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Così la Nato riorganizza i comandi, nel caso torni la Guerra Fredda

Così la Nato riorganizza i comandi, nel caso torni la Guerra Fredda

10 Maggio 2018 0 Di Pietro Nigro

La Nato crea due nuovi comandi negli Usa e in Germania per il controllo dell’Atlantico e gli spostamenti di truppe in Europa.

La Nato si riorganizza contro cyber crime, terrorismo e minacce dalla Russia

E’ passato inosservato quasi quanto una qualsiasi comunicazione di servizio il comunicato con cui il Pentagono ha reso noto che gli Usa sono disposti ad ospitare il nuovo Joint Force Command della Nato per l’Atlantico. Ma con l’annuncio dato la scorsa settimana dal Dipartimento della Difesa, inizia a prendere corpo la riorganizzazione della Nato per affrontare i nuovi ed eventuali scenari europei. Insomma, un deciso passo avanti a cui non è estranea la volontà di Donald Trump di rafforzare l’impegno comune per la sicurezza e la difesa di Europa e Nord America.

Al momento, la parte operativa della Struttura di Comando Nato (Ncs) fa capo al Comando Alleato per le Operazioni (Allied Command Operations), da cui dipendono il Quartier generale supremo (Shape) di Bruxelles e i due Joint Force Command di Brussnum (in Olanda) e di Napoli, oltre ai comandi tattici per aria, mare e terra (Germania, Regno Unito e Turchia) e ai centri di comando per le attività di studio e addestramento.
In totale, 33 comandi, in cui lavorano oltre 22 mila persone, messe a disposizione da tutti i 29 Paesi che fanno parte dell’Alleanza.

Ma a ottobre 2017 i ministri della Difesa Nato, in ossequio alle strategie rielaborate per fronteggiare le nuove minacce dei nostri giorni, che oltre al terrorismo e alla cyber sicurezza includono anche i più assertivi comportamenti della Russia, hanno deciso di potenziare la linea di comando.

Sul tema non esistono dichiarazioni ufficiali pubbliche, ma dopo l’ultimo vertice Nato di ottobre, il Wall Street Journal ha raccolto una indicativa dichiarazione del presidente del Nato Committee, il generale Petr Pavel.

“La struttura Nato era adeguata al tempo di pace – ha detto Pavel – ma presenta alcune carenze per i casi di crisi e soprattutto per eventuali conflitti. Queste carenze sono state identificate, ed abbiamo definito le nuove sfide da fronteggiare, come la guerra ibrida e le cyber minacce. Per questo apporteremo alcuni aggiustamenti alle nostre strutture”.

 

Due nuovi comandi in Usa e Germania

Aggiustamenti che partono dalla introduzione di altri due nuovi comandi (Joint Command).

Uno dovrebbe assicurare linee di comunicazione libere e sicure tra Europa e America nell’Atlantico e nel mare Artico, linee che potrebbero essere minacciate dal rinnovato impegno di Mosca nel potenziare le flotte sommergibili.

E l’altro dovrebbe migliorare i movimenti di truppe e materiali attraverso l’Europa, evidentemente nel caso dovesse scoppiare un conflitto terrestre sul versante orientale.

In totale, almeno altre mille, millecinquecento persone aggiunte alle 22 mila già operative nelle strutture di comando Nato.

Ebbene, la settimana scorsa, il Pentagono ha ufficialmente proposto di ospitare il primo dei due nuovi comandi, quello per l’Atlantico, nella base navale di Norfolk, in Virginia.

Per il Joint Support and Enabling Command, che avrà funzioni più spiccatamente logistiche, si è fatta invece avanti la Germania, che dovrebbe dunque garantire la velocità di spostamento di truppe e materiali in caso di invasioni dalla Russia.

Ora si attende che le due proposte vengano discusse ed approvate dal Consiglio della Nato, che si terrà a giugno e che dovrà decidere, in definitiva se procedere con un riassetto della Nato che fa presagire quasi un ritorno agli scenari della Guerra Fredda.

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