Il Giulio II di Raffaello protagonista alla Pinacoteca Nazionale di Bologna
21 Settembre 2022GIULIO II E RAFFAELLO. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna è la mostra in programma alla Pinacoteca Nazionale dall’8 ottobre 2022 al 5 febbraio 2023.
- Francesco Raibolini detto Il Francia, Il Bambino adorato dalla Vergine, dai Santi Giuseppe, Agostino e Francesco e da due Angeli alla presenza di Anton Galeazzo e Alessandro Bentivoglio, panello, Bologna, Pinacoteca Nazionale, c. 1498-1499
- Pietro Vannucci, detto il Perugino, Madonna col Bambino in gloria e i Santi Giovanni Evangelista, Apollonia, Caterina d’Alessandria e Michele Arcangelo, panello, Bologna, Pinacoteca Nazionale, c. 1500
- Francesco Raibolini, detto Il Francia, Vergine annunziata fra i Santi Battista e Girolamo, panel, Bologna, Pinacoteca Nazionale, c. 1505
- Raffaello, Estasi di Santa Cecilia, pannello trasferito su tela, Bologna, Pinacoteca Nazionale, c. 1515
- Mazzola Francesco, detto Il Parmigianino, Madonna col Bambino e i Santi Margherita, Girolamo e Petronio, panello, Bologna, Pinacoteca Nazionale, c. 1529
- Lippi, Filippino (1457-1504): Marriage of Saint Catherine and saints. Bologna, Church of San Domenico*** Permission for usage must be provided in writing from Scala.
- Raffaello Sanzio: Ritratto di papa Giulio II, 1511-1512, Tavola, cm 108×80,7. Londra, National Gallery
Il Giulio II di Raffaello protagonista alla Pinacoteca Nazionale di Bologna
Il Giulio II di Raffaello torna eccezionalmente in Italia. Si tratta del Ritratto di Papa Giulio II della Rovere, uno dei capolavori di Raffaello, sarà – ed è un evento del tutto eccezionale – esposto alla Pinacoteca Nazionale di Bologna, opera clou della mostra “Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna”, aperta dall’8 ottobre al 5 febbraio prossimi, a cura di Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli e Elena Rossoni.
Giulio II fu il Pontefice che assoggettò Bologna allo Stato della Chiesa cambiando profondamente il corso della storia cittadina e avviando, anche grazie alla presenza di artisti come Bramante e Michelangelo, una nuova stagione del Rinascimento in città.
Il celeberrimo ritratto è stato concesso alla mostra bolognese dalla National Gallery di Londra che, a sua volta, aveva ottenuto dall’istituzione bolognese il dipinto “Estasi di Santa Cecilia” del maestro urbinate, per una esposizione londinese di grande successo.
Il Ritratto di Giulio II è un dipinto a olio su tavola (108,7×80 cm) commissionato da Papa della Rovere a Raffaello e realizzato a Roma intorno al 1511-1512. Oltre alla versione conservata alla National Gallery di Londra, se ne conoscono diverse copie, alcune anonime, altre di importanti artisti come quella attribuita a Tiziano, conservata alla Galleria Palatina di Firenze.
Si tratta di esemplari che testimoniano l’interesse per il personaggio effigiato e per il modello interpretativo raffaellesco, che rimane dominante nella ritrattistica dei papi per la gran parte degli artisti nei secoli successivi.
Vasari e Lomazzo parlano di un ritratto del Papa realizzato da Raffaello presente nella basilica di Santa Maria del Popolo a Roma. L’opera, passata nella collezione Borghese nel 1608, era stata in seguito venduta all’imperatore Rodolfo II e da allora se ne erano perse le tracce.
Nel 1976 uno studioso della National Gallery di Londra sciolse l’enigma del dipinto, che era stato acquistato nel 1824 dal museo e che si trovava in Inghilterra dalla fine del Settecento.
Fu ritrovato infatti sulla tavola un numero d’inventario, il 118, che si scoprì corrispondere con quello della Galleria di Scipione Borghese al 1693.
Le analisi scientifiche hanno poi confermato l’autografia raffaellesca e un restauro ha restituito la qualità pittorica dell’opera, fino ad allora nascosta sotto strati di vernice ingiallita.
“A colpire nel ritratto è l’interpretazione che l’Urbinate propone del Pontefice e l’attenzione alla sua psicologia. Si tratta di un modello compositivo che rompe con la tradizione: qui Raffaello coglie Giulio II a mezza figura, un po’ curvo e girato verso destra, presente, sebbene assorto e affatto ieratico. Il Papa sembra essere perfettamente a suo agio tra i simboli della sua funzione, ma come distaccato da essi. Un uomo di Dio e di potere, ma perfettamente conscio delle difficoltà del suo regno terreno. Non dimentichiamo, infine, che la figura di Giulio II ebbe grande impatto sulla società e sull’arte bolognese, mentre l’influenza dell’opera di Raffaello lasciò un segno assai duraturo sugli artisti cittadini”, evidenzia Maria Luisa Pacelli, Direttrice della Pinacoteca Nazionale e co-curatrice della mostra bolognese.
Ad ottobre la mostra Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna
Un grande progetto espositivo e un itinerario accendono i riflettori su quanto abbia significato per Bologna, e non solo, l’arrivo in città di artisti come Raffaello, Michelangelo o Bramante. Un arrivo che coincise con la presa del potere dello Stato della Chiesa, nella persona di Papa Giulio II della Rovere.
