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Caro bollette: commercianti sul piede di guerra

Caro bollette: commercianti sul piede di guerra

11 Ottobre 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

Confcommercio all’attacco della politica per affrontare il caro energia. Nel mirino la Meloni, a cui chiede un nuovo credito d’imposta.

Caro bollette: commercianti sul piede di guerra

La Confcommercio all’attacco della politica per affrontare il caro energia. Nel mirino stavolta c’è Giorgia Meloni, candidata premier, a cui viene chiesto un nuovo credito d’imposta. Cosa farà davvero?

Negozi aperti solo nei fine settimana, a Natale, Pasqua e nei periodi di picco. E’ l’ultima provocazione della Confcommercio rispetto al caro bollette.

Stavolta, però, la Federazione dei pubblici esercizi – Fipe- si rivolge direttamente a Giorgia  Meloni, come futuro presidente del Consiglio in pectore,visto che già Mario Draghi è intervenuto a loro favore con il credito d’imposta nel Decreto Aiuti-Ter.

La richiesta principale della categoria per superare il caro bollette è proprio questa.  Ma la Meloni oggi non può prendere nessun impegno e per svariate ragioni.

Non ultima la formazione del governo con la nomina del Ministro dell’Economia e la possibilità o meno di fare manovre sul bilancio.

Giorgia Meloni al congresso di Fratelli d'Italia di Trieste del 2 dicembre 2017 (ph. La7).

Il caro energia resta in primo piano e su questo non si discute. Oltre i consigli e le indicazioni per risparmiare forniti da Enti come l’Enea, i commercianti lamentano l’aumento delle bollette fino a 5 volte in più rispetto ad un anno fa.

”Sui prezzi dell’energia anche la speculazione sta uccidendo le nostre imprese”, è scritto in una lettera-documento firmata dai vertici della Federazione.

Per il terzo mese di seguito gli esercizi commerciali hanno avuto bollette di luce o gas quintuplicate in raffronto a 12 mesi fa. In soldoni 300mila imprese e circa un milione di lavoratori stentano ad andare avanti, già gravati dalle conseguenze della pandemia.

In estate la crisi si era manifestata soprattutto nelle grandi città.Il turismo aveva dato un a mano, ma ora si soffre e si minacciano azioni clamorose.

Il prossimo mese di novembre potrebbe fare da test per chiudere migliaia di esercizi, ovvero non farlo.

Il vicepresidente di Fipe Aldo Cursano dice che il settore è rimasto in piedi fino ad oggi solo grazie alla resistenza di migliaia di imprenditori coraggiosi. 

L’appello a Giorgia Meloni e ai vertici dei principali partiti firmato dal Presidente Lino Enrico Stoppani spiega che i mesi invernali stanno per travolgere famiglie e imprese, con la conseguenza che “il devastante effetto dei lunghi lockdown pandemici rischia di essere solo l’amaro antipasto delle conseguenze che gli esplosivi costi energetici avranno sulla sostenibilità economica delle imprese”

Tra gli effetti vi sarebbe anche un certo snaturamento delle attività, denunciano i commercianti. Il caso simbolo sarebbero le pasticcerie. Molti hanno rinunciato ai laboratori interni preferendo i grandi centri di fornitura che costano meno in termini energetici. Ne va di mezzo la qualità, con l’altro paradossale effetto di pensare di riattivare i laboratori per dolci e torte, solo quando c’è domanda sufficiente a coprire i costi. 

E’ un caso limite che non sappiamo fino a che punto sia replicabile in altri settori, ma la politica deve prendere in considerazione anche queste circostanze.

Il centrodestra di governo dovrà passare dagli annunci alle decisioni. E se non ha bluffato in campagna elettorale il caro bollette – non solo per i commercianti, s’intende – è la prima prova da affrontare da Palazzo Chigi.

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