Più Comuni sostenibili, ma l’Italia ha il passo lento
14 Dicembre 2024Le buone pratiche promosse dalla Rete dei Comuni sostenibili sono state inserite dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile nel suo Rappporto 2024. Il sistema Paese deve fare uno scatto.
La Rete dei Comuni Sostenibili italiani è entrata nel Rapporto preparato dall’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS ) intitolato “I territori e gli obiettivi di sviluppo sostenibile” presentato nella sede del Cnel, il Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, a Roma. È un appuntamento fisso dell’organizzazione che “illustra, attraverso dati e grafici, il posizionamento di regioni, province, città metropolitane, aree urbane e comuni rispetto alla realizzazione dei 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) dell’Agenda 2030”. La ricerca approfondisce lo stato della Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile e le sue ripercussioni sugli enti locali. Analizza anche le disuguaglianze territoriali e le politiche di coesione sia dal punto di visto europeo che nazionale e ciò rende particolarmente interessante la scadenza annuale. Nel Rapporto non manca praticamente nulla delle criticità che pesano sull’Italia.
La Rete dei Comuni Sostenibili dal 2021 aiuta gli enti locali nelle buone pratiche che migliorano la vita dei cittadini. I Comuni di Pesaro, Piacenza e Cappella Maggiore sono citati dall’ASviS come esempi concreti di pratiche ambientali efficienti. Di più, spiega l’organizzazione, le buone pratiche saranno pubblicate anche in un paper dell’Alleanza a inizio del nuovo anno. “La Rete dei Comuni Sostenibili nasce da una grande sinergia progettuale con ASviS, che per noi è il punto di riferimento in Italia sullo sviluppo sostenibile – affermano Valerio Lucciarini De Vincenzi e Benedetta Squittieri, presidente e copresidente della Rete. Guidano una comunità in continua crescita con decine di amministratori che condividono le impostazioni di fondo per cambiare faccia alle città. Le migliorano con impegno e sacrifici di vario tipo. È una strada con molti ostacoli, ma superabili con coordinamento e voglia di fare. In fondo è il modo per tenere i cittadini vicini alle istituzioni. In ogni caso nel Rapporto dell’ASviS non c’è solo oro luccicante.
L’Italia è ancora in ritardo su molte questioni ambientali e climatiche. C’è passo lento sui traguardi dell’interno sistema Paese con la necessità di concentrarsi sulla ‘territorializzazione’ degli obiettivi di sviluppo sostenibile. In questo senso la Rete dei Comuni Sostenibili, è considerata una buona pratica dall’ASviS. I sindaci fanno quello che possono, in tanti hanno progetti in corso con i fondi del PNRR, ma la debolezza degli interventi guidati dal centro del potere politico e istituzionale si fa sentire. Governo e Parlamento restano i perni di una programmazione che deve innestare la marcia più veloce di cui dispone. Siamo ancora una volta, davanti a una macchina burocratica pesante e stressante per centinaia di amministratori locali. I Comuni sono il grande patrimonio italiano e la loro vivibilità è il migliore indice di progresso e di ricchezza. Evidentemente non sono tutti uguali e la ragione per la quale la Rete dei Comuni Sostenibili quest’anno è stata presa a modello dall’Asvis è dovuta al fatto che molti sindaci e rappresentanti di comunità territoriali si affidano al volontariato e al sostegno di finanziatori locali. Una buona pratica, certamente, ma che denota differenze che vanno appianate. Il prima possibile.