
Dolci affari: Ferrero compra caramelle e barrette da Nestlé
17 Gennaio 2018Un dolce accordo è stato siglato tra Nestlé e Ferrero: barrette energetiche e caramelle della società svizzera passano ad Alba. E’ la prima acquisizione per il gruppo della Nutella.
Dolci accordi: caramelle e barrette Nestlé passano alla Ferrero
Con la Nutella, i Rocher, i Mon cheri e le caramelle Tic Tac, il gruppo Ferrero è diventato grande, con una strategia di “crescita organica”, comesi dice in gergo che l’ha portata ad espandersi gradualmente, mercato dopo mercato. Ora, invece, il gruppo avvia una strategia di acquisizioni comprando dalla svizzera Nestlè il ramo Usa che produce caramelle, snack e barrette di cioccolata, tra cui il famoso snack Crunch.
L’accordo, di cui si vocifera da diversi giorni, è stato appena chiuso (e sarà finalizzato entro fine marzo), dopo che la Ferrero ha battuto l’agguerrita concorrenza di altri importanti competitor mondiali. Il gruppo svizzero, guidato da Mark Schneider, infatti ha accettato di vendere a Ferrero, per 2,8 miliardi di dollari, 2,3 miliardi di euro, il suo ramo cioccolata negli Usa, che fattura 900 milioni di dollari all’anno.
Non è molto, in termini percentuali, perché le attività cedute a Ferrero sono solo l’1 per cento del totale di attività di Nestlé, ma sono molto significative.
Si tratta in pratica del primo trattamento della cura Schneider, la strategia con cui il nuovo amministratore intende rilanciare il gruppo svizzero smarcandolo sempre più dai cibi “spazzatura” e dai prodotti grassi e zuccherati, per puntare su “nutrizione, salute e benessere”.
Così, dopo aver messo il ramo gelati in una joint venture, è stata la volta di BabyRuth, Butterfinger e Crunch, barrette di cioccolato che i consumatori Usa stanno da tempo abbandonando a favore di spuntini più sani e marchi ritenuti più buoni come la Lindt.
Gli Stati Uniti rappresentano quasi il 19 per cento del mercato globale del cioccolato, che al dettaglio vale 102,3 miliardi di dollari ma che diventato sempre più competitivo per l’affacciarsi di nuovi produttori. Da anni Nestlé sta perdendo quote di mercato, e perfino la Lindt nel 2017 ha accusato di aver avuto ua espansione delle vendite di appena il 3,7 per cento, a fronte di aspettative a lungo termine del 6-8 per cento. Di qui la decisione di Nestlé di uscire dal mercato.
E a breve anche le caramelle potrebbero avere lo stesso destino, una joint venture con la Hershey, che già possiede il marchio Kitkat negli Usa, così come a breve saranno vendute le barrette di cioccolata australiane Violet Crumble.
Al loro posto, vitamine e integratori alimentari, che sono un settore considerato molto più promettente, con una forte crescita e margini più elevati. Per questo Nestlé ha pagato 2,3 miliardi di dollari per comprare le vitamine di Atrium, che valgono circa 700 milioni di dollari di fatturato annuo.
Ferrero al terzo posto nel mercato Usa
A sua volta, Ferrero, che nelle trattative è stata assistita da Credit Suisse e Lazard, acquisisce in un colpo solo una importante presenza sul mercato americano. Il gruppo di Alba, tra l’altro, ha già comprato nell’ottobre scorso Ferrara Candy, il produttore di Lemonheads e RedHots, per circa 1,3 miliardi di dollari, e a marzo il produttore di cioccolata di Chicago Fannie May a marzo dell’anno scorso. Ora, si candida a diventare il terzo produttore statunitense di prodotti dolciari confezionati dopo Mars e Hershey, gruppoquest’ultimo che secondo il Financial Times è quello che più ha ostacolato l’accordo perché preoccupato dalla crescente presenza di Ferrero nel mercato nordamericano
Il presidente esecutivo Giovanni Ferrero ha dichiarato che dopo l’acquisizione il Gruppo Ferrero “avrà una scala sostanzialmente maggiore e un’offerta più ampia di prodotti di alta qualità”.
Ferrero, che ha 22 siti di produzione e 30 mila dipendenti in tutto il mondo, negli ultimi dieci anni ha più che raddoppiato il suo fatturato, arrivato a oltre 10 miliardi di euro, e diventando il quarto produttore mondiale di prodotti dolciari.
Già nel 2014 ha acquisito Oltan, gruppo turco specializzato in nocciole, e il cioccolatiere britannico Thornton’s prima di iniziare la sua offensiva negli Stati Uniti.
Questa strategia di acqusizioni rappresenta un taglio netto con il passato. Per tutta la vita del fondatore, Michele Ferrero, morto nel 2012 a 89 anni, il gruppo ha sempre preferito una espansione organica. Il suo successore, il secondogenito Giovanni, diventato presidente dopo la morte del fratello Pietro nel 2011, sta invece trasformando l’azienda in un grande gruppo, simile appunto alla Nestlé e alla Unilever, e sta aggredendo proprio il mercato degli snack che altri produttori come Nestlé vogliono lasciare.