Il caro energia « castiga » l’agroalimentare
25 Gennaio 2022La “tempesta energetica” si fa sentire sui prezzi al consumo di frutta e verdura. Bisogna accelerare sulle rinnovabili e aggiornare qualcosa della transizione energetica del governo.
La lunga filiera dell’agroalimentare è schiacciata dal caro energia. I consumatori se ne accorgono davanti ai banchi dell’ortofrutta. Da molti anni i prezzi al dettaglio di frutta e verdura in Italia non subivano una tale impennata a causa del rincaro dei costi dell’energia . A livello strutturale l’aumento dei prezzi di petrolio e gas , soprattutto, minano alla base le più accorte strategie di transizione ecologica. Il governo sta adottando misure di contenimento, ma dal mondo agricolo- oltre che dalle Associazioni dei consumatori- arrivano richieste a fare di più e in fretta. I prezzi che salgono non risparmiano nemmeno gli agriturismi e tutte le altre attività collaterali alla terra. Sarebbe sbagliato sottovalutare il fenomeno.
Nuovi provvedimenti
Il governo metta in campo misure che tengano conto delle esigenze specifiche del mondo agricolo, zootecnico, agrituristico e florovivaistico – chiede la Cia-Agricoltori italiani. Molte colture invernali in serra, vedono lievitare i costi di produzione per effetto di un complessivo aumento delle materie prime, ormai superiore al 50%. La filiera non regge. La richiesta alla politica ,peraltro, è tanto più urgente in quanto l’agroalimentare nazionale vale 550 miliardi di euro. Come rimediare alla « tempesta energetica »? « Occorrono più risorse e misure incisive, anche a contrasto dei rischi speculativi -dice il presidente di Cia-Agricoltori Italiani Dino Scanavino ». Il Governo scongiuri anche i rincari al dettaglio che la filiera non potrebbe in alcun modo sopportare. Bisogna tenere alta l’attenzione lungo tutta la catena del valore e della distribuzione”
Le rinnovabili
Oltre al gasolio, ancora largamente usato nelle attività agricole, sono settimane di rincari anche per i concimi ed altre materie prime. Allarmanti i dati che arrivano da Eurostat, secondo cui le piccole imprese agricole italiane pagano l’energia elettrica il 75,6% in più e il gas addirittura il 133,5% in più rispetto alle grandi aziende. Il quadro generale si ricollega alla necessità di spingere sulle energie rinnovabili nel comparto agricolo. Nonostante i fondi del PNRR destinino al settore importanti risorse, il caro energie sollecita una road map efficace per veder crescere tecnologie e prodotti a basso impatto ambientale come l’autoproduzione di energia o recupero di scarti e residui con effetti sui prezzi al consumo. In fondo se ne avvantaggerebbe anche tutta la transizione verde, cosi centrale nell’azione del governo di Mario Draghi.