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Fratellanza musulmana? No grazie, risponde la parte più progredita del mondo arabo

Fratellanza musulmana? No grazie, risponde la parte più progredita del mondo arabo

25 Settembre 2021 0 Di Corrado Corradi

Dopo l’Egitto, anche Tunisia e Marocco si sono liberati dei governi nati dalla Primavera araba e guidati dalla Fratellanza musulmana.

Fratellanza musulmana? No grazie, risponde la parte più progredita del mondo arabo

Guardiamo al mondo arabo-islamico del Maghreb e cerchiamo di cogliere quegli inequivocabili segnali che da lì ci giungono e che ci fan capire che i paesi musulmani progrediti han le scatole piene dell’Islam politico.

Quando si parla di islam politico è d’uopo far riferimento a quel movimento che, quasi cent’anni fa, lo ha immesso sul mercato, ossia, la “Fratellanza Musulmana” il cui progetto politico è riassunto in tre precisi slogan programmatici:

  • «L’islam è la soluzione».
  • «La comunità musulmana deve essere riportata alla sua forma originaria… oggi è sepolta tra i detriti delle tradizioni artificiali di diverse generazioni ed è schiacciata sotto il peso di quelle false leggi ed usanze che non hanno niente a che fare con gli insegnamenti islamici».
  • «Dio è il nostro obiettivo. Il Profeta è il nostro capo. Il Corano è la nostra legge. Il Jihad è la nostra via. Morire nella via di Dio è la nostra suprema speranza».

Ebbene, Tunisia e Marocco (qualche anno dopo l’Egitto che aveva dato l’esempio), uno dopo l’altra, tra luglio e settembre, hanno dato il benservito all’islam politico infliggendogli due batoste e facendo così capire a chi ha orecchie per intendere che i popoli più progrediti del mondo arabo islamico han le tasche piene sia dell’islam politico, sia dei suoi mendaci araldi: i Fratelli Musulmani.

Si, a luglio, con l’operazione chirurgica di asportazione di quel che restava di quella neoplasia durata 10 anni, la Tunisia ha messo fine alla disastrosa esperienza, figlia della primavera araba, che ha visto il peggio dell’Islam al potere, e a settembre, attraverso un esemplare risultato elettorale quell’islam è stato liquidato anche in Marocco.

Questi due risultati, uniti alla cacciata dei Fratelli Musulmani dal governo dell’Egitto, ad opera di Al Sisi, nel 2013, parlano chiaro e ci coinvolgono direttamente…

Smettiamo di paragonare i partiti islamisti alla nostra DC, perché qualsiasi partito islamista (anche il PJD marocchino, quello più malleabile e meno tetragono) è un partito confessionale a tutto tondo che non ammette deroghe alla Shari’a e opera pian piano e con la dissimulazione per riuscire ad imporla.

Concentriamoci su questo perché se non riusciamo ad afferrare questo concetto, presto ci troveremo con un partito islamista in Europa.

I partiti shari’atici hanno espresso solo corruzione e incompetenza

Shari’a a parte (che per il musulmano potrebbe anche costituire un forte elemento di attrazione), quei partiti shari’atici hanno espresso corruzione e incompetenza ben più dei regimi che avevano rovesciato sulla scia della primavera araba.

Riporto una dichiarazione di un giornalista saudita, tale Fahd Al-Shoqiran, secondo cui la sconfitta elettorale del partito islamista in Marocco è attribuibile “ad una oltraggiosa diffusione della corruzione, che ha scatenato la rabbia popolare”.

Se lo dice un saudita!!!

Un’altra dichiarazione riguarda la Tunisia ed è stata vergata da uno scrittore tunisino che conosco personalmente, Sami Brahim, il quale ha definito la sconfitta elettorale come un “fallimento sia a livello politico che morale”…

Alla faccia della tanto sbandierata “propreté de l’Islam” (candore dell’Islam), uno dei più ricorrenti slogan del partito Ennahda.

Mentre Obama, Clinton e i loro “servi sciocchi” esultavano per la primavera araba, i governi islamisti di Egitto, Tunisia e Marocco, sul piano della politica interna non facevano altro che dar la caccia ed emendare quei cittadini che non si comportavano da buoni musulmani, trascurando l’aspetto sociale. E sul piano della politica estera si legavano mani e piedi alla Turchia nella speranza di realizzare una sorta di mercato comune… come minimo dei babbei.

Definitiva, almeno spero, la considerazione dell’analista libanese, Hoda Rizk: “l’era dell’Islam politico e delle rivolte sostenute da Obama si è conclusa con un clamoroso fallimento”.

A prescindere dalle succitate analisi, è bene evidenziare che tali risultati hanno messo in luce una crescente insofferenza del mondo islamico progredito per la difficoltà nel realizzare quella differenza tra religione e politica come avviene nei paesi del mondo non musulmano…

Su questo l’Europa dovrebbe imbastire la sua politica estera nei confronti del mondo arabo-islamico.

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