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COVID-19, un nemico invisibile. Il giorno dopo 

COVID-19, un nemico invisibile. Il giorno dopo 

04 Maggio 2020 0 Di Vittorio Zenardi

Oggi 4 maggio  avrà inizio la  tanto attesa ma anche tanto temuta Fase 2 e poi ci sarà la Fase 3, quella del “liberi  tutti”, che tutti noi ci auguriamo arrivi presto.

Quando tutto sarà passato e il virus sarà stato sconfitto, rimarrà il ricordo che ognuno di noi si porterà dentro di questo periodo totalmente inatteso, tragico e difficile da dimenticare.

Gli statunitensi ricorderanno che il Covid-19 ha fatto più vittime del Vietnam  portandosi via anche tanti reduci di quella guerra.

Gli inglesi ricorderanno  che  il coronavirus ha spento l’euforia del partito “dell’uscita dall’eurozona”   subito dopo  averla conquistata,  mentre i favorevoli a  restare  nell’UE non hanno avuto nemmeno il tempo di preoccuparsi dei nuovi confini politici/economici.

I complottisti americani continueranno a sostenere che il virus è stato creato in laboratorio dai cinesi e poi,  sfuggito ai controlli, si è diffuso in tutto il pianeta, dando via alla più grande pandemia del 21° secolo. Certo ci saranno ancora altre pandemie se non cambieremo le nostre  abitudini e il nostro modo di vivere, ma  per ora il coronavirus ha sicuramente il triste primato.

I complottisti cinesi  sosterranno sempre che sono stati gli americani a portare il virus in Cina.

Tutti gli altri rimarranno con il dubbio e sospireranno che  tanto la  verità non verrà mai a galla: troppi gli interessi in gioco, troppo pericoloso ammettere scomode verità.

Le più  grandi  multinazionali di prodotti farmaceutici  ci propineranno per decenni vaccini costosi ricordandoci sempre che  il rischio pandemia è nascosto dietro ogni angolo, anche se saranno ben consapevoli che difficilmente potranno vaccinarci da nuovi virus  che verranno e che non conoscono ancora.

Tutti i sistemi   economici  e finanziari  di tutti i Paesi saranno   impegnati  a ripartire per primi, anche correndo qualche rischio, per non dare spazio ai concorrenti, per  non perdere quote di mercato.

I credenti di tutte le religioni  potranno dire a ragion veduta che la fine del mondo è vicina  e che tutto era stato già scritto.

Gli agnostici saranno impegnati  nella razionale verifica di quanto accaduto, astenendosi dal dare giudizi  affrettati.

Gli ambientalisti avranno molte frecce in più da scagliare contro un impero economico-finanziario che probabilmente non sarà disposto,  nemmeno dopo il coronavirus,  a rivedere il modello di vita basato sulla totale libera concorrenza, libertà di consumi, libero sfruttamento delle risorse.

I vegani, più dei vegetariani, avranno  maggiori ragioni nel sostenere che abbattere le foreste per creare praterie,  indispensabili per  allevare sempre più animali,  non può far altro che peggiorare la situazione.

Molti di noi continueranno a pensare che essendo come gocce in un mare  spesso tempestoso, non è poi cosi importante rivedere  il proprio stile di vita per contribuire a salvare  il nostro bellissimo ma sfruttatissimo   pianeta.

Ma allora questa Pandemia sarà stata inutile?  A parte il gran numero di decessi, non è servita a  farci  riflettere sui nostri errori e a spingerci verso un miglioramento?

Difficile prevedere quanto il buonsenso che risiede in ognuno di noi  potrà prevalere sul nostro opposto  che non sa e non vuole rinunciare a nulla.

Il dopo coronavirus è una occasione unica per tutti noi per ripartire,  ma non da dove avevamo lasciato il mondo senza alcuna autocritica, senza avviare un  “New Deal” di un sistema economico a misura di tutti gli essere viventi, non solo di noi “sapiens”.

La tecnologia e il digitale  hanno un ruolo fondamentale anche e soprattutto nel dopo coronavirus, ma solo   se saranno   indirizzati  a migliorare per una volta il modo di vivere del pianeta terra, prima, e poi  di riflesso anche  degli essere viventi e, tra questi, di noi “sapiens”.

La ripartenza dopo il covid-19 è davvero una occasione unica o anche una delle ultime che abbiamo a disposizione?

E’ difficile dare una risposta assoluta ma per il rispetto che dovremmo avere per i nostri figli e per le generazioni che verranno, abbiamo il dovere di provarci con tutte le nostre forze  e  sfruttare questa occasione.

Pensiamo all’innovazione tecnologica e al digitale applicati  ai settori dell’energia, dei trasporti, al settore agroalimentare, all’industria: si può innovare per ridurre gli sprechi e per ridurre  i nostri fabbisogni restituendo in parte quando abbiamo sottratto  al pianeta   in modo incontrollato.

Si può mantenere invariata la logica del profitto, del libero mercato  se lo si indirizza con nuove regole e nuovi programmi verso una “green e digital economy”.

Probabilmente potremo anche scoprire che si può vivere bene, lavorando  anche di meno.

Si può proseguire nella costruzione di strade e ponti ma utilizzando i  materiali  più durevoli e meno impattanti per l’ambiente. Si possono realizzare “smart roads” con   tecnologie digitale e sensori   per migliorare la gestione del traffico  e della  sicurezza.

Si può ripensare alla  mobilità  urbana e metropolitana  privilegiando piste ciclabili, percorsi pedonali, migliorando la rete dei trasporti  fino ad offrire   un  vero  sistema di MaaS  (Mobility as a Service) e offrire agli utenti esperienze di viaggio tali da non sentire il bisogno di muoversi  con la propria auto, almeno nel circuito cittadino.

La  Mobility as a Service presuppone la creazione di innovativi trip Planner multimodali, di un grande piano di mobilità urbana, di App personalizzate per gli utenti, di  nuove offerte commerciali integrate.

Si può progettare  un nuovo sistema agroalimentare rivolto ad un maggiore rispetto dell’ambiente e ad una migliore educazione alimentare.

Si potrebbe continuare all’infinito ma, soprattutto, dovremmo pensare che ognuno di noi è un importante ed insostituibile “stakeholder” del sistema pianeta: sta a ciascuno di noi decidere se  avere un approccio  positivo o negativo.

Il pianeta è un grande  e meraviglioso programma, a ciascuno di noi spetta il compito di influenzare positivamente  il  suo piano di evoluzione.

di Vito Coviello, socio AIDR, Responsabile Osservatorio tecnologie digitali nel settore dei trasporti  e della logistica

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