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Elezioni & alleanze, spettacolo osceno. A eccezione di M5s e Leu

Elezioni & alleanze, spettacolo osceno. A eccezione di M5s e Leu

05 Gennaio 2018 0 Di Marino Marquardt

Elezioni & alleanze, che si fa per assicurarsi le poltrone con la nuova legge elettorale. In tutte le coalizioni lo spettacolo osceno delle alleanze più improbabili. 

Elezioni & alleanze, spettacolo osceno

Se il buongiorno si vede dal mattino c’è poco da stare allegri. Complice la sgangherata Legge elettorale, lo spettacolo che offrono le forze politiche a 58 giorni dalle elezioni è tra i più vomitevoli.

Si rasenta l’osceno politico. Con abortisti e antiabortisti, divorzisti e antidivorzisti, mangiapreti e ferventi cattolici sotto lo stesso simbolo o nelle stesse coalizioni. Costoro fanno parte dei menù elettorali dei sempre più simili “Centrodestra” e “Centrosinistra”.

Piatto del giorno, l’indigesto cocktail offerto dalla radicale Emma Bonino in squadra col democristiano Bruno Tabacci. Una ammucchiatina per dare vita ad una abominevole marmellata politico-culturale al solo scopo e nella speranza di rimediare qualche poltroncina.
Ma non è tutto.

E’ uno spettacolo vomitevole e indegno anche quello che propone in scena i cosiddetti moderati, sempre moderatamente in lite fra loro. Tra costoro c’è chi lo fa per accaparrarsi il logo per il nuovo partitino post alfaniano a vocazione renziana. Si tratta di una rappresentazione di infinita tristezza con Beatrice Lorenzin – leader della nuova formazione e Ministra della Salute – che tenta di sottrarre il simbolo della Margherita a un incavolatissimo Francesco Rutelli.

Senza poi dire della deprimente commedia offerta dalle eterne competizioni tra le briciole centriste che Piero Fassino sta cercando di raccattare per poi recapitarle al tavolo dell’ammaccato ex Capo Scout di Rignano sull’Arno.

Sul versante opposto è un copione per niente edificante quello che propone la gazzarra nel suk del Centrodestra tra il leader della Lega Matteo Salvini e gli onnipresenti residuati democristiani, gli stessi che si offrono al Frodatore di Arcore come quarta gamba della coalizione. Una proposta che il leader leghista al momento boccia ma che tra non molto – vedrete – accetterà.

Squallide iacovelle (improduttivi tira e molla, per i non napoletani, Ndr) di stagione, insomma. Iacovelle alle quali non si associa il troppo silenzioso, quasi invisibile, Pietro Grasso leader della nuova Sinistra di “Liberi e Uguali”. Se ci sei batti un colpo, esorta qualcuno.

E – pensate un po’ – in questo scenario straccione, di desolante povertà politica, programmatica e intellettuale, c’è chi pensa a fare le pulci al M5s, l’unica forza politica che per sommi capi ha già reso noti i punti prioritari del proprio programma e alcuni nomi di personaggi di spicco in odor di candidatura.

Il Frodatore – facendo gioco di sponda col suo aspirante Valletto di Rignano – accusa Luigi Di Maio di non aver fatto nulla di buono nella vita prima dell’elezione alla Camera nel 2013.

Una critica offensiva anche per i milioni di giovani che non riescono a trovare un lavoro in seguito ai danni fatti dai politici della Seconda Repubblica. Danni addebitabili, quindi, anche dall’Autore della critica.

Di fronte a questa volgarità da bancarellaro allo stato puro viene da chiedersi Lui – Il Frodatore – a 26 anni, facilitato dagli anni del boom economico italiano, oltre a cantare e a raccontare barzellette sulle navi, cosa faceva e cosa avrebbe fatto in seguito senza i soldi del papà, senza il sostegno craxiano, senza la copertura di inquietanti amicizie e senza l’innata vocazione verso comportamenti borderline…
05/01/2018 h.08.30

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