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Gli incursori dell’Esercito nel giorno della memoria: «Presenti!»

Gli incursori dell’Esercito nel giorno della memoria: «Presenti!»

16 Settembre 2019 0 Di Claudia Svampa

A Pisa il giorno della memoria dei 38 incursori del 9° Reggimento Col Moschin morti in servizio.

I nomi dei trentotto incursori vengono letti, uno dopo l’altro, preceduti dal rispettivo grado militare. Per trentotto volte, i colleghi, all’unisono, onorano il ricordo di ogni nome pronunciato rispondendo «presente!».

Il 9° Reggimento Col Moschin ricorda i 38 incursori morti in servizio

Sono stati celebrati così, il 13 settembre, giorno della memoria, tutti i trentotto uomini del 9° Reggimento d’assalto Col Moschin, le Forze Speciali dell’Esercito, che hanno perso la vita durante gli anni di servizio.

Dei loro volti, allineati uno dopo l’altro su un grande tableau, restano i sorrisi di gioventù cristallizzati in un tempo che non avanzerà mai verso la vecchiaia.

Per un giorno, la B.A.I. (Base Addestramento Incursori) di Marina di Pisa, presso la quale vengono formati gli incursori dell’esercito, e cuore pulsante del Reparto, ha aperto le porte ai civili, familiari e amici, per una giornata celebrativa che il Comandante del 9° Col Moschin, il Colonnello Yuri Grossi, ha strutturato attraverso un programma iniziato con l’aviolancio TCL (tecnica caduta libera) dei paracadutisti che, nel cielo limpidissimo, hanno lasciato impressa la scia tricolore dei fumogeni e portato in volo le bandiere del Reparto, dell’esercito e dell’Italia .

A seguire la cerimonia ha previsto la celebrazione della Santa Messa e la commemorazione dei defunti raccogliendo tutti i presenti nel grande piazzale centrale dove é stato allestito l’altare.

Le parole del giovane neo cappellano militare della brigata Folgore e del Tuscania, Don Giuseppe Balducci durante l’omelia, hanno delineato il profilo professionale e umano degli incursori, élite militare poco conosciuta che ha sempre operato in assoluta riservatezza.

«Non hanno notorietà, soprattutto qui in Italia dove la sensibilità é diversa rispetto a certe realtà operative – ha detto Don Balducci durante l’omelia – perché spendono il loro servizio silenziosamente, dando l’esempio e lavorando con abnegazione. Ed é quello che ritroviamo nel Vangelo, che non chiede gli onori delle cronache, bensì di essere autentici in ciò che si fa. Loro che svolgono questo servizio peculiare ne sono i testimoni, con le loro azioni di coerenza e, sicuramente, con un’elevatezza morale non comune».

Le parole del sacerdote, quel lieve accenno alla non notorietà e a un’Italia con «sensibilità diversa rispetto a certe realtà operative» non possono però non far riflettere sulla differenza sostanziale tra fama e pubblico riconoscimento.

E’ fuor di dubbio che gli incursori e le élite delle Forze Speciali come anche il mondo militare in generale, siano antitetici alla visibilità intesa come popolarità e fama.

Ma il pubblico riconoscimento di eccellenze che onorano l’italianità e il Paese, la cultura sociale dell’orgoglio per chi la rappresenta sono altra cosa.

Gli incursori del 9° Reggimento d’assalto Col Moschin e il loro Comandante Grossi sono gli stessi che, in un passato recentissimo, con calcoli millimetrici di posizionamento di esplosivo agli stralli del ponte Morandi, hanno operato quel miracoloso capolavoro di demolizione a coreografia perfetta che il resto del mondo ha guardato stupefatto, quale una delle recenti opere magistralmente condotte.

Il resto del mondo, appunto, meno gli italiani, ignari o disinteressati rispetto a tanta eccellenza professionale.

La giornata commemorativa si é poi conclusa con la lettura della Preghiera dell’Incursore e un rinfresco offerto agli oltre trecento ospiti.

Al margine dell’evento, é stato ospitata l’assemblea nazionale dell’Anie (Associazione Nazionale Incursori Esercito) per l’elezione del nuovo presidente.

A seguito delle dimissioni del presidente uscente Colonnello incursore Angelo Passafiume, é stato dunque eletto alla presidenza nazionale il Primo Luogotenente incursore Renato Daretti.

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