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Caro energia post guerra: il caso biogas

Caro energia post guerra: il caso biogas

03 Aprile 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

La Spagna promuove il biogas con una legge, l’Italia  puo’ produrne più di 2 miliardi di metri cubi. Un accordo per i finanziamenti.

Tra i tanti effetti controproducenti provocati dall’invasione russa dell’Ucraina ce n’è uno, in particolare, che sta interessando la politica: la necessità di affrettare il passaggio alle energie rinnovabili. I decisori politici europei – come spesso vengono chiamati tra burocratese e politichese- si sono resi conto che la dipendenza dalla fonti tradizionali alla fine lega tutti loro ad alcuni singoli Paesi produttori. Dinanzi ad eventi cosi’ inattesi ecco farsi strada paure e preoccupazioni. Certo l’Europa aveva già prima della guerra un piano ambizioso di passaggio alle fonti non inquinanti. Ma la corsa, per una serie di motivi, non è cosi veloce come tutti ci saremmo aspettati. Nelle sedi europee si litiga su gas, nucleare, carbone, approvvigionamenti e tanto altro. Una cosa, tuttavia,  è ormai risaputa: bisogna investire e favorire lo sviluppo di quell’economia circolare che è l’altro obiettivo di un passaggio epocale.

Cosa ha fatto la Spagna

Per affrettare simili passaggi in Spagna una settimana fa è stata approvato un provvedimento con linee guida per incentivare il biogas. E’ una fonte pulita, da stimolare come alternativa alle fossili. Non sostituirà come per incanto petrolio, gas e carbone, ma crescerà. L’Italia si muove a sua volta. Il Consorzio Italiano Biogas (CIB) e il Banco BPM hanno firmato un accordo di collaborazione per agevolare l’accesso al credito delle imprese della rete biogas. Dato che i territori in linea di massima sono pronti a dare una mano, utilizzando anche i fondi del PNRR, il sostegno di una banca è decisivo. L’accordo, se vogliamo, è anche un segnale alla  politica affinché valorizzi questi processi energetici sia a livello centrale che locale La collaborazione con il Banco BPM, ha detto Piero Gattoni, Presidente CIB, potrà dare nuovo slancio agli investimenti dei nostri soci nel percorso di sviluppo tracciato dal PNRR. Il consorzio – diversamente da quello che ha fatto la Spagna- è in attesa dei provvedimenti che daranno pieno sviluppo a biogas e biometano agricolo. Anzi, ha aggiunto Gattoni,  la collaborazione tra la nostra rete imprenditoriale e il mondo bancario aiuterà il modello del Biogasfattobene per contribuire agli obiettivi di transizione e decarbonizzazione italiani.

L’Italia ha grandi capacità di produzione

Le Banche di solito fiutano gli affari e in questo momento, spinte anch’esse dalle tensioni internazionali sull’energia, sembrano aprire  con minore fatica i propri forzieri. Sarà perché sono stufe di essere viste come lobby maldisposte ai cambiamenti, ma si presentano più sensibili.  BPM ha firmato un accordo in base al quale supporterà le imprese associate al CIB con prodotti finanziari e consulenza qualificata.L’ accordo sottoscritto pone le basi per una stabile collaborazione volta proprio a sostenere gli investimenti, l’innovazione e lo sviluppo di questo particolare settore ” ha spiegato Massimo Pasquali, dirigente di quella Banca. Biogas e biometano per migliaia di aziende agricole sono il futuro e già oggi quelle associate al CIB producono 500 Megawatt di energia pulita. Aggiungiamo che il prezzo del biometano può essere inferiore anche del 30% rispetto a quello del metano e che l’Italia puo’ produrne fino a 2,5 miliardi di metri cubi all’anno. E allora: siamo davvero condannati ad arrivare secondi ( dopo la Spagna) ?

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