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Elezioni, dal voto di Genova insegnamenti per tutti

Elezioni, dal voto di Genova insegnamenti per tutti

27 Giugno 2017 0 Di Marino Marquardt

Sono numerosi gli insegnamenti che si ricavano dalle elezioni di domenica a Genova: soprattutto per il Pd ma anche per M5s e Centrodestra.

Elezioni, Genova insegna a tutti

Sono numerosi gli insegnamenti del voto alle ultime elezioni di Genova, la città-simbolo dell’ultima disfatta renziana, quella di domenica.

E possono essere riassunti in cinque punti principali.

  1. A Genova non ha vinto il Centrodestra per meriti propri, hanno perso quindici giorni prima del ballottaggio i 5 Stelle e successivamente hanno perso l’ex Capo Scout di Rignano sull’Arno, il Pd, e l’ancora confusa accozzaglia di Sinistra. Sconfitta annunciata quella dei Cinquestelle dopo la scomunica da parte di Beppe Grillo della candidata scelta dalla Rete. In merito meglio stendere un velo pietoso sulla sacralità a giorni alterni della Rete, a seconda degli umori uterini del Garante. Detto ciò, una parte dell’elettorato pentastellato ha capito che talvolta è meglio votare turandosi il naso piuttosto che favorire il principale avversario. E questa parte di elettorato pentastellato ha votato a favore del candidato del Centrodestra. Avesse fatto la stessa scelta votando Michele Emiliano o Andrea Orlando alle Primarie del Pd, probabilmente oggi Matteo Renzi figurerebbe nell’elenco delle persone di cui si son perse le tracce… Ma tant’è…
  2. Ha perso la Sinistra bersaniana. I fuoriusciti dal Pd non hanno capito che ciò che resta del popolo della Sinistra considera il Giovanotto toscano un corpo estraneo, un usurpatore, un inquinatore dei valori di riferimento.
    Un Cavallo di Troia – Matteuccio – costruito in uno dei peggiori retrobottega democristiani su commissione dei Poteri forti. Bersaniani & assimilati non hanno capito che la gente di Sinistra non vuole avere nulla a che fare con Renzi e col Pd. Una lezione, questa impartita dal voto di Genova, che vale anche per Giuliano Pisapia. Si convinca l’ex sindaco di Milano che il popolo della Sinistra non vuol sentire parlare di intese con Renzi e con i renziani. E si convinca che Romano Prodi è ormai da Museo delle Cere.
  3. Stante così le cose oggi al momento l’unica Sinistra illibata e credibile è quella impersonata da Anna Falcone – animatrice dei Comitati del NO – e da Tommaso Montanari. Ma la loro sembra soprattutto una nobile iniziativa di nicchia difficilmente coniugabile con le alchimie dei professionisti postcomunisti.
  4. L’inatteso successo del Centrodestra ha finito col destabilizzare il piano renzusconiano. Legnato l’ex premier e dilaniato l’Uomo di Arcore dal dubbio se ricostruire l’alleanza con Matteo Salvini in ottica maggioritaria o continuare ad avere mani libere in chiave proporzionale per tenere vivo il sogno legato all’irresistibile tentazione di portarsi il Giovanotto di Rignano sull’Arno al proprio servizio. Il quadro è – come si dice – in progress…
  5. Valutazioni e scenari che potrebbero nuovamente favorire il M5s. Piaccia o no, Grillo se vuol fare sul serio dovrà cancellare il comandamento che nega alleanze. Dovrà scegliere tra la Lega e la Sinistra che verrà, Sinistra mondata da Renzi e dal Pd. Sia la nascitura Sinistra che la Lega sono “pregiudicate”, nel senso che i rispettivi uomini in passato hanno contribuito ad aggravare i guasti del Paese. Rumors diffusi insistono nello stigmatizzare la vicinanza tra Cinquestelle e leghsti. La facciano allora questa alleanza se è vero ciò che raccontano i retroscenisti. Ma è augurabile che la facciano non su temi divisivi quali Ius Soli, migranti e su temi xenofobi assortiti. E’ augurabile invece che trovino intese su Reddito di cittadinanza, sulla cancellazione della Legge Fornero, sulle modifiche del Jobs Act e della Buona scuola. E’ augurabile insomma che trovino un’intesa sul come mandare a buone donne tutte le disastrose riforme di quel Matteuccio da Rignano.
  6. Ps. Restando in tema ancora non c’è traccia negli uffici giudiziari delle querele annunciate da Luigi Di Maio e Roberto Fico contro il Direttore di Repubblica, reo di aver pubblicato la notizia dell’incontro tra Casaleggio jr e Salvini. Che l’esempio di Madonnina Etruria abbia fatto scuola?
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