
Energia: l’Italia che sogna il verde
15 Aprile 2025Successo della seconda edizione del Green Energy Day. Più di 80 siti di energia pulita aperti al pubblico, ma la Sardegna a guida Cinquestelle si chiama fuori.
Non solo curiosità nelle visite e nei dialoghi con gli esperti. Avvicinarsi a un impianto di energia pulita sta diventando un appuntamento per centinaia di italiani interessati a capire quanto le rinnovabili facciano bene al nostro futuro. Per il secondo anno consecutivo il Green Energy Day ha confermato il valore come evento di divulgazione e sensibilizzazione sulle fonti rinnovabili. In tutta Italia sono stati aperti più di 80 impianti e “la reazione estremamente positiva dei cittadini dimostra che c’è fame di conoscenza, di trasparenza e di verità sulle rinnovabili e sull’efficienza energetica ” dice Attilio Piattelli Presidente del Coordinamento Free, l’Associazione che raggruppa le aziende del settore.
Intere famiglie hanno avuto accesso libero agli impianti per conoscere da vicino il funzionamento delle tecnologie di generazione di energia da fonti rinnovabili e le tecniche di efficienza energetica. La formula della visita diretta è vincente, stimolante, come se si entrasse in un museo. Smentisce molte e stravaganti opinioni secondo cui della transizione verde agli italiani importa poco o nulla. L’iniziativa, invece, può trasformarsi in uno strumento strategico per l’accelerazione della transizione, a condizione che le informazioni sia corrette. Il Coordinamento per prima cosa, vuole colmare un vuoto informativo puntando sulla cosiddetta accettabilità sociale dell’uso di fonti diverse da petrolio o gas. D’altronde è un errore immaginare un domani più pulito, con energia meno cara e città pulite senza il consenso dei cittadini.
Il caso Sardegna
Paese, l’Italia, che non manca mai di mettere in evidenza difetti e contraddizioni. E’ inaccettabile – dicono gli organizzatori del Green Energy Day- che ci siano territori dove si ostacola l’accesso a una corretta informazione fidando sulla complicità anche dei mezzi di informazione. Si arriva a manipolare le informazioni e a organizzare proteste di piazza contro le rinnovabili. Accade in Sardegna, dove solo due impianti sono stati aperti alle visite. Le aziende delle rinnovabili sull’isola non mancano, si vuole investire, ma c’è una diffidenza generalizzata che scoraggia gli operatori dall’aprire le proprie strutture. In poche parole, temono contestazioni o disordini. Ma come, proprio la Sardegna che potrebbe essere una protagonista della transizione energetica? Lo dice uno studio del Coordinamento Free insieme a Italia Solare, Consorzio Italiano Biogas Politecnico di Milano, Università di Cagliari e Padova. La politica regionale si è lessa di traverso.L’isola potrebbe trarre importanti benefici già entro il 2030, soprattutto grazie all’elettrificazione e all’assenza di gas naturale fossile se si riuscisse a camminare insieme aziende e istituzioni. Le cose non vanno in questa direzione. Ci sono forti opposizioni riguardo alla costruzione di parchi eolici e fotovoltaici. La Presidente M5S della Regione Alessandra Todde ha ingaggiato una battaglia politica contro gli impianti per l’impatto visivo, il paesaggio e le ricchezze naturali. Ha sollevato un conflitto di attribuzione sui poteri in materia di energia contro il governo Meloni e obiettivamente pone la Sardegna in una posizione complicata sul piano nazionale ed europeo. Giuseppe Conte sostiene Todde prendendosi la derisione di Giuseppe Grillo che, almeno su questo, è rimasto coerente. Il mondo delle rinnovabili non arretra e dice che le agitazioni della politica sarda forniscono motivi in più per ampliare il Green Energy Day. Lo renderemo “ancora più capillare e farlo diventare un baluardo culturale della transizione ” aggiunge Piattelli. Si, perché anche gli abitanti della Sardegna potranno finalmente entrare nei siti green.Con i grillini fuori ?