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Elezioni, inganni e promesse: tra banche e soldi, il quadro è desolante

Elezioni, inganni e promesse: tra banche e soldi, il quadro è desolante

10 Gennaio 2018 0 Di Marino Marquardt

Elezioni all’insegna delle promesse più improbabili e degli inganni più beceri. E spunta una nuova bomba per Renzi: De Benedetti informato in anticipo della legge sulle banche.

Elezioni, inganni e promesse

Il quadro è desolante. Dalla cafona e inelegante ingordigia familiare del governatore della Campania Vincenzo De Luca (il primogenito Piero noto galoppino renziano nel Salernitano è candidato alla Camera e il secondogenito Roberto è assessore al Bilancio e allo Sviluppo del Comune di Salerno) a Franco Alfieri, l’agropolese delle fritturelle di pesce da offrire in cambio di un Sì al Referendum costituzionale oggi Consigliere del Presidente sui temi dell’Agricoltura, delle Foreste, della Caccia e della Pesca (esempio di deluchiano nepotismo creativo, ndr).

Il quadro è avvilente, insisto. Dalla dinasty democristiana irpina all’insegna del nipotismo (avete letto bene: “nipotismo” e non “nepotismo”) demitiano con Giuseppe De Mita, nipote di Ciriaco candidato ad Avellino per il Pd al caos e alle tensioni imperanti nel Centrodestra al di là della protocollare foto tra Sorridenti scattata ad Arcore al termine della non proprio distensiva colazione di lavoro, tensioni ancora presenti nonostante l’ok di Silvio Berlusconi alla candidatura del leghista Attilio Fontana alla presidenza della Regione Lombardia.

Il quadro è deprimente, ripeto. Dalla confusione mentale sull’Euro di Luigi Di Maio, il Giovanotto che dovrebbe reggere le sorti del Paese per i prossimi cinque anni, all’accattonaggio dei postdemocristiani alla ricerca di asilo dalle parti del Centrodestra o del Centrosinistra, agli sforzi di Matteo Renzi per cercare di apparire in tv in stile Gentiloni. Una finzione, il Ragazzo è quello che è e in pochi ormai sono disposti a concedergli credito.

Quadro desolante, desolantissimo, dunque.

Senza dire dell’assenza di uno straccio di visione politica del Paese da parte di quanti aspirano a governarlo, senza dire dell’assenza di uno straccio di progettualità di fronte alle sfide che tra pochi anni saranno lanciate dalle Multinazionali al mondo del Lavoro attraverso l’impiego delle intelligenze artificiali.

Ingabbiati dalle disposizioni europee, domani più di oggi i futuri eletti svolgeranno soprattutto la funzione di ragionieri, di amministratori, di ben pagati oscuri travet privi di creatività e progettualità.

Non a caso le “offerte” proposte dalle prime “vetrine” elettorali sono all’insegna del saldo truffaldino.

Sciocchezze, rilanci, bluff. Da “più lavoro per tutti” a “meno tasse per tutti” a “più soldi per tutti”. Una ingannevole girandola di promesse. E poi si lamentano che la gente non va a più votare…

La gente non va più a votare perché è disgustata da questo ceto politico che ha del tutto smarrito il senso dell’etica e della morale pubblica, etica e morale pubblica sacrificate sull’altare degli interessi privati. Basti dire che il Frodatore di Arcore continua a dare le carte…

Banche, nuova bomba sulla campagna elettorale di Renzi

E, a proposito di interessi privati, una bomba deflagra sulla campagna elettorale renziana.

La sgancia Il Fatto Quotidiano in versione cartacea e on line. Questo il titolo della prima pagina di oggi:

“Popolari, l’ordine di De Benedetti al suo broker ‘Compra titoli: legge passa. Me l’ha detto Renzi’ .

E nel catenaccio si legge:

“Nelle carte secretate della Procura di Roma la telefonata dell’imprenditore: un affare da 600mila euro. L’ingegnere seppe in anticipo del decreto e chiese al suo intermediario acquisti in Borsa sulle banche”.

E ancora nel sommario è scritto:

“Passa, ho parlato con Renzi ieri, passa”.

Il 16 gennaio 2015, l’ingegnere Carlo De Benedetti chiama il suo broker Gianluca Bolengo per invitarlo a comprare azioni di banche popolari.

L’allora presidente del Gruppo Espresso (che edita Repubblica) gli spiega di aver saputo che a breve il governo varerà la riforma del settore: è stato il premier in persona – dice – a riferirglielo il giorno prima”.

Ancora una storia di Banche e di soldi, dunque. Sarebbe interessante scoprire se l’ex Capo Scout abbia tratto qualche profitto dalla storia infinita “Pd, Politica & Banche”.

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