Così l’antifascismo militante aiuta l’ascesa di Salvini
11 Maggio 2019Quanto più l’attuale Antifascismo lancia allarmi contro l’inesistente Fascismo, tanto più trasforma Salvini in martire agli occhi della maggioranza silenziosa.
Un sano allarmismo antifascista e il libro su Salvini diventa best seller
Il continuo “allarmismo antifascista“, oltre che diretto contro una inesistente deriva fascista che si pretende sarebbe in corso in Italia, serve solo a fare un immenso regalo a Salvini: assicurargli il favore della maggioranza silenziosa.
Prendiamo il caso che ha tenuto banco per oltre dieci giorni sulle cronache nazionali: i tanti “antifascisti militanti” in servizio e a riposo che circolano in Italia hanno scatenato un’iradiddio contro la presenza di un editore “fascista” alla Fiera del Libro di Torino.
Dieci giorni di “allarmismo antifascista“, appunto, che hanno regalato una colossale notorietà ad uno che probabilmente fino alla settimana scorsa faceva i salti mortali per stampare e vendere dieci libri di “destra”, come quello su Sergio Ramelli, il quattordicenne iscritto del Fronte della Gioventù ucciso a sprangate a Roma negli anni Settanta.
Con il risultato che il libro oggetto delle polemiche, che per la cronaca è una qualsiasi intervista scritta da una giornalista al vice premier Matteo Salvini e che i librai di Feltrinelli vorrebbero togliere dai loro scaffali, è diventato in pochi giorni un best seller da migliaia di copie vendute, soprattutto on line. Cosa che l’editore Altaforte e l’autrice Chiara Giannini mai e poi mai si sarebbero mai sognati di ottenere e per cui sentitamente ringraziano i corifei dell’antifascismo.
Non c’è vero Fascismo e non c’è nemmeno vero Antifascismo
Chi vi scrive è convinto che, come non esiste oggi in Italia un vero pericolo “fascista”, non esiste nemmeno un vero Antifascismo serio e consapevole.
E’ vero che almeno dall’estate del 2017, poi per tutta la campagna elettorale fino al 2018 e nei mesi a venire si registrano frequenti manifestazioni di “allarmismo anitfascista“.
E sembra sempre più spesso che qualcuno ha le allucinazioni e crede di vedere “manipoli di camicie nere” che starebbero per marciare sui Fori Imperiali, sfilare nelle periferie e davanti ai campi Rom e ora bivaccare nel “salottino radical-chic” del libro di Torino.
Ma si tratta solo di una ben precisa strategia, orchestrata da qualche maitre-a-penser sessantottino reso orfano del potere dall’avvento al governo di Lega e Cinquestelle, e diretta esclusivamente a contrastare l’affermazione di Matteo Salvini con la sua demonizzazione. Strategia che è talmente malamente orchestrata che finisce per raggiungere lo scopo contrario e aiutare il leader leghista invece che danneggiarlo.
Insomma, chi è stato cacciato fuori dai salotti del potere e del governo, non avendo alcuna opportunità per inciuciare con gli attuali gestori del potere né prospettive immediate di rioccupare i posti che contano, causa agonia elettorale soprattutto del Partito Democratico ma anche di Forza Italia, non riesce a fare altro che gridare “al lupo al lupo” e demonizzare il nemico.
Strategia diretta prima contro i Cinquestelle, poi contro Salvini
In un primo tempo, questa strategia, condotta ad ogni livello con le dichiarazioni dei politici, con i salotti televisivi e con articoli e servizi giornalistici di ogni genere, era rivolta soprattutto contro gli inattesi parvenu della politica italiana, quei Cinquestelle che nel giro di un paio di tornate elettorali sono arrivati addirittura al 40 per cento e quindi al Governo.
Alla prova dei fatti di governo, però, “i ragazzi scappati di casa” si sono rivelati abbastanza impreparati ed ingenui e rischiano di incartarsi da soli, come dimostrano gli insuccessi elettorali regionali nonché i tanti errori commessi da quando stanno al governo.
Il vero pericolo, invece, per costoro, starebbe nella Lega che Salvini ha portato in pochi anni dalla morte clinica in qualche ospedale del nord alla piena vitalità in ogni angolo d’Italia e che vince alle elezioni regionali, cresce nei sondaggi, e molti pensano che potrebbe addirittura dilagare alle prossime elezioni Europee.
Inoltre, Salvini si è rivelato abile ad usare sapientemente quegli stessi strumenti di marketing, populismo e demagogia che anche tutti gli altri cercano invano di usare.
Così facendo, sta perfino rastrellando simpatizzanti, attivisti e votanti, che sono identificabili come “di destra”, e che per vari motivi sono “delusi” dal Movimento Cinquestelle.
Ma soprattutto, calcando i toni su certi temi, Salvini sta scavalcando sia Fratelli d’Italia che Forza Italia per andare a intercettare direttamente – e in prima persona – il consenso di attivisti, politici e soprattutto votanti di destra e di centro destra.
Lo “squadrismo antifascista” spaventa la “maggioranza silenziosa”
E poiché questo “allargamento a destra” sta andando a gonfie vele e dà i suoi frutti, soprattutto in termini elettorali, ecco che è ripartita, ancor più virulenta e spesso anche isterica e scomposta, la strategia della demonizzazione. E si è rimesso in moto quell’Antifascismo militante che, in mancanza assoluta di un vero Fascismo, non può che essere patetico e poco credibile.
Nonché controproducente.
Perché questo “squadrismo” Antifascista, la “caccia all’Uomo nero” che qualcuno ha lanciato, che si accanisce così tanto contro libri ed editori, che vede “fascisti” praticamente dappertutto, che manda idealmente al rogo i libri e i loro autori, che rispolvera gli inesistenti reati di apologia o peggio di iorganizzazione del Partito Fascista, che saluta ad ogni piè sospinto il vicepremier come il novello “duce”, a Salvini sta facendo un grande piacere.
Perché, e in Italia lo abbiamo già visto nei decenni scorsi, più la Sinistra manifesta e si manifesta aggressiva e violenta, più la “maggioranza silenziosa“, di cui il conduttorte della Zanzara David Parenzo si vorrebbe indebitamente appropriare, si spaventa e “solidarizza” con la “vittima”. Comprando il libro dell’editore Altaforte nel silenzio del negozio on line, e votando per Salvini nel chiuso della cabina elettorale.