L’Europa green inciampa sugli autobus non ecologici
25 Aprile 2023La percentuale di autobus circolanti con motori non inquinanti resta bassa. L’Italia nei prossimi tre anni
deve mettere in circolazione più di 2700 mezzi ecologici, ma nel 2022 non sono strati prodotti.
I milioni di italiani che ogni giorno si servono degli autobus pubblici, tutte le volte che vengono intervistati nei sondaggi lamentano disfunzioni. Ai primi posti indicano: la puntualità, l’affollamento, l’organizzazione delle corse, il costo del biglietto. Solo in pochi casi dicono di viaggiare su mezzi poco efficienti e inquinanti.
Ciò nonostante, Italia è tra i Paesi che nei prossimi tre anni- sempre grazie ai soldi del
munifico PNRR- deve mettere su strada più di 2700 autobus elettrici o a idrogeno.
Secondo l’ultimo Rapporto Clean Bus Report dell’Unione Internazionale del
Trasporto Pubblico (UITP) fino a due anni fa in Italia su 13 mila autobus ne circolavano
3.455 alimentati a metano o gpl e solo 607 elettrici o ibridi. Numeri molto bassi,
considerato che nel 2020 l’Europa aveva già intrapreso da qualche anno il Green
New Deal. Ricordiamo che tra le cose che la strategia verde deve mettere a posto c ‘è proprio il trasporto
pubblico.
Secondo i piani condivisi a più livelli nei prossimi tre anni a Roma dovrebbero essere messi in circolazione 411
autobus ecologici, 350 a Milano, 253 a Napoli, fino ai 2 di Vibo Valentia. Sempre entro il 2026 per acquistare i bus ecologici l’Italia potrà utilizzare anche altri fondi europei non spesi negli anni scorsi. Il traguardo finale stabilito dall’Unione Europea per tutti i Paesi, è il 2030. In quell’ anno tutti i bus pubblici dovranno essere ad emissioni zero. È chiaro che avere a disposizione soltanto mezzi ecologici non risolveà il problema delle città ammorbate da smog e PM 10. Ci vogliono altre azioni, come l’uso di fonti energetiche pulite, una diversa mobilità privata, interventi di arredo urbano, più alberi e così via.
Nel 2022 – sempre secondo l’UITP- in Europa sono stati immatricolati 15 mila nuovi autobus, ma i loro motori non sono né elettrici, né ibridi, tanto meno a metano: sono tutti a diesel. Avete capito bene, i nuovi autobus che stanno entrando in attività continuano ad inquinare. Qualcosa, insomma, non è andato per il verso giusto. E una volta tanto non è una storia italiana. Semplicemente, Commissione Europea, case costruttrici, governi nazionali, aziende di
trasporto non si sono coordinati. Avranno dimenticato quello che sta scritto in tanti documenti sulla transizione ecologica. Urge, allora, ricordalo e a questo punto entriamo in gioco noi italiani.
Nel prossimo sondaggio sui mezzi pubblici potremmo lamentare ai primi posti la circolazione di mezzi inquinanti, oltre a tutte le altre inefficienze che nel frattempo potrebbero anche non essere più tali. I risultati del sondaggio in chiave green ci darebbero una bella patente di ecologisti realisti non demagogici. Arriverebbero sui tavoli di sindaci, aziende di trasporto, Presidenti di Regione, parlamentari, strateghi verdi, fino all’attuale On. Sig. Ministro dei trasporti. Il risoluto vicepremier avrebbe un grande- e ahinoi !- reale motivo per svegliare quell’Europa da lui non molto amata e che “da anni chiacchiera soltanto “. Allora, chi promuove il sondaggio ?