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Fridays for future riporta i giovani in piazza contro il cambiamento climatico

Fridays for future riporta i giovani in piazza contro il cambiamento climatico

24 Settembre 2021 0 Di Pietro Nigro

Giovani in piazza in 1.500 località di tutto il mondo per combattere il cambiamento climatico: la più grande protesta dopo la pandemia.

Sciopero dei giovani in tutto il mondo per “combattere contro il cambiamento climatico”

Una unica protesta in contemporanea in 1.500 località di tutto il mondo, con centinaia di migliaia di giovani in piazza per combattere contro il cambiamento climatico. Così, il movimento giovanile internazionale Fridays for Future organizza il più grande sciopero dopo la pandemia.

Uno sciopero che ha invaso piazze e vie del centro in tantissime città, cinque settimane prima che si tenga il vertice COP26 delle Nazioni Unite, convocato proprio per concordare più ambiziose misure di contrasto al cambiamento climatico e di riduzione dell’effetto serra.

Capofila e “testimonial” del movimento Greta Thunberg, la giovanissima “attivista” ambientalista che nel 2018 ha inventato i Fridays for future, le giornate di protesta ambientale davanti al parlamento del suo Paese.

La concentrazione di CO2 nel cielo non era così alta da almeno 3 milioni di anni – ha detto l’attivista, che ha parlato ai manifestanti che si sono riuniti nella capitale tedesca – È più chiaro che mai che nessun partito politico sta facendo abbastanza“.

Le manifestazioni sono state organizzate dalle varie organizzazioni nazionali di Fridays for future in oltre 1.500 località, in Asia (Filippine e Bangladesh le prime del mattino), e poi via via in varie città europee tra cui Varsavia, Berlino, dove ha parlato Greta Thunberg, poi Torino e Bologna.

 

Manifestazioni analoghe si sono tenute sino al 2019, quando hanno portato in piazza fino a sei milioni di persone, ma hanno subito una battuta di arresto a causa della pandemia di Covid-19. Quella di oggi, dunque, rappresenta di fatto il ritorno in piazza dei giovani che finora avevano spostato le loro proteste su internet. Anche oggi, in realtà, molti attivisti, specie nei Paesi asiatici e ovunque le vaccinazioni procedono a rilento, hanno annunciato di svolgere le loro proteste sulla rete, mentre nei Paesi a nord del mondo le proteste sono state portate nelle piazze e nelle strade.

Nel mirino dei manifestanti, una serie di attività economiche e di stili di vita – soprattutto nei paesi più industrializzati – ritenute corresponsabili del cambiamento climatico, o meglio dell’innalzamento della temperatura globale.

Scopo delle manifestazioni, dunque, far sentire la voce dei giovani, che non siedono ai tavoli dove si prendono le decisioni politiche e che chiedono di “fermare il cambiamento climatico con provvedimenti su larga scala per ridurre le emissioni nell’ambiente”. provvedimenti che, secondo i leader di Fridays for future, i governi mondiali non hanno veramente intenzione di adottare.

Obiettivo dichiarato della manifestazione, far sentire la voce del movimento giovanile prima che  si tenga la Cop 26, la prossima conferenza mondiale a cui ogni Stato dovrà portare i propri impegni per la riduzione delle emissioni e per la risoluzione della crisi climatica.

Alla Cop26, si legge sul sito italiano di Fridays for future, “È necessario che i paesi del mondo collaborino fra loro, portando i loro obiettivi più ambiziosi. Sarà un momento storico. Anzi, dovrà esserlo, lo dobbiamo rendere possibile attraverso il più grande strumento che tutti noi abbiamo: l’attivismo”. 

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