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Etruria, dalla Boschi querela civile “a Babbo morto”

Etruria, dalla Boschi querela civile “a Babbo morto”

05 Dicembre 2017 0 Di Marino Marquardt

Dopo 7 mesi la Boschi annuncia querela civile contro De Bortoli per lo scoop sul caso Etruria. Ma rischia di aggravare la sua posizione.

Etruria, dalla Boschi querela civile dopo 7 mesi

Querela civile con sentenza a babbo morto. Con questo stratagemma Madonnina Etruria spera di salvare la campagna elettorale sua e del suo partito, il Pd. Ma in realtà la querela presentata con sette mesi di ritardo rispetto al primo annuncio e con tempistica sospetta ha finito infatti con l’aggravare la posizione della Sottosegretaria stessa.

La nuova dichiarazione di guerra a Ferruccio de Bortoliautore dello scoop relativo all’incontro tra la suddetta e l’Ad di Unicredit Federico Ghizzoni – è giunta infatti proprio nelle ore della bufera che ha investito il suo papà Pier Luigi, ex vicepresidente di Banca Etruria. Una coincidenza temporale che ha dato la stura a illazioni e a interpretazioni malevole del gesto della Sottosegretaria.

A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca, andava avvertendo Giulio Andreotti. E a rileggere alcuni episodi registrati di recente viene da pensar male. Viene da pensare a una sorta di gioco delle parti, viene da pensare a un tentativo di depistaggio a favore di Papà Boschi e della combriccola dei Ragazzi della provincia toscana.

Un film in parte già visto, dai passati annunci di querele di Madonnina Etruria alle telefonate di Matteuccio a papà Tiziano quando l’ex premier sapeva che il telefono del genitore era sotto controllo.

In merito a questa ultima vicenda si può cominciare a pensar male dall’incontro privato del 4 novembre scorso a Firenze tra Casini e il segretario nazionale del Pd.

La notizia scatenò accese polemiche. Il M5s insinuò:

“Casini si fa dettare un’agenda della commissione a uso e consumo del segretario Pd?”.

Altri sospettarono che una eventuale strategia dei lavori condivisa tra le parti avrebbe assicurato al presidente della Commissione un seggio sicuro. Chiacchiere, illazioni…

Ma di certo Casini e Renzi parlarono dell’inchiesta. Una inchiesta che a breve avrebbe portato ad audire il procuratore di Arezzo, consulente di Palazzo Chigi nell’Era Renziana e vicino alle posizioni dell’ex premier. Un testimone comodo e perfetto. Tra toscani, del resto, ci si intende…

Inutile dire che la scoperta del “vuoto di memoria” del procuratore durante l’audizione della settimana scorsa (omise di dire che Pierluigi Boschi è indagato per non avere informato i clienti sui rischi di certi investimenti) oltre a far rischiare il deferimento dello stesso al Csm ha creato grossi imbarazzi a Casini.

Ora per mettere a tacere le malelingue Casini ha soltanto una possibilità di scelta: quella di concordare al più presto l’audizione dell’ex Ad di Unicredit Federico Ghizzoni, l’uomo a cui si rivolse Maria Elena Boschi per il salvataggio della Banca di cui il padre era stato vice presidente.

Intanto – inutile dire – nonostante la burrasca Madonnina Etruria resta saldamente inchiodata alla poltrona di Palazzo Chigi. Cose italiane…

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