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Il Direttore di Repubblica replica agli attacchi M5s. Difesa patetica: “Non capisco…”

Il Direttore di Repubblica replica agli attacchi M5s. Difesa patetica: “Non capisco…”

11 Novembre 2018 0 Di Marino Marquardt

Ha del patetico l’autodifesa del direttore di Repubblica Mario Calabresi in risposta agli attacchi portati ai giornalisti da Luigi Di Maio e Alessandro di Battista dopo la sentenza di assoluzione per la sindaca di Roma Virginia Raggi.

Mario Calabresi: “Non si capisce quale sia la colpa dell’Informazione…”

Calabresi ripone la livrea da maggiordomo del Sistema e indossa i panni della vittima. Lo fa al pari degli illustri colleghi. E tra l’indignato, l’offeso e il bastonato, recita la parte. Argomenta in nome del sacro ruolo dell’Informazione. Lo fa sorvolando sulla logica, sugli interessi e sugli equilibrismi che la muovono.

Calabresi – marziano in terra – scrive: “Non si capisce quale sia la colpa dell’informazione, se non di aver raccontato l’inchiesta e il processo. Si capisce benissimo invece quale sia la pulsione del Movimento 5 Stelle: mettere il silenziatore a chiunque racconti le loro difficoltà o mostri incongruenze, incapacità e grandi e piccoli scandali”.

Veramente sconcertante. Il Direttore di Repubblica dice di non capire le ragioni degli attacchi Cinquestelle. Quasi che Questi la mattina una volta giunto in redazione anziché darsi alla lettura dei titoli, degli articoli e dei commenti degli altri quotidiani preferisca trascorrere il tempo a cliccare sui siti porno…

Roba da matti, Calabresi non capisce, dunque. E probabilmente non è neanche al corrente della immediata rimozione dalla prima pagina di ieri di Repubblica.it dell’articolo in cui Stefano Folli preannunciava il funerale della sindaca. Rimozione avvenuta con tempo superiore a quello della luce appena è stata comunicata la sentenza di assoluzione della Raggi.

Dal processo alla politica. Il n.1 di Repubblica cerca di buttarla in caciara

Poi Calabresi cerca di buttare il pallone in tribuna. Cerca di buttarla in caciara, come si dice a Roma. E dalla originaria materia del contendere – il processo, l’assoluzione e gli attacchi mediatici – il Direttore sposta l’attenzione sulla politica: “Possiamo solo immaginare – scrive – che la vista della piazza di Torino, che certifica il no della società civile alla decrescita infelice grillina, insieme ai sondaggi e alle difficoltà quotidiane del governare abbiano fatto saltare i nervi ai due leader grillini. Ma tali follie restano imperdonabili e sono una minaccia ai principi base della democrazia”. E poi aggiunge: “E’ sotto gli occhi di tutti il degrado di Roma, che nasce sicuramente sotto le giunte precedenti di destra e sinistra, ma che in questi mesi ha assunto dimensioni indegne di una capitale europea”. Argomentazioni fuori tema.

E’ fragile la difesa personale e della categoria. E nella esporla Calabresi denuncia e ingloba in sé tutti i limiti intellettuali e culturali di una intera corporazione ormai sempre più contaminata e condizionata a Poteri talvolta anche oscuri. George Soros docet. Il tutto mentre gli editori puri riposano in pace…

11/11/2018   h.10.45

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