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Diritti: le donne rileggono la Costituzione

Diritti: le donne rileggono la Costituzione

12 Marzo 2025 Off Di Nunzio Ingiusto

Dopo l’8 marzo e l’invito del Presidente della Repubblica incontri sui diritti sanciti nella Costituzione.

In occasione dell’8 marzo abbiamo sentito forte la voce delle donne per non fare di quella giornata un evento celebrativo una sola volta l’anno. Tra i temi riproposti nelle piazze e nei dibattiti è riemerso quello della partecipazione alla vita democratica. In centinaia di Paesi le donne sono tuttora prive di diritti primari che, viceversa, ne aiuterebbero l’emancipazione. La storia “maestra di vita” ha dimostrato come la presenza femminile nelle società avanzate si traduca in vigore e crescita civile per tutti. Nel consesso internazionale l’Italia è tra i Paesi che nel dopoguerra ha sfidato e sconfitto il pregiudizio della rappresentanza femminile nelle istituzioni, riconoscendo loro il diritto di voto. C’è, tuttavia, ancora la necessità di promuovere “una cultura di effettiva parità sradicando stereotipi, pregiudizi e abitudini consolidate” ha ricordato il Presidente Sergio Mattarella. L’8 marzo, in altre parole, deve avere dignità tutti i giorni. Ogni luogo che tiene vivo il dibattito è, dunque, da rispettare, affinché memoria e futuro si incrocino. E la memoria più forte per una democrazia matura va ricercata nelle donne che collaborarono alla stesura della Costituzione.

Non solo un ricordo

Siamo andati a cercarli quei luoghi di dibattito e con piacere abbiamo scoperto che il Centro Giorgio La Pira di Pomigliano d’Arco – a noi molto caro – organizza una serata “Sul senso della democrazia: la narrazione delle madri Costituenti”. Lo fa cinque giorni dopo la giornata delle donne – giovedi 13 marzo ore 17,30- a cura di Clelia Politano, docente di storia e filosofia, con la partecipazione di Maria Cerrato, avvocato e Caterina De Falco, docente di lettere e Presidente del Centro La Pira. Un incontro vivo che prenderà le mosse dalle parole più significative pronunciate da quelle Madri Costituenti e con gli studenti del Liceo Scientifico V. Imbriani a leggere estratti dei discorsi parlamentari.

Le parole che saranno declamate sono quelle che hanno tracciato un percorso di emancipazione e di genere in Italia. Parole, in verità, poco logorate dagli anni se ancora oggi vengono gridate nei cortei dalle nostre figlie e nipoti. Ma vanno proposte e riproposte per essere lasciate in eredità alle generazioni future. Anche dagli uomini. Il contesto dell’incontro è quello del giugno del 1946, quando le donne italiane votarono per la prima volta. All’Assemblea costituente ne entrarono 21 tutte diverse per estrazione sociale, formazione politica, età. Per consentire la partecipazione al voto a marzo dello steso anno fu approvato un decreto legge che riconosceva l’elettorato passivo all’età di 25 anni. Fu un passo avanti decisivo anche se “i partiti nell’imminente consultazione per la Costituente presentarono ancora un numero abbastanza limitato di candidature femminili ”ricorda la professoressa Politano. In totale furono 226: 68 per il Partito Comunista, 29 per la Democrazia Cristiana, 16 per il Partito Socialista, 14 per il Partito d’Azione, 8 per l’Unione Democratica Nazionale, 7 per il Fronte per l’Uomo Qualunque, 84 in altre liste. I nomi più rappresentativi saranno ricordati domani sera: Adele Bei, Nadia Gallico Spano, Nilde Iotti, Teresa Mattei, Angiola Minelli, Rita Montagnana, Teresa Noce, Elettra Pollastrini Maria Maddalena Rossi, Laura Bianchini, Elisabetta Conci, Filomena Delli Castelli, Maria De Unterrichter, Maria Federici, Angela Gotelli, Angela Maria Guidi Cingolani, Maria Nicotra, Vittoria Titomanlio Bianca Bianchi, Lina Merlin, Ottavia Penna. Ma tutte si impegnarono per la preparazione della Carta Costituzionale. “ Al conseguimento di questo storico risultato – aggiunge Politano- ci fu la coralità dell’impegno delle donne nelle città occupate e devastate dalla guerra, nei campi di prigionia e negli insediamenti produttivi e il ruolo da loro svolto nella Resistenza”.

Un cammino da riprendere

Il 2 giugno 1946 gli italiani parteciparono al referendum tra Monarchia e Repubblica e la nascita della Repubblica con la Costituzione stabilì principi fondamentali sull’uguaglianza, sulla famiglia, sul lavoro. Il voto aprì la strada per successive affermazioni, che hanno cambiato la storia italiana, sebbene originate da contrapposizioni ideologiche. Quell’impegno femminile del dopoguerra  purtroppo, resta confinato nei libri di storia, finché non ci si pone il problema di come diffonderlo in particolare  in una fase tormentata del dibattito politico.Gli uomini delle istituzioni, del resto, che l’8 marzo omaggiano le donne in mille modi, si sforzano poco di riprendere quella testimonianza che arrivava da anni  di sopraffazioni. “Una significativa testimonianza di quell’impegno si ritrova nelle proposte di emendamenti sottoscritte dalle donne sul Progetto di Costituzione ” ci ricorda Politano. Si ci fu un’attenzione particolare sui diversi profili delle pari opportunità, sulla parità di accesso agli uffici pubblici o alle cariche elettive, sulle tutele giuridiche, di cui parlerà Maria Cerrato. Furono atti sottoscritti dalle deputate appartenenti a diversi schieramenti politici che bisognerebbe studiare per fermare dispute deleterie. L’attualità, purtroppo, contraddice quella storia gloriosa e affascinante che, nonostante tutto, ha distinto l’Italia da molti Paesi nel mondo. Ma il cammino va ripreso.

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