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Gli Impressionisti a Catania, una grande mostra fino al 21 aprile

Gli Impressionisti a Catania, una grande mostra fino al 21 aprile

03 Febbraio 2019 0 Di Francesca Pierpaoli

Ci sono proprio tutti: Manet, Monet, Gauguin, Renoir, Degas, Pissarro ma anche tutti gli altri aderenti all’Impressionismo per la prima volta insieme a Catania, in un percorso pieno di sorprese.

Fino al 21 aprile 2019 i prestigiosi spazi museali del Palazzo Platamone di Catania ospiteranno “Percorsi e segreti dell’Impressionismo”. La mostra, a cura di Vincenzo Sanfo, Fiorella Minervino e con un testo in catalogo di Maïthé Vallès-Bled, è un progetto di Sicilia Musei in collaborazione con Dietro le Quinte e Diffusione Italia Internatonal Group, con il patrocinio del Comune di Catania .
Per la prima volta in Italia si possono ammirare i lavori di quasi tutti gli artisti che parteciparono alle otto mostre ufficiali dell’Impressionismo.
Le mostre che nel tempo sono state dedicate agli impressionisti, sono sempre state realizzate attorno ai nomi di Pissarro, Degas, Monet, Renoir e Manet. “Percorsi e segreti dell’Impressionismo”, pur presentando anche questi grandi artisti è anche la mostra più completa mai realizzata in Italia su questo movimento.

Un excursus ampio ed articolato

L’esposizione farà scoprire tutte le ricerche che questi artisti portarono avanti in un’epoca di grandi sconvolgimenti, dalla pittura ad olio al pastello, dalla ceramica alla scultura, dal disegno alla grafica; sconvolgimenti che costrinsero gli impressionisti ad inventare nuove tecniche di stampa e nuovi metodi espressivi. In mostra un ampio panorama delle tecniche usate dagli Impressionisti, che si trovarono a dover combattere con un nemico temibile, subdolo e mai affrontato in precedenza da altri: “la fotografia”, che con la sua forza prorompente cambiò la concezione della pittura. L’impressionismo accettò inconsapevolmente la sfida della fotografia facendola divenire la spinta propulsiva e liberatoria dell’arte del ‘900 e dei secoli a venire.
Il progetto per la Città di Catania parte dalle opere di Ingres, Delacroix, Courbet, Corot, Millet, che dal realismo alle bucoliche espressioni della scuola di Barbizon dettarono i canoni di un gusto estetico che trovò nella pittura “en plein air” la sua giusta dimensione per arrivare infine alla rivoluzione impressionista.

L’importanza degli artisti minori

“Abbiamo voluto fortemente questa Mostra perché non è solo l’ennesima, per quanto sempre piacevole, rassegna dei grandi e noti nomi dell’Impressionismo. Ma perché coinvolgendo anche i nomi cosiddetti “minori”, essa traccia un inedito e sorprendente percorso, ben oltre la sola pittura, che giunge fino a Picasso. Una mostra quindi che potrà essere apprezzata da chi si approccia per la prima volta all’Impressionismo, ma non potrà non esserlo anche da chi lo conosce bene e che avrà finalmente una chiave di lettura più ampia e corretta dell’intero movimento artistico” – ha dichiarato il curatore Vincenzo Sanfo.
Gli impressionisti interpretano e anticipano novità, ricerche, scoperte del loro tempo. Figli del Positivismo e dell’amore per la scienza, affrontano teorie del colore, spazio ribaltato e frantumato, esplorazione del movimento, dissoluzione delle forme e poi ricostruzione rinnovata. Freud, Einstein, molta moderna psicologia, il cinema e tante altre rivoluzioni moderne non sono troppo lontane da loro, scaturiti da conflitti politici, sociali, dalla guerra Franco-prussiana del ‘70, dall’industrializzazione crescente con le nuove fabbriche e masse di lavoratori in città dalla campagna. Vivono la nuova Parigi del Barone Haussmann, la vasta rete ferroviaria, la scoperta dello sport e delle gite domenicali fuori porta, i viaggi, i divertimenti la sera tra i cafè e “Café’ chantant”, il teatro, l’Opera. Sono i nostri antenati per attitudini, sperimentazione accanita anche tecnologica con la scoperta della fotografa; esplorano tutti i processi di grafica per ottenere la stampa, dell’incisione all’acquaforte, dai dagherrotipi, fotoincisione, héliographie, ma colgono l’imprevisto e il “flou”. “ – scrive Fiorella Minervino.
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