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Energia: il mercato libero ancora non si vede

Energia: il mercato libero ancora non si vede

17 Dicembre 2021 0 Di Nunzio Ingiusto

Si allungano i tempi per il mercato libero dell’energia elettrica. Le nuove regole entreranno in vigore nel 2024 con un periodo transitorio nel 2023. E’ urgente, invece,  riformare il sistema per la transizione green.

Il mercato tutelato dell’energia resterà un vigore fino a tutto il 2023. Avanza di un anno la scadenza prevista al 31 dicembre del 2022. In base ad un emendamento al decreto Recovery, tra vecchia e nuova data, ci sarà un regime transitorio con le tariffe stabilite dall’Arera (Autorità per energia, reti e ambiente) pienamente in vigore. Poi dal 1 gennaio 2024 partirà il mercato libero. Il periodo transitorio da gennaio a dicembre 2023 non ha ancora regole, saranno definite a breve e dovranno fornire un quadro più chiaro soprattutto per un Paese alle prese con il caro bollette. Il governo sta facendo del suo meglio per contenere i rincari, ma è evidente che il sistema dell’energia in Italia va sanato in alcuni snodi principali. Se davvero si vuole creare un mercato, i rinvii non giovano e sono anni che i consumatori aspettano di poter scegliere tra pacchetti concorrenti. Basta vedere cosa succede in queste settimane con l’attenzione al massimo sulle  oscillazioni dei prezzi di gas e petrolio che hanno conseguenze sulle fatturazioni. Non si attenua nemmeno l’aggressività commerciale delle Società che ogni tanto prendono multe dalle Autorità regolatorie. Vogliono accaparrarsi nuovi clienti in vista della fine della tutela.

Distorsioni? Ma certo. La gente è frastornata da messaggi pubblicitari e chiamate in automatico  dei callcenter e non riesce a capire quando un’offerta è davvero conveniente. In Italia sono 17 milioni le famiglie che hanno un fornitore di energia nel mercato tutelato. Truffe e denunce sui costi o falsi contratti porta a porta, ormai, non si contano più. Ma non è per niente facile districarsi fra le proposte in rapporto a consumi ed utilizzi, insistono le Associazioni. Il mercato tutelato ha la garanzia dell’Arera che ogni tre mesi rivede le tariffe da applicare. La vera competizione tra le  Società  si avrà solo con un mercato libero con tariffe praticate in base alle convenienze della singola azienda. Dopo anni di discussioni e dibattiti sulle liberalizzazioni, insomma, il settore energetico ha ancora un alti indici di confusione ed incertezze. Una battuta d’arresto anche per i risvolti che ha  sulla transizione ecologica.

Sullo slittamento inserito nel decreto per iniziativa dei Cinquestelle, Marco Vignola di Codacons dice di non conoscere ancora i dettagli del regime transitorio, ma “è evidente che non si può eliminare il mercato tutelato in queste condizioni, con pochi grossi operatori che controllano il mercato, senza un albo dei fornitori, con una miriade di società incapaci di offrire il servizio, senza sapere che fine faranno i clienti dormienti”. La sua organizzazione  come è noto, vuole la fine del mercato tutelato. Economicamente è ritenuto sconveniente per le famiglie che nelle condizioni attuali sopportano mal volentieri costi in bolletta inspiegabili. La bolletta per il consumo di un elettrodomestico medio, per esempio, per una famiglia rimasta nel mercato tutelato potrebbe aumentare di circa il 55% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno e del 30% rispetto al trimestre precedente. Non sorprende che in una simile situazione il governo Draghi abbia stanziato 3,8 miliardi per le bollette super per il primo trimestre destinando 1,8 miliardi all’annullamento degli oneri generali di sistema. Altra battaglia che non vede la fine.

Il “sollievo” antirincari riguarda le utenze elettriche fino a 16 kwh.  “Sono soldi che potranno limare gli aumenti ma non eviteranno alle famiglie i rincari delle tariffe dal prossimo gennaio” dice, pero’, il Presidente Codacons Carlo Rienzi. Le organizzazioni dei consumatori hanno  le loro ragioni nel difendere il potere d’acquisto delle famiglie, ma qui il punto è il ridisegno generale del settore energetico. Si corre verso le rinnovabili, ma si tralascia il valore economico e industriale di petrolio e gas che restano  alla base degli aumenti delle tariffe. Sono loro i combustibili che fanno andare avanti gran parte delle centrali che producono la corrente che ci arriva in casa. Non ne possiamo fare a meno, ma ci scosta sempre più cara. Un governo che ha fatto della transizione ecologica uno dei suoi tratti distintivi non puo’ tolleralo .

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