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I versi di Rumi, il poeta mistico persiano

I versi di Rumi, il poeta mistico persiano

01 Giugno 2022 0 Di Massimo Solimene

L’Iran è un paese ricco di cultura, di storia e di bellezza. È un luogo lontano, spesso difficile da comprendere per gli osservatori occidentali. Si tratta infatti di un paese che ha avuto legami molto intensi e proficui con altre civiltà, mantenendo però sempre una sua identità particolare. La cultura persiana è un oceano vasto, un universo multiforme di arte, di musica, di letteratura, di mistica e di filosofia.

Nel corso dei secoli sono stati molti i popoli influenzati dalla cultura persiana. Gli antichi Romani non erano mai riusciti a sconfiggere i Parsi. Nell’antichità due grandi imperi coesistevano, quello romano e quello persiano, osservandosi con reciproca ammirazione. Non a caso, nell’antica Roma troveranno diffusione diversi culti persiani, uno su tutti quello del dio Mitra. Nel Medioevo sono stati molti i filosofi persiani che hanno tradotto in arabo i classici della filosofia occidentale, salvando opere come quella di Aristotele. I grandi letterati dell’Occidente, come Johann Wolfgang von Goethe e Ralph Waldo Emerson erano appassionatissimi di letteratura persiana, in particolare, amavano i grandi poemi classici della Persia. Per secoli, molti dei più preziosi tesori dall’Estremo Oriente sono arrivati in Occidente passando proprio attraverso la Persia. La cosa riguarda tanto i commerci, che l’arte, la cultura e la vita quotidiana. Secondo alcuni storici, persino le regole del Texas Hold’em hanno origini persiane. L’antenato del poker potrebbe infatti essere il gioco persiano che prende il nome di “âs nas”. Molto probabilmente questo gioco era stato insegnato dai marinai persiani ai coloni francesi di New Orleans.

Non a caso, tra i nomi più celebri della cultura persiana troviamo quello di Rumi. Teologo, poeta e mistico persiano nato a Balkh nel XIII secolo, rappresenta uno dei massimi autori della letteratura persiana. Lo scrittore e traduttore Sharam Shiva, parlando di Rumi afferma che questo è stato un autore in grado di verbalizzare il mondo della crescita e dello sviluppo personale in modo unico, molto chiaro e diretto. Lo ha fatto in un modo che non ha mai offeso nessuno e ha incluso tutti. Per questo oggi si possono ascoltare i versi di Rumi persino nelle chiese, nelle sinagoghe, nei monasteri Zen, o persino in un concerto in un locale del centro di New York.  D’altronde il mistico persiano affermava proprio: “Se le vie sono differenti, lo scopo è uno solo”.

 

La vita di Rumi

Rumi, ovvero Jalāl al-Dīn Muḥammad Rūmī, conosciuto anche come Jalāl al-Dīn Moḥammad Balkhī, Mòlānā o Mòlavì, nasce nel 1207 a Balkh, in quella che era la grande regione del Khorasan, oggi Afghanistan. All’età di dieci anni compie il rituale pellegrinaggio alla Mecca insieme alla sua famiglia. I Mongoli invadono la Persia e tutta la famiglia di Rumi si rifugia nel nord-est dell’Iran. Stando ai racconti della tradizione, durante questa fuga Rumi era passato a Nishapur, dove aveva incontrato il celebre poeta Farid al-Din ‘Attar. Questo avrebbe predetto un grande futuro per il giovane Rumi e gli avrebbe donato una copia de “Il libro dei segreti”, il suo poema epico. Rumi studia moltissimo, supportato dal padre, predicatore molto celebre. Viaggia, studia teologia e giurisprudenza ad Aleppo e a Damasco. Conosce personaggi straordinari, come il filosofo e mistico Ibn Arabi. Fonda l’ordine Sufi dei Mevlevi, noti anche come “dervisci rotanti”. Si sposa due volte e diventa padre di quattro figli. Uno di questi, Walad, scriverà una biografia del padre. Muore il 17 dicembre del 1273, a Konya, in Turchia.

 

L’opera del poeta mistico

Le opere principali di Rumi sono due, il “Divan-i Shams-i Tabrīz” (“Canzoniere di Shams-i Tabrīz”) e il poema “Masnavī-yi Maʿnavī” (“I Distici Spirituali”). La prima opera è un’immensa raccolta di odi.

“I Distici spirituali”, invece, sono un poema lungo a rime baciate di oltre 26.000 versi doppi in sei volumi, o quaderni (“daftar” in persiano), ciascuno introdotto da una prefazione in prosa scritta in lingua araba. Quest’opera occupa un ruolo primaria all’interno della tradizione letteraria del sufismo persiano, tanto da meritarsi l’appellativo popolare di “Corano in persiano”.

Al nome di Rumi sono legate anche opere di prosa come il “Fihi Ma Fihi” (“Il libro delle profondità interiori”) un resoconto di 71 discorsi tenuti da Rumi ai suoi discepoli. Non è stato scritto direttamente dall’autore, ma nasce dagli appunti presi dai suoi seguaci. Sono state conservati e pubblicati anche i suoi epistolari privati.

 

L’influenza culturale di Rumi

Oggi per molti gli insegnamenti di Rumi rappresentano una delle migliori introduzioni alla filosofia e alla pratica del sufismo. Le opere di rumi sono state tradotte in tantissime lingue, in ogni continente. Negli Stati Uniti, le letture delle poesie di Rumi sono entrate nella Top 20 di Billboard, l’autore risulta uno dei più letti in assoluto. Le interpretazioni in lingua inglese di Coleman Barks dell’opera di Rumi hanno venduto più di mezzo milioni di copie in tutto il mondo. Dal 1981 al 1994 sulle banconote turche da 5.000 lire erano stampate le effigie del poeta e il suo mausoleo.  Nell’India del Nord, a Lucknow, la capitale dell’Uttar Pradesh si trova il Rumi Gate, un’imponente porta dedicata al poeta mistico. “Apri la porta della tua mente al vagabondo della comprensione, perché tu sei povero e lui è ricco.

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