Contenuto Pubblicitario
Gorizia-Nova Gorica capitale della cultura, Mattarella: Guardiamo al futuro

Gorizia-Nova Gorica capitale della cultura, Mattarella: Guardiamo al futuro

21 Ottobre 2021 0 Di Pietro Nigro

I Presidenti della Repubblica italiana, Sergio Mattarella e di Slovenia, Borut Pahor nominano a Capitale europea della cultura 2025 le città di Gorizia e Nova Gorica.

Gorizia-Nova Gorica capitale della cultura 2025

Una cerimonia volutamente caricata di significati altri, quella con cui oggi le città di Gorizia e Nova Gorica sono state nominate Capitale europea della Cultura 2025. A presenziare la cerimonia, che si è svolta in piazza Bekov a Nova Gorica, i due presidenti, quello della Repubblica italiana Sergio Mattarella, e quello della confinante Repubblica di Slovenia, Borut Pahor, insieme ai due sindaci di Gorizia, Rodolfo Ziberna e di Nova Gorica, Klemen Miklavic.

All’indomani della Seconda guerra mondiale, infatti, Gorizia è rimasta al di qua del nuovo confine italiano mentre parte del suo territorio è stato assegnato alla neonata Repubblica di yugoslavia, e Nova Gorica è la nuova città creata per dare un capoluogo a quel distretto. Le due città sono rimaste divise dalla frontiera e dal “muro” della cortina di ferro fino alla caduta del Comunismo e sono state fisicamente riunite quando la Slovenia è stata ammessa nell’Unione europea.

Lo scorso 18 dicembre le due città congiuntamente hanno raggiuto questo importante traguardo, la indicazione di Capitale europea della Cultura per il 2025. Nella riunione del 14 aprile a Roma, inoltre, i presidenti avevano annunciato che avrebbero conferito il proprio patrocinio onorario all’appuntamento, decidendo di visitare insieme i due centri in autunno a sostegno del progetto.

La cerimonia, dunque, ha avuto luogo in parte in Slovenia, appunto nella piazza Bevkov, dove Mattarella è stato accolto da Pahor e, insieme, hanno ricevuto gli onori militari, e incontrato il comitato organizzatore di Go! 2025 e i rappresentanti delle rispettive minoranze e hanno visitato il nuovo ponte di Salcano, che unisce le due sponde dell’Isonzo.

E nel pomeriggio è proseguita in Italia, quando i due Capi di Stato si sono recati a Gorizia, dove, dopo gli onori militari, hanno visitato la mostra per i 140 anni del quotidiano “Il Piccolo”, allestita al teatro Verdi, accolti dal direttore Omar Monestier.

La celebrazione ha avuto luogo nella piazza della Transalpina, che si trova al centro della linea di confine fra le due città e che per l’occasione è stata blindata e chiusa in una “bolla d’aria” sin da questa mattina da imponenti misure di sicurezza.

Mattarella e Pahor hanno pronunciato i loro interventi, alla presenza, oltre dei due sindaci anche del presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga e diverse altre autorità e al termine, hanno assistito al concerto organizzato per l’occasione, con la partecipazione di musicisti e cantanti italiani e sloveni e di cori giovanili.

Mattarella: Questo confine torna ad essere momento di scelta e di unione

Questo confine torna a essere un momento di scelta e di unione, un confine che si trasforma in elemento di raccordo e collaborazione, capace di far crescere insieme. Nel percorso che le condurrà Gorizia e Nova-Gorica al 2025 saranno la vetrina dell’autentico spirito europeo – ha detto Mattarella a Gorizia – Non coglieremmo però appieno tutte le  opportunità se limitassimo lo sguardo ai nostri Paese e a quelli che hanno già raggiunto l’Unione, Il processo d’integrazione non sarà infatti completo fino a quando i Paesi del Balcani occidentali non potranno condividere un destino comune. Slovenia e Italia sostengono le aspirazioni dei nostri vicini sostenendo i processi di riforma. Non ci nascondiamo quanto impegnative siano le difficoltà ma non giustificano incertezze o cambi di rotta da parte dei 27″ .

Gorizia è la città italiana che forse più ha vissuto e subito le atmosfere e i climi della Guerra fredda, e come Berlino ha avuto il suo “muro”, il Muro di Gorizia (in sloveno Goriški zid) come è stata definita la recinzione in calcestruzzo sovrastato da una ringhiera di ferro costruita nel 1947 lungo il confine italo-jugoslavo e che attraversava la città di Gorizia per separare l’abitato goriziano rimasto italiano dai quartieri periferici e dalla stazione ferroviaria della ferrovia Transalpina, che furono annessi al termine della Seconda guerra mondiale alla Jugoslavia.

Gorizia e Nova Gorica, fino a ieri divise da un muro e oggi unite per la cultura

Muro che, all’indomani dell’ingresso della Slovenia in Ue, nel 2004, è stato parzialmente smantellato proprio in quella piazza Transalpina che oggi ha ospitato parte della cerimonia.

E’ la storia delle aree di confine a parlarci di drammi e sofferenze indicibili per il superamento del quale ha contribuito la costruzione di un nuovo spirito europeo. – ha detto Mattarella nel suo discorso di oggi – Bisogna guardare insieme a un orizzonte condiviso nella comune famiglia europea, superare le tragedie del passato nel segno del rispetto“.

E se fino a ieri l’altro, dunque, anche quel muro ha contribuito a “dividere”, secondo il Presidente della Repubblica, “Costruire una memoria condivisa vuol dire accettare le responsabilità, ripercorrere la storia affrontando con rispetto, approccio rigoroso e scientifico le vicende dolorose patite dalle popolazioni di queste terre“.

Gorizia e il confine hanno avuto complesse e a tratti dolorose vicende per tutto il corso del 1900. Il territorio Goriziano, infatti, è stato parte dell’Impero Asburgico fino alla prima guerra mondiale, per essere poi alternativamente coquistato e perso durante tutto il conflitto, ed essere definitivamente assegnato all’Italia dai trattati di pace, mentre è stato poi smembrato e diviso tra Italia e Yugoslavia al termine del Secondo conflitto.

Quel confine, quel muro, sono stati poi, insieme alla Stella rossa che per tutta l’epoca comunista ja campeggiato sulla stazione Transalpina di Nova Gorica, hanno rappresentato il simbolo evidentissimo della divisione tra est ed ovest in Europa almeno fino al 2007.

Questa onorificenza parla di un cammino: quello che anche il Presidente Pahor e io abbiamo percorso in questi anni, senza esitazioni, per giungere a un definitivo superamento delle incomprensioni del passato e costruire insieme un futuro di ancor più intensa collaborazione – ha detto ancora Mattarella a Gorizia rivolgendosi a Pahor – Nel corso di questi anni abbiamo avuto molte volte occasione di ritrovarci insieme per scambiare idee, approfondire i temi di reciproco interesse, consolidare i rapporti bilaterali nel contesto delle comuni istituzioni europee“.

Per il capo dello Stato non bisogna “costringere il dibattito entro lo spazio sottile di letture di parte, sfuggendo, contemporaneamente, alla tentazione di accantonarne le pagine più aspre e scomode“.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82