Elezioni in Irlanda del nord, testa a testa tra filo britannici e Sinn Fein
04 Marzo 2017Elezione regionale in Irlanda del nord; testa a testa tra la filo britannica Democratic Unionist party che conquista per un pelo il primo posto (28 seggi) e lo Sinn Fein (secondo con 27 seggi).
Irlanda del nord, testa a testa tra Dun e Sinn Fein
Testa a testa nelle difficili elezioni regionali in Irlanda del Nord, dove il partito filo britannico Democratic unionist party riesce a conquistare a fatica il primo posto con solo 1.168 voti di scarto sul suo storico rivale, il partito indipendentista Sinn Fein.
A parlare di elezioni difficili è stata la stessa leader del Dup, Arlene Foster, che ha definito un “buon giorno” quello dello Sinn Fein.
E non può essere diversamente, visto che con il loro risultato in queste elezioni convocate in anticipo dieci mesi dopo le precedenti proprio per risolvere lo stallo politico tra i due partiti alleati, i repubblicani dello Sinn Fein per la prima volta dal 1921 hanno tolto la maggioranza agli avversari e li costringeranno ora a cercare un accordo diverso per poter governare.
Al termine dello scrutinio delle elezioni di giovedì, che si è concluso stanotte, su 90 seggi il Democratic Unionist Party ne ottiene 28 seggi, lo Sinn Fein 27, il Partito Socialdemocratico e del Lavoro (Sdlp) ha ottenuto 12 seggi, l’Ulster Unionist Party 10, il Partito dell’Alleanza dell’Irlanda del Nord (Apni) 8, Verdi 2, e 3 vanno ad altrettante liste minori.
Altissima l’affluenza al voto, il 64,8 per cento, la più alta dalle prime elezioni del 1998 dopo “l’accordo del Venerdì santo” e di dieci punti più alta di quella dello scorso mese di maggio.
Tra gli eletti, tutti i leader di partito: oltre alla Foster del Dup, anche i numeri uno di Sinn Fein Michelle O’Neill, di Alliance party Naomi Long e di Sdlp Colum Eastwood sono stati eletti. Ed entra per un pelo lo storico leader dell’Ulster Unionist Mike Nesbitt, che a causa del pessimo risultato del suo gruppo ha già annunciato le sue dimissioni.
E dunque, il dato più eclatante è proprio che i filo britannici, per la prima volta dal 1921, si ritrovano senza maggioranza, e dovranno scendere a patti con i repubblicani dello Sinn Fein per una “coabitazione” che dovrà necessariamente cambiare pelle e non potrà più essere quella imposta ai due partiti dopo la firma del trattato di pace del 1998 che pose fine a trent’anni di violenze.
Tre settimane per formare il governo
Dup e Sinn Fein ora hanno tre settimane per riformare il governo, necessariamente insieme proprio per gli accordi di pace in vigore nella regione. E se non dovessero riuscirci, la stessa legge impone di tornare ancora una volta alle urne. E se nemmeno ciò bastasse, in ultima istanza il potere politico potrebbe tornare al parlamento britannico di Westminster, per la prima volta da dieci anni a questa parte. A meno che, come già molti leader stanno chiedendo, Londra non dovesse varare al più presto una legge che conceda un po’ più di tre settimane per trovare un difficile accordo.