la leader sud coreana Moon ha avanzato a Putin.

Attualmente, la Corea del Nord importa ogni anno 40mila tonnellate di petrolio greggio dalla Russia e 520 mila tonnellate di petrolio greggio, 96 mila tonnellate di benzina e 45 mila tonnellate di diesel dalla Cina.

 

Usa e Cina, trattative incorso

In realtà, è un vero e proprio cordone ombelicale quello che unisce la Corea del Nord alla Cina, e che permette la sopravvivenza di PyongYang. E qualsiasi decisione deve essere concordata con Pechino. Per questo, Donald Trump ha concordato con la premier britannica Angela May di proseguire ed intensificare nei prossimi giorni il dialogo diretto con il presidente cinese Xi Jinping.

La Cina, tra l’altro, insieme alla Russia, ha proposto un piano per “congelare la situazione”, in base al quale Usa e Corea del Sud dovrebbero sospendere le manovre militari in corso di fronte dell’Asia, nonché le forniture americane a Seul e a Tokio di sistemi d’arma, soprattutto tecnologie di difesa e rilevamento. A sua volta, la Corea del Nord dovrebbe sospendere i suoi test missilistici, che PyongYang considera vitali per assicurarsi strumenti di difesa e di deterrenza.

Piano che però, ad ora, non è stato neanche preso in considerazione dalle due parti, che tra l’altro non hanno mai concluso la Guerra di Corea del 1950-53 se non con un armistizio.

Inoltre, gli Usa stanno rafforzando il loro impegno – anche militare – in favore degli alleati, Corea del Sud e Giappone. Appena ieri il segretario della Difesa Usa, Jim Mattis, ha confermato ai suoi omologhi, il giapponese Itsunori Onodera e il sudcoreano Song Young-Moo, la ferrea volontà degli Usa di collaborare con i due partner per tutte le esigenze di difesa dei rispettivi interessi e territori contro la crescente e preoccupante minaccia nucleare nordcoreana, incluso il rafforzamento dei sistemi di difesa missilistici di Tokio e le forniture degli altri sistemi d’arma a Seul.

Nel corso della telefonata di ieri, il presidente cinese Xi Jinping ha ribadito a Donald Trump che la Cina continua a volere la denuclearizzazione della penisola coreana, ma risolvendo la questione attraverso i colloqui, una soluzione pacifica e il dialogo combinato con un insieme di misure globali.

Trump, dal canto suo, riconoscendo il ruolo decisivo della Cina, ha detto di voler intensificare la comunicazione con Pechino, peraltro già molto intensa sia in materia economica che diplomatica e di sicurezza, e rafforzare il coordinamento nei grandi affari internazionali e regionali.

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