È proprio l’arrivo, del tutto eccezionale, a Bologna del Ritratto di Giulio II, capolavoro tra i massimi di Raffaello, tra i tesori assoluti della National Gallery, che prende avvio questa affascinante e per più versi originale mostra.
A curarla Maria Luisa Pacelli, Davide Benati ed Elena Rossoni. Ad accoglierla la Pinacoteca Nazionale di Bologna che per l’occasione rivede l’intera sezione dedicata al Rinascimento con un nuovo itinerario di visita che approfondisce il percorso artistico relativo all’arte bolognese dall’epoca dei Bentivoglio sino all’incoronazione di Carlo V.
Il ritratto londinese, sicuramente di Raffaello, è il primo di una discussa serie di copie e rifacimenti. Questo emozionante capolavoro raffigura il Pontefice scardinando ogni tradizione iconografica. Qui il Papa non è una asettica figura ieratica, ma è un uomo reale, pur se raffigurato con le insegne della sua missione. Certo capo spirituale ma anche fortemente capo temporale, uomo d’azione oltre che di fede. A proposito di questo ritratto, Vasari scrisse che era “tanto vivo e verace, che faceva temere […] a vederlo, come se proprio egli fosse il vivo”.
È nel 1506 che, strappata la città alla signoria dei Bentivoglio, Giulio II riconduce Bologna al domino della Chiesa. Un fatto che ha implicazioni in ogni aspetto della vita cittadina, arte compresa.
Bologna, con la vicina Ferrara, contava all’epoca su artisti di grandissimo valore. Francesco del Cossa, Ercole dè Roberti, Lorenzo Costa, tra i ferraresi che operavano in città, accanto ai bolognesi Francesco Francia e Amico Aspertini, impegnati in committenze di rilievo, come la mostra documenta in modo preciso.
Gli artisti che avevano avuto il ruolo di protagonisti nel periodo bentivolesco si trovano a misurarsi con Michelangelo, Raffaello e Bramante e a confrontarsi con un altro mondo: una rivoluzione cui consegue la diaspora dei maestri bolognesi.
Tra le opere emblematiche di questo momento l’Estasi di Santa Cecilia di Raffaello, realizzata durante il papato di Leone X, che influenzò grandemente l’arte presente e quella a venire. Ma se il raffaellismo conquistò la maggior parte degli artisti rientrati in città, non fu così per Amico Aspertini, pittore fedele al proprio linguaggio assolutamente personale e anticlassico, come testimonia in mostra il Cristo benedicente tra la Madonna e San Giuseppe, che qui giunge grazie al prestito della Fondazione Longhi di Firenze.
Gli anni travagliati che portano al Sacco di Roma nel 1527 condussero a Bologna un’altra personalità di spicco: il Parmigianino presente in città tra il 1527 e il 1530. La sua arte raffinata ed inquieta è documentata in mostra dal confronto tra la Santa Margherita della Pinacoteca e la Madonna di San Zaccaria, che giunge dagli Uffizi.
Con queste opere si arriva alle soglie di un nuovo momento centrale per Bologna, quello della incoronazione di Carlo V da parte di Clemente VIII, cui è riservata la conclusione dell’esposizione.
La mostra si dipana lungo l’ala del Rinascimento della Pinacoteca, in un percorso che pone in dialogo i capolavori del museo con gli importanti prestiti ottenuti.
Uno spazio nel percorso espositivo viene riservato anche a quei capolavori che per diverse vicende sono andati perduti per sempre, come il monumento a Giulio II di Michelangelo, la Cappella Garganelli con i suoi affreschi, il Palazzo dei Bentivoglio e gli interventi architettonici del Bramante.
A documentare il “ciclone” innovativo romano a Bologna sono rimaste rare, anche se eccezionali, testimonianze: ma l’influsso dei pur brevi anni di Giulio II si è perpetuato nell’arte e dell’architettura cittadini per secoli.
Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Bologna e con l’Accademia di belle Arti e coinvolge anche altre raccolte e siti monumentali cittadini dove verrà posto l’accento sulle testimonianze artistiche di questa fase della storia bolognese. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale.
SCHEDA TECNICA
Titolo Giulio II e Raffaello. Una nuova stagione del Rinascimento a Bologna
Sede Pinacoteca Nazionale di Bologna Via delle Belle Arti, 56
Date 8 ottobre 2022 – 5 febbraio 2023
A cura di Daniele Benati, Maria Luisa Pacelli e Elena Rossoni
Promossa da Pinacoteca Nazionale di Bologna, Ministero della Cultura,
Con il patrocinio di Comune di Bologna, Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti
Con la collaborazione di Alma Mater Studiorum – Università degli Studi di Bologna – Dipartimento delle Arti, Accademia di Belle Arti di Bologna, Direzione Regionale Musei Emilia-Romagna
Catalogo Silvana Editoriale
Bookshop Bologna Welcome
Comunicazione Pinacoteca Nazionale di Bologna – Ufficio Comunicazione
Orari Martedì e mercoledì ore 9-14 – Da giovedì a domenica e festivi ore 10-19 – Lunedì chiuso
Tariffe biglietti
Euro 8,00 biglietto intero
Euro 5,00 biglietto ridotto (possessori di Card Cultura e di Bologna Welcome Card)
Euro 2,00 biglietto ridotto (18-25 anni)
Gratuità di legge (elenco sul sito web del Ministero della Cultura www.beniculturali.it) e per i soci della Società di Santa Cecilia. Amici della Pinacoteca di Bologna
Informazioni
www.pinacotecabologna.
E-mail pin-bo.urp@cultura.gov.it
Tel. 389.61.59.294