Contenuto Pubblicitario
L’autonomia differenziata dopo il no della Consulta.

L’autonomia differenziata dopo il no della Consulta.

22 Gennaio 2025 0 Di Nunzio Ingiusto

Appello del Forum Disuguaglianze e Diversità a proseguire la battaglia con i Comitati referendari. Per gli altri referendum ammessi, si voterà tra il 15 aprile e il 15 giugno.

 

L’opposizione al progetto di autonomia differenziata non va in archivio. La Corte Costituzionale ha bocciato il referendum, ma il fronte dell’opposizione non è intenzionato a spegnere la fiammella accesa dai Comitati per il referendum. La decisione della Consulta di dichiarare l’inammissibilità del referendum sull’autonomia differenziata – ha scritto il Forum Disuguaglianze e Diversità- sposta l’impegno della forte mobilitazione sulle misure e i provvedimenti che la Corte Costituzionale stessa ha indicato come indispensabili e non soddisfatti. I giudici, infatti, hanno ritenuto illegittime moltissime disposizioni della legge Calderoli e ora c’è la necessità  di bilanciare poteri e competenze future. Ma  se si guarda agli elettori è noto che  sono sempre meno coinvolti dai processi decisionali.

I due fronti politici sull’autonomia e sull’opposizione si misureranno ancora a lungo sul progetto, dunque, a partire proprio da punti specifici osservati dalla Corte. La partita non può dirsi conclusa. L’attenzione su cosa ne pensano gli italiani è cruciale. Come quella sulla reale contrapposizione tra italiani del Nord e del Sud. Il referendum è uno strumento che gli elettori conoscono bene, nonostante la sua efficacia abbia avuto momenti e risulotati diversi. I Comitati contro l’autonomia differenziata sostengono  a ragione che il pronunciamento della Corte ha lasciato aperti la costituzione questioni centrali come la creazione di un fondo perequativo nazionale, la fissazione da parte del Parlamento dei Livelli Essenziali di Prestazione, la determinazione dei fabbisogni finanziari necessari per raggiungere i LEP e altri punti su cui la politica dovrà intervenire.

È un dato di fatto che nel panorama delle competenze future le Regioni dovranno organizzare da cima a fondo settori su cui sono del tutto impreparate. Il trasferimento di poteri richiederà anni con l’inevitabile, ulteriore caduta di benefici per i cittadini. Prendiamo per esempio l’energia. È questione che incide su tutta l’economia nazionale, sulla competitività delle imprese, sui sistemi di produzione, stoccaggio e capacità delle infrastrutture. Come sarà distribuita, come saranno le bollette, chi fisserà le tariffe, quanta energia rinnovabile sarà immessa in rete in ogni singola Regione?  Per non dire di sanità, istruzione e altro. Quanti anni passeranno prima che il progetto di differenziazione territoriali diventi concreto ? Evidentemente l’impegno di chi non accetta le differenze tra le Regioni non si arresterà nel breve periodo,  sentendo sul collo  preoccupazioni e disagi di milioni di persone. L’opposizione all’autonomia differenziata “può riprendere da subito a partire dall’alleanza che ha permesso di costruire i comitati per il referendum che in pochi mesi hanno raccolto più di un milione di firme per la presentazione del quesito”, rilancia il Forum Disuguaglianze e Diversità.

La Consulta ha, comunque, dichiarato ammissibili altri cinque referendum: quello sul dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza in Italia dello straniero maggiorenne per la richiesta della cittadinanza italiana; quello sui contratti di lavoro a tutele crescenti e sui licenziamenti illegittimi; sui licenziamenti nelle piccole imprese; sull’abolizione delle norme sul lavoro subordinato; sulla responsabilità del datore di lavoro in tema di infortuni. I giudici costituzionali depositeranno la sentenza nei prossimi giorni, mentre per i quesiti dichiarati ammissibili, i referendum si dovranno svolgere tra  il 15 aprile e il 15 giugno. L’impegno dei Comitati resterà alto e oltre agli aspetti sull’autonomia si concentrerà sull’abrogazione delle norme sul lavoro e sulla riduzione da 10 a 5 degli anni di residenza  per  la domanda di cittadinanza. Cosa diranno gli italiani con il voto, se il Parlamento non interverrà prima ? Lo scontro politico riprodurrà le differenze già ciste in Parlamento ?  L’Italia può restare unita anche applicando alcune norme del progetto Calderoli, ma occorre saggezza, buon senso e lungimiranza politica. Tuttavia, siamo pur sempre quelli che discutono se Garibaldi abbia fatto bene o no a stringere la mano a Re Vittorio Emanuele II a Teano.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82