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Ecco finalmente la Manovra del Popolo. A lutto i Guardiani del Tempio mediatici

Ecco finalmente la Manovra del Popolo. A lutto i Guardiani del Tempio mediatici

05 Ottobre 2018 0 Di Marino Marquardt

Con la Manovra del popolo, disegnata nella nota di aggiustamento del Def, M5s e Lega onorano gli impegni assunti con gli elettori. Urla e lamenti da parte dei difensori del Sistema.

Nel Paese è iniziata la rivoluzione politica e culturale

Ecco finalmente la Manovra del Popolo, ecco il reddito e le pensioni di cittadinanza, ecco la riduzione della pressione fiscale per le partite Iva, ecco i soldi per i truffati dalle banche, ecco le modifiche alla Fornero… M5s e Lega onorano i rispettivi impegni assunti con gli elettori. La rivoluzione politico-sociale è iniziata.

In questo scenario mi capita di incrociare su La7 il volto preoccupato e inacidito di Massimo Giannini, tra i più televisivamente gettonati Guardiani del Tempio di Repubblica. Giannini ormai è innamorato di se stesso e dei suoi teoremi. E’ quasi a lutto, il Giovanotto. E il suo humor nero mi fa capire che il Governo stia facendo bene.

All’immagine del depresso Giannini si sovrappone il volto del dandy Antonio Caprarica, londinese di adozione con pancia e portafoglio pieno. E’ il coro degli allarmisti che offre Myrta Merlino nella puntata di oggi de L’Aria che tira.. E’ il coro di quanti per professione hanno deciso di difendere l’Europa del potere delle Banche e della Finanza e non quella del Potere del popolo.

Costoro, nelle rispettive analisi contro il Governo pentaleghista non valutano che ciò che ritengono “un problema” per l’Italia è soprattutto un brutto affare per l’Unione Europea. Un brutto affare che potrebbe ingigantirsi oltremisura nel caso in cui il Capo dello Stato Sergio Mattarella non firmasse la Manovra

Crisi di governo se il Quirinale non firma la Manovra. Per la Ue potrebbe essere un terremoto…

E già perché l’eventuale mancata firma sul Bilancio da parte del Quirinale finirebbe con l’aprire inevitabilmente una crisi di governo con conseguente sbocco obbligato – in assenza di altre maggioranze possibili – nelle elezioni anticipate.

Sarebbe un regalone a Cinquestelle e Lega. Le elezioni anticipate segnerebbero infatti – sondaggi alla mano – il trionfo di queste due forze politiche. Un successo senza precedenti con immediato riflesso sul voto Europeo. Ciò segnerebbe lo sconvolgimento definitivo dei vecchi equilibri politici e dell’intero Sistema. E comporterebbe anche l’iscrizione da parte di Luigi Di Maio e Matteo Salvini dell’ipoteca sul nome del prossimo inquilino del Colle. In questo scenario il nostro Paese – alla vigilia delle Europee – potrebbe rappresentare la miccia sotto la bomba populista che potrebbe far deflagare l’attuale Ue.

Intanto – come già scritto nei giorni scorsi – dai Gironi della Seconda Repubblica si levano urla, pianti e lamenti. Sconfitta la vecchia politica e i relativi dannati interpreti, i Guardiani del Tempio giocano come ultima carta quella del terrorismo economico, puntano a diffondere allarmi e paure.

Gli uomini delle Banche e della Finanza guardano speranzosi verso Bruxelles e verso Draghi…

Costoro ora guardano speranzosi verso Bruxelles e verso il Governatore della Bce Mario Draghi senza considerare che – vista l’aria che tira – potrebbe risultare autolesionistico per i Burattinai dell’Establishment europeo mettersi di traverso sul Def italiano.

Una sfida senza precedenti. Una sfida sfrontata da parte dei Leader del M5s e della Lega.

Una sfida ben calcolata considerando i tempi della politica e del sentiment popolare. Una sfida in nome delle fasce sociali deboli. Uno schiaffo al Pd, informe entità svuotata degli antichi imperativi categorici della Sinistra.

Cosa succederà ora? L’interrogativo rimbalza tra gli osservatori e tra i Palazzi della politica, dell’economia e della finanza.

Qualcuno evoca lo spettro della Grecia di Tsipras. Ma Roma non è Atene e il momento storico è diverso da quello in cui Bruxelles poté esibire il proprio bullismo economico nei riguardi del premier ellenico.

Le urne sono vicine e la Nomenclatura continentale rischia di essere spazzata via dall’ondata populista. Il momento è delicato.

Una ragione in più per ritenere che la temuta severità europea nei riguardi del Governo italiano si limiterà soltanto a qualche ringhioso rimbrotto.

E lo spread – vedrete – dopo la prevista iniziale attività “tellurica” rientrerà nei parametri degli ultimi mesi.

L’impressione, insomma, è che nessuno possa avere interesse ad alzare il tiro nei riguardi del nostro Paese.

Morale della favola, la Manovra toglie il sonno a quanti fino a ieri hanno gestito il Potere in Italia

Morale della favola, questa manovra di Bilancio improntata alla giustizia sociale toglie il sonno agli inetti e ai furbi che negli ultimi anni e fino a sei mesi fa avevano gestito le sorti del Paese.

Sono attoniti di fronte alla rivoluzione economico-culturale appena iniziata.

Una rivoluzione promossa dai “Barbari” populisti della quale i Signori del Potere non hanno capito un cazzo (il francesismo è quanto mai d’obbligo ndr).

E la dimostrazione della mancanza di comprendonio è nelle argomentazioni ripetute a pappagallo dagli sgangherati reduci renzusconiani.

Spettacolo pietoso, di immensa tristezza all’insegna di vani bla bla bla.

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