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Elezioni Usa: i Dem conquistano la Camera, Trump salva il Senato

Elezioni Usa: i Dem conquistano la Camera, Trump salva il Senato

07 Novembre 2018 0 Di Pietro Nigro

Usa, cambiano gli equilibri politici dopo le elezioni di Mid Term di ieri, almeno al Congresso, conquistato dai Democratici. I Repubblicani con l’aiuto di Trump si blindano al Senato.

Previsioni almeno in parte confermate nelle Mid Term elections, le elezioni di metà legislatura che ieri hanno parecchio mutato gli equilibri politici Usa. Ma solo alla Camera dei Rappresentanti, conquistata dai Democratici, mentre i Repubblicani resistono al Senato. E ora Donald Trump dovrà fare i conti con un Congresso almeno in parte ostile.

Elezioni Usa, con le Mid Term i Dem conquistano il Congresso

Con il 91 per cento dei distretti scrutinati, a dati dunque non definitivi ma molto rappresentativi, il quadro è chiaro: i Democratici vincono alla Camera dei Rappresentanti, dove rischiano di conquistare non i 22-23 seggi previsti alla vigilia ma 26-27 e, secondo alcune proiezioni perfino 35 scranni, che tolgono ai Repubblicani.

Con il risultato che i Dem si ritroveranno con almeno 220, forse 230 deputati, laddove la maggioranza sarebbe di 218, contro i 194 dei Repubblicani.

Al Senato, invece, i Democratici hanno ottenuto sicuramente 23 seggi, e con quelli ancora da assegnare potrebbero arrivare a 40, massimo 45 seggi, perdendo quindi da 2 a 5 seggi. I Repubblicani, che sono già sicuri di avere 51 seggi ed ottenere la maggioranza, potrebbero vincere anche nelle sfide tuttora aperte in Nevada, Arizona e Montana, e a quel punto sì che per i Dem il disastro sarebbe completo.

Cambia anche il quadro dei governi locali, dove i Democratici conquistano diverse poltrone da Governatore e allargano la loro maggioranza in diversi parlamenti statali, ma i Repubblicani sostanzialmente riescono a conquistare le sei o sette più importanti.

Camera dei Rappresentanti, il Gop perde terreno e i Dem dilagano

A quanto sembra, nel voto per il Congresso, sarebbe stato il Partito Repubblicano a perdere posizioni, cedendo nelle roccaforti urbane e suburbane e nei distretti che aveva conquistato nel 2016, e guadagnando terreno nelle aree rurali.

Insomma, sembra come se un gran numero di elettori, che pure avevano premiato Trump alle presidenziali di due anni fa, si siano questa volta come ribellati al Presidente, e siano andati in massa a votare per protesta, almeno alla Camera.

Non a caso, l’affluenza alle urne è stata insolitamente alta per un’elezione di metà mandato, passando da 79 milioni di elettori nel 2014 ad almeno 113 milioni questa volta.

E i Democratici ne hanno approfittato, conquistando o riconquistando quei distretti – emblematici lo Iowa e l’Oklahoma ma anche la Virginia e perfino alcuni quartieri di New York – che hanno votato per Obama prima, hanno premiato alla grande Trump nel 2016 e ora sono tornati ai Democratici.

Senato, i comizi di Trump conquistano i seggi in bilico

Altra storia, invece, nelle elezioni per i senatori, dove l’onda rossa di Trump ha sostanzialmente retto perfino nei distretti che per la Camera hanno preferito il blu del Partito Democratico.

Un aiuto notevole, evidentemente, è arrivato anche dallo stesso Trump, che si è speso personalmente fino all’ultimo, ci ha messo la faccia, e ha tenuto convegni e comizi ovunque in giro per il Paese, soprattutto nei collegi in bilico.

Così è stato ad esempio in Indiana, dove Trump è andato due volte, in Missouri, in Nord Dakota e nella importantissima Florida, tutti strappati ai Democratici.

E alla fine, il Great old Party è riuscito a mantenere anche le altre posizioni, e a sconfiggere alcuni candidati Dem dati per favoriti prima delle elezioni, mentre il partito della Clinton e di Obama si deve accontentare solo della prima e sorprendente vittoria nel distretto della West Virginia, insufficiente a compensare le clamorose sconfitte in seggi roccaforte.

Per questo, il Gop riesce a blindare il Senato almeno per i prossimi due anni, fino alle elezioni del 2020, se non anche di più.

Nelle elezioni per i governatori degli Stati, poi, i Democratici sono riusciti a strappare ai Repubblicani almeno sette stati: Illinois, Kansas, Maine, Michigan, Nevada, Nuovo Messico e Wisconsin. Ma il Gop riesce a tenere quelli più importanti per le prossime elezioni, a cominciare dalla Florida, e a finire con Iowa e New Hampshire.

Congresso, la carica delle donne

Tra i risultati notevoli di queste elezioni di metà legislatura, spicca senz’altro l’avanzata delle candidate donne, diventata una vera e propria carica. Attualmente, tra Camera e Senato, sono 107 le parlamentari in attività, compresa la Dem Nancy Pelosi, che dal 2007 al 2011 è stata la prima presidente donna della Camera dei Rappresentanti e che attualmente è a capo dell’opposizione a Trump.

E invece, dopo le elezioni di martedì scorso, nella sola Camera bassa ci potrebbero essere più di 100 Rappresentanti elette. Tra queste, anche le prime due donne musulmane che entrano al Congresso: la rifugiata somala Ilhan Omar, eletta nel Minnesota, e la palestinese ma nata a Detroit Rashida Tlaib, eletta nel Michigan.

E ciò soprattutto per merito dei Democratici: dei 25-29 seggi che i Democratici dovrebbero strappare ai Repubblicani, ben 18 sono stati conquistati da donne, e altre candidate sono ancora in ballottaggio nelle elezioni non ancora concluse.

E da molti sondaggi ed exit poll emerge che a sostenere la carica delle donne elette sia stato il voto delle donne, soprattutto delle donne bianche, che a Trump hanno preferito i Democratici.

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