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E’ morto Bernardo Bertolucci, maestro del Cinema italiano

E’ morto Bernardo Bertolucci, maestro del Cinema italiano

26 Novembre 2018 0 Di Francesca Pierpaoli

Il maestro e regista Bernardo Bertolucci si è spento all’età di 77 anni questa mattina nella sua casa di Roma.

Riconosciuto come indiscusso maestro del cinema e amato a livello internazionale, Bertolucci ha diretto film memorabili, come ‘Ultimo tango a Parigi‘, ‘Il Conformista‘, ‘Novecento‘ e ‘L’ultimo imperatore‘, del 1987, che si aggiudica ben nove premi Oscar, tra cui quelli per il miglior film e la migliore regia. Tre anni dopo gira in Marocco il film Il tè nel deserto (1990), tratto da un romanzo di Paul Bowles, mentre nel 1993 è la volta del Piccolo Buddha con Keanu Reeves, ambientato in Nepal e negli Stati Uniti.

Nel 2007 riceve il Leone d’oro alla carriera alla 64esima Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia e nel 2011 la Palma d’Oro onoraria al 64esimo festival di Cannes. Nel 2012 gira la trasposizione cinematografica del romanzo Io e te di Niccolò Ammaniti, conservando il titolo Io e te.

Per Bertolucci la grande fama arriva nel 1972, con lo scandaloso ‘Utimo tango a Parigi‘, un film che ha segnato un’epoca. Interpretata da Marlon Brando e Maria Schneider, Jean-Pierre Léaud e Massimo Girotti, la pellicola riscuote un successo a livello internazionale, trattando il sesso e la trasgressione come uniche risposte possibili al conformismo del mondo circostante. Il film ha causato una lunga e tormentata battaglia con la censura, a causa della scabrosità di alcune scene.

Il gusto del bello e della provocazione

Nato a Parma e rimasto sempre molto legato alla sua città, Bertolucci era figlio del poeta Attilio e inizia la sua attività come aiuto regista di Pier Paolo Pasolini. Cineasta appassionato, molto legato ai suoi collaboratori (dal montatore Kim Arcalli, al fotografo Vittorio Storaro, alla costumista Gabriella Pescucci), grande estimatore del senso del bello e del lirico, Bertolucci ha voluto esprimere attraverso il suo cinema il suo gusto del melodramma e della fisicità della vita, in cui va ricercata una pace interiore che forse coincide con la meditazione buddista. Amava provocare, Bertolucci, andare contro le regole e sfidare le convenzioni, ma lo faceva conservando un equilibrio formale impeccabile, senza strafare, con classe e poesia.

“Così italiano e così internazionale. Così sofisticato e così nazional-popolare. Così letterario e così visuale”, scrive Irene Bignardi per riassumere la figura di Bertolucci. Una figurafondamentale non solo per l’estetica ma anche per la cultura e la società del Novecento, raffinato esteta esponente di una sinistra colta, impegnata, ancora capace di parlare al grande pubblico con un linguaggio fortemente caratterizzato e in grado di colpire le corde più profonde dell’animo umano e della società.

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