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Governo Draghi al via: ecco la squadra

13 Febbraio 2021 0 Di Fabiana Mele

Ecco la squadra del Governo Draghi:  tirando le somme, un governo molto politico, ma tecnico al punto giusto.Sabato il giuramento al Quirinale.

 

Roma - Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi con il nuovo Governo, oggi 13 febbraio 2021. (Foto di Paolo Giandotti - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica).

Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il Presidente del Consiglio Mario Draghi con il nuovo Governo, oggi 13 febbraio 2021. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica).

Il governo dei competenti, quindi, nella sua componente politica è il risultato di un’elaborata distribuzione di poltrone. Una domanda però sorge spontanea: perché i leader di partito non sono presenti? Sono stati così generosi da affidare gli incarichi ai numeri due (Andrea Orlando per il PD e Giancarlo Giorgetti per la Lega) oppure Draghi ha voluto evitare l’insorgere di problemi futuri?

Governo Draghi: conferme, ritorni, proporzioni

La proporzione tra tecnici e politici è di 1 a 2: i primi sono otto, i secondi 15. Ne fanno parte 23 ministri, di cui 8 donne e 15 uomini. L’età media è di 54 anni.
C’è da dire che, però, i ministeri chiave sono stati affidati ai tecnici. Al principale gruppo politico in Parlamento, il Movimento 5 Stelle, vanno quattro ministeri. Tre vanno invece a esponenti della Lega, di Forza Italia e del PD. A Italia vivaLeu resta un ministero a testa.

Ma procediamo con ordine.

Europa e Recovery in mano ai tecnici

A nove giorni dall’incarico ricevuto, Draghi è salito al Colle per sottoporre la tanto attesta lista dei ministri a Mattarella. Che l’ha approvata, sulla scia di un’intesa nata sin da subito.
Una cosa però va sottolineata: i dicasteri chiave per la gestione del Recovery sono stati affidati tutti a tecnici, segno che Draghi vuole tenere per sé e per i suoi fidati i rapporti con l’Europa e la stesura del piano di fondi europei.

I tecnici

Nonostante le divisioni interne, Grillo aveva chiesto come condizione fondamentale per l’appoggio del M5S una sola cosa: il ministero della Transazione ecologica, affidato a Roberto Cingolani. Fisico, da fine 2005 presidente dell’Istituto Italiano di Tecnologia, dal 2019 Chief Technology and Innovation Officer di Leonardo Finmeccanica.

Proseguendo la presentazione, abbiamo Vittorio Colao, il manager che guiderà il Ministero per l’Innovazione tecnologica e la transizione digitale. Dirigente d’azienda, ha guidato Vodafone e Rcs MediaGroup, prima di passare a Verizon. Nell’aprile 2020 è designato dal Governo Conte 2 per guidare la task force della cosiddetta “Fase 2” per la ricostruzione economica del Paese.

Per quanto riguarda il ministero della Giustizia, Bonafede passa la palla a Marta Cartabia, ex presidente della Corte Costituzionale.

Cristina Messa, ricercatrice di medicina nucleare ed ex rettrice dell’Università Milano-Bicocca, ottiene il Ministero dell’Università e della Ricerca.

A Patrizio Bianchi, direttore scientifico dell’Ifab, va l’Istruzione.

Enrico Giovannini, già ministro con Mario Monti, va alle Infrastrutture e trasporti. Ex presidente dell’Istat, già ministro del Lavoro del Governo Letta e attuale presidente dell’Asvis.

Confermata la nomina all’Economia di Daniele Franco, dal 2013 al 2019 Ragioniere generale dello Stato e dal gennaio 2020 direttore generale della Banca d’Italia e presidente dell’Ivass.

Infine, abbiamo Luciana Lamorgese, posta alla guida del Viminale nel 2019 dopo l’ingombrante presenza di Matteo Salvini, ex prefetto a Milano e Venezia.

I politici

Passiamo ora ai politici. Quelli confermati dal governo Conte 2 sono per il M5S Luigi Di Maio, che rimane agli Esteri; Federico D’Incà, ai Rapporti per il Parlamento; Fabiana Dadone, che lascia la Pubblica Amministrazione e va alle Politiche giovanili. Cambio di ministero pure per Stefano Patuanelli, che passa dallo Sviluppo Economico all’Agricoltura.

Il PD conferma Dario Franceschini alla Cultura e Lorenzo Guerini alla Difesa.

Entra al governo, al ministero del Lavoro, Andrea Orlando, già ministro dell’Ambiente nel Governo Letta e della Giustizia nel Governo Renzi.

Leu ottiene la conferma di Roberto Speranza alla Salute, mentre Italia viva, causa della crisi, riporta al ministero della Famiglia e delle Pari Opportunità Elena Bonetti.

Poi ci sono gli altri partiti, quelli che dall’opposizione sono passati alla maggioranza. E stiamo parlando ovviamente della Lega. Salvini piazza Giancarlo Giorgetti, già sottosegretario del governo gialloverde, allo Sviluppo economico. Erika Stefani si siede sulla poltrona di ministra delle Disabilità, un dicastero creato dopo un’espressa richiesta di Salvini.
Massimo Garavaglia torna al vertice del ricostituito ministero del Turismo.

Anche per Forza Italia tre poltrone, e tutte a tre ex ministri. Torna in auge Renato Brunetta che riprende l’incarico al vertice della Pubblica Amministrazione; Mara Carfagna ottiene il Sud e la Coesione territoriale; Maria Stella Gelmini, la contestata ministra dell’Istruzione dal 2008 al 2011 nel Governo Berlusconi, va agli Affari regionali e Autonomie.

Il giuramento dei nuovi ministri, trasmesso in diretta sul canale Youtube del Quirinale, a partire dalle 12:

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