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Gli italiani attori positivi del futuro green

Gli italiani attori positivi del futuro green

28 Marzo 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Una indagine della BEI contiene dati rassicuranti sulla transizione ecologica. La politica se n’è accorta ?

Per tre quarti degli italiani la transizione verde migliorerà la qualità di vita. Un terzo, pero’, ha paura di perdere il posto di lavoro perché le attività svolte non saranno compatibili con la lotta ai cambiamenti climatici. La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) qualche giorno fa ha diffuso i dati di uno studio sul clima. L’analisi riguarda gli anni 2021 e 2022 con gli effetti della pandemia tutti in campo. A parte la preoccupazione per il lavoro i numeri sono sostanzialmente buoni per quel che riguarda il passaggio ad un nuovo ordine economico e sociale. Gli italiani hanno, insomma, fiducia in una crescita generalizzata e sostenibile del proprio Paese. Il 60% degli intervistati ritiene addirittura che le politiche verdi miglioreranno anche il potere d’acquisto delle famiglie. Un dato davvero straordinario quest’ultimo che è  superiore di 22 punti percentuali alla media dell’UE che è pari al  38%.

L’impegno per il clima

La BEI da tempo è impegnata a finanziare progetti ed iniziative industriali in campo climatico, ma i dati italiani rivelano un ottimismo inaspettato. La transizione verde nei prossimi anni coinvolgerà milioni di persone e nuove professioni. Bisognerà riorganizzare interi settori della vita economica e sociale e il  Piano di Ripresa con i 200 miliardi di euro di finanziamenti è la più grande operazione trasversale dal dopoguerra in poi. Ma i dati presentati dalla BEI sono anche lo specchio del desiderio di una vita qualitativamente diversa. Per troppi anni le classi dirigenti hanno trascurato gli effetti di uno sviluppo accelerato e diffuso. Se oggi i cittadini italiani sono tra i più ottimisti, è perché qualcosa di nuovo si comincia a vedere. Non è solo e tutto  merito del governo Draghi, evidentemente. Tuttavia essere passati in un paio di anni da una visione ristretta e negazionista sulle infrastrutture necessarie ad un “nuova Italia” a qualcosa realmente da fare, è di tutta evidenza. 

La buona politica

Una banca che studia questi fenomeni lo fa in base ad una strategia e ad un interesse legittimi. ” Come banca dell’UE per il clima, abbiamo la responsabilità di affrontare queste preoccupazioni collaborando sia con il settore pubblico che con quello privato per finanziare una transizione resiliente e a basse emissioni di carbonio, garantendo nel contempo che nessuno resti indietro. Cosi’ la Vicepresidente della BEI, Gelsomina Vigliotti. che ha valutato positivamente i risultati dello studio. Se passiamo dal piano economico-finanziario a quello più generale, per darci altra fiducia dobbiamo sperare che chi la responsabilità di prendere decisioni legga in profondità i numeri della BEI. Tradotti, sono l’aspirazione a vivere in un Paese senza rischi ambientali, di forniture energetiche, paure di blackout, di danni alla salute, di furberie e stranezze falsamente ecologiche. A ben vedere sono le ragioni della buona politica. Ed è  ora che ritorni.

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