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G7, seconda giornata di incontri in Cornovaglia: scontro su Brexit e Cina

G7, seconda giornata di incontri in Cornovaglia: scontro su Brexit e Cina

12 Giugno 2021 1 Di Tommaso Corno

Si è chiusa da poco la seconda giornata del summit G7 di Carbis Bay, durante il quale sono emersi i primi dissapori riguardanti Cina e Brexit.

 

Al G7 di Carbis Bay spunta il discorso Brexit e sale la tensione

Si è appena conclusa la seconda giornata del vertice G7 che terrà impegnati i leader delle sette grandi democrazie globali fino a domani, nel corso della quale si sono tenute tre sessioni riguardanti salute, politica estera e resilienza globale. Al contrario di quanto visto ieri, quando i partecipanti al summit sono sembrati andare perfettamente – o quasi – d’accordo su tutti gli argomenti trattati, nel corso della giornata di oggi sarebbero emersi dei dissidi, specialmente fra UE e Regno Unito.

 

La Brexit si è fatta strada nei meeting, mettendo il premier inglese Boris Johnson di fronte ad una schiera di Paesi europei, guidati dalla Commissione UE, poco felici dell’attuale situazione in Irlanda. Il possibile ricorso all’articolo 16 del Protocollo per l’Irlanda del Nord da parte dei britannici, che vorrebbero sospendere unilateralmente il passaggio di carni congelate nel Mare d’Irlanda, non è visto affatto bene da parte della UE, portando i toni fra le due parti a scaldarsi.

 

Credo che possiamo risolvere la questione ma dipende dai nostri amici ed alleati Ue capire che faremo tutto quello che è necessario, se il protocollo continuerà ad essere applicato così, allora noi ovviamente non esiteremo ad invocare l’articolo 16”, così si è espresso Johnson ai microfoni di Sky News a seguito del summit. La minaccia sembra quindi essere reale, con l’appello di BoJo al suo dovere da capo del governo britannico nel proteggere “l’integrità del Regno Unito”, un obbiettivo che sarà raggiunto “a qualsiasi costo”.

 

È scontro anche sulla Cina: tutti disconnessi mentre si parla di azioni contro Xi

Un altro argomento dal quale sono emerse forti differenze di opinione è la Cina. Se per Joe Biden, Justin Trudeau e Boris Johnson la condanna nei confronti dell’anti-democrazia cinese rappresenta la via maestra nel gestire il rapporto con il Paese guidato da Xi Jinping, questa non sarebbe nemmeno un’opzione per quanto riguarda l’UE. In particolare, i leader di oltreoceano (e oltremanica) hanno spinto per una netta condanna delle pratiche di lavoro forzato implementate nella provincia di Xinjiang, un piano d’azione rispetto al quale gli europei hanno mostrato una forte riluttanza.

 

Il tema è diventato presto soggetto di conversazioni molto sensibili, che hanno portato alla rimozione di tutti i dispositivi collegati ad internet dalla stanza; una scena da film, che si è resa necessaria visto l’attuale panorama geopolitico che vede la Cina protagonista sia di forti rapporti commerciali con l’Unione che di pratiche inaccettabili da un punto di vista democratico.

Il portavoce di Biden ha immediatamente chiarito che le differenze di opinione emerse nel corso dell’incontro non sono state “relative all’esistenza della minaccia”, ma piuttosto sulla forza con la quale i Paesi del G7 dovrebbero reagire.

 

Draghi incontra Biden e Trudeau: “Europeismo ed atlantismo pilastri della nostra politica estera”

A margine del summit il Presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha intrattenuto un incontro bilaterale proprio con Biden, durante il quale il premier ha ribadito i pilastri fondamentali della politica estera del Paese, ovvero europeismo ed atlantismo.

 

Con Biden siamo d’accordo su molti temi: donne, giovani, difesa degli ultimi, diritti umani, diritti civili, diritti sociali e tutela dell’ambiente che è il tema chiave della nostra presidenza del G20”, con questo messaggio sui social Palazzo Chigi ha reso noti i contenuti del bilaterale, che sembrerebbe dunque aver avuto esito positivo.

 

Draghi ha successivamente incontrato anche il Primo Ministro canadese Trudeau, il quale ha chiesto al premier di spingere affinché venga ratificato l’accordo CETA fra UE e Canada, in modo tale da “sbloccare il potenziale economico aggiuntivo tra i due Paesi”. I due hanno inoltre condiviso la propria posizione sul clima, sottolineando l’importanza di compiere azioni concrete ed immediate per salvaguardare il pianeta.

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