
Economia: imparare l’Intelligenza Artificiale
27 Gennaio 2025“Non temere di introdurre l’AI nella formazione aziendale” dice Forema, l’Ente formativo di Confindustria Veneto. Un libro spiega come, pensando soprattutto alle piccole e medie aziende
L’Intelligenza Artificiale non è il mostro contro cui schierare armi e astuzie. Chi si mette in una simile posizione rischia di compromettere qualsiasi ipotesi di futuro. I rischi ci sono e quelli legati allo sviluppo industriale sono sicuramente ai primi posti. Una nuova rivoluzione industriale è in atto e far crescere la sensibilità dei lavoratori su temi come la sostenibilità, la cura dell’ambiente, la gestione delle innovazioni, delle materie necessarie, serve ad affrontare meglio le sfide della globalizzazione. Come italiani bisogna essere particolarmente attenti alle piccole e medie aziende che sono l’ossatura della nostra economia.
” Bisogna sostenere le aziende nel superare le barriere culturali e la resistenza al cambiamento perché molte hanno ancora paura” dice Matteo Sinigaglia direttore generale di Fòrema, la struttura di formazione di Confindustria Veneto. La resistenza allo straordinario cambiamento indotto dall’IA, riscontrato in diverse circostanze, ha portato Fòrema e un team di trainer e formatori aziendali alla pubblicazione di “AI Experience con 101Ò” , una guida per integrare i percorsi di formazione aziendale con tutto ciò che si può prendere dall’IA. Cominciare dalla formazione vuol dire far esplorare a operai, tecnici, manager il mondo che verrà.
Fòrema si è attrezzata con un reparto specifico per sostenere questo percorso. Il volume prodotto, arriva dopo “Il valore del capitale umano – 40 anni di Fòrema nella formazione e nel lavoro” firmato dallo stesso Matteo Sinigaglia e del responsabile dei progetti finanziati Roberto Baldo.
Il sostegno dei formatori in questo nuovo libro ha generato ciò che loro stessi definiscono un “contenitore di conoscenza”. Il libro esplora una vasta gamma di applicazioni dell’AI e contiene esempi pratici, frutto delle sperimentazioni condotte da Fòrema . “La pubblicazione include anche approfondimenti sull’importanza della gestione dei dati e dell’etica nell’uso dell’AI”, aggiunge Sinigaglia. Siamo in presenza di un approccio che mira a rendere l’AI una risorsa condivisa, sicura per tutte le realtà aziendali, promuovendo l’inclusività nei processi decisionali. “Noi siamo chiamati non solo a insegnare l’uso delle nuove tecnologie, ma a sostenere le aziende nella resistenza al cambiamento” spiegano gli autori. Il capitale umano si arricchisce di valori che lo rendono più resiliente alle trasformazioni economiche e sociali.
Più l’innovazione accelera il passo, più i piccoli imprenditori rischiano l’isolamento. A questo riguardo il libro esplora le cause dei ritardi che hanno radici di lontane, ma anche più recenti. Gli imprenditori che si sono fatti da se, piantando radici in territori bisognosi, non hanno avuto tempo per occuparsi degli impatti sull’ambiente, dell’acculturamento dei loro addetti, dei costi crescenti delle materie prime, dei prodigi tecnologici concepiti e messi sul mercato da strabilianti walley d’oltreoceano. Di tutto questo, evidentemente, non possiamo fargliene colpa. Ma Fòrema ha voluto mettere in evidenza la paura dell’ignoto e la percezione di nuove complessità legate proprio all’adozione dell’AI. In definitiva è presto per convenire con i curatori del volume sulla“ costruzione di un futuro in cui l’intelligenza artificiale e quella umana collaborano per migliorare l’efficienza e il benessere delle organizzazioni”. Ma il libro ha il vantaggio di aver posto una prima pietra.