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Esplosione a Beirut, è forse giunta l’ora anche del Libano?

Esplosione a Beirut, è forse giunta l’ora anche del Libano?

10 Agosto 2020 0 Di Corrado Corradi

L’attacco al deposito di esplosivi di Beirut potrebbe essere stato voluto da chi da anni sta cercando di ridisegnare lo scacchiere vicino e medio orientale azzerando i regimi baathisti.

Dopo il primo commento a caldo sulla devastante esplosione avvenuta a Beirut il 4 agosto scorso, è il momento di provare a ragionare a mente fredda.

Per essere un incidente, quella esplosione così letale ha molti elementi “strani”. Per cominciare, il nitrato di ammonio è inerte se non è mescolato con benzina o nafta in proporzioni ben precise.

E quando mescolato diventa sì un esplosivo devastante – proprio come è stata devastante l’esplosione che ha distrutto una parte di Beirut – ma «sordo»: ossia, per farlo esplodere ci vuole un innesco molto potente.

Ecco, dunque, che, smontata la tesi dell’incidente, l’esplosione non può non far sorgere dei sospetti e innescare (è proprio il caso di dirlo) alcune considerazioni che necessariamente coinvolgono tutta la regione vicino e medio orientale in cui è incistato quel paese.

Prima c’è stato l’Iraq, nel 1991 oggetto di una guerra evidentemente mirata a saggiare gli effetti di un “new deal” nei confronti di quella regione mediorientale e poi soggetto a completa distruzione/sottomissione nel 2001.

Poi la Siria, le stesse forze occulte che hanno sponsorizzato la primavera araba hanno fomentato e sostenuto una guerra civile durata una decina d’anni e solo un capo di stato come Bashar al Assad e un’avveduta politica estera russa hanno evitato che “azzerasse” il paese proprio come era stato “azzerato” l’Iraq.

E guarda caso, si tratta di due paesi arabi ba’athisti in cui musulmani e cristiani andavano daccordo e dove i cristiani avevano una notevole voce in capitolo negli affari di Stato.

E allo stesso modo è stata “azzerata” la Tunisia, ormai divenuta protettorato Turco, per non parlare della Libia.

E adesso questa esplosione così devastante quanto strana che, in ottemperanza a un progetto che prevede di ridisegnare il Medioriente, lascia presagire che sia scoccata l’ora del Libano.

Perché sarebbe scoccata l’ora libanese?

Il motivo é semplice, e si chiama Hizb Allah, o Hezbollah.

Perché se si vuole ridisegnare il Medioriente é necessario tagliare gli artigli affilati dell’Iran colpendo la sua proiezione armata nella regione siro – iracheno – libanese e sul Mediterraneo.

Visto che ormai siamo sulla via della previsione: chissà quando toccherà all’Egitto, in cui la “primavera araba” é fallita a causa di un “pio musulmano” di nome Al Sisi, che di mestiere faceva il Generale, che non ha pregiudizi nei confronti dei cristiani, tanto che si tiene buono il Papa Copto e non evita di consultarsi con lui e che, pur essendo alleato con l’Arabia Saudita, per questioni di realpolitik contro i Fratelli musumani, confida molto più nell’aiuto dell’ortodsso Vladimir Putin.

Adesso in Libano si sta facendo il conto delle vittime.

Poi verrà il tempo delle dichiarazioni di sostegno al popolo libanese e in seguito, sulla base delle evidenze dell’inchiesta, si comincerà a capire dove si vuole andare a parare.

E questo si saprà quando le accuse nei confronti di Hizb Allah di aver allestito un arsenale nel porto di Beirut saranno comprovate dai dossiers che i vari servizi avranno collezionato.

A quel punto, che sia stato un fortuito incidente «safety», un missilotto israeliano oppure un’azione del Mossad, sarà marginale perché il tutto si concentrerà sulla fatale scoperta di un arsenale ben fornito di proprietà di Hizb Allah, espressione della tracotanza iraniana…

Insomma, sarà la solita storia della pistola fumante che si è vista in tutti i film polizieschi statunitensi per procedere all’arresto dell’assassino.

Forse é ancora presto e la botta é ancora calda per riuscire ad imbastire un’analisi sufficientemente fredda.

E questa mia riflessione ha più il sapore di una profezia che di una fredda analisi dei fatti.

Ma, come diceva Andreotti: «a pensar male si fa peccato ma spesso ci s’azzecca». Tra l’altro, il mio non é nemmeno un pensar male.

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