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Il 2022 anno buono e green per le aree interne

Il 2022 anno buono e green per le aree interne

01 Gennaio 2022 0 Di Nunzio Ingiusto

 

Piena attuazione della Strategia Nazionale per le Aree interne italiane nel 2022. Partita nel 2017 riceve un’accelerazione con oltre 1 milione di euro per opere pubbliche sostenibili.

 

1.060 Comuni (547 nel Centro-Nord e 513 al Sud) sono il cuore della Strategia Nazionale per le Aree Interne. All’ avvio del nuovo anno il governo Draghi rimette mano ad ampie zone del Nord e del Sud. Faranno parte della ripartenza come concepita da Super Mario. In chiave sostenibile chiaramente, dato che i 1.127 milioni di euro a disposizione dovranno essere spesi tutti in modo green e soprattutto senza sprechi. Per le aree c’è lo strumento dell’Accordo Quadro. Ed è proprio con la firma dell’ultimo APQ  Valdarno-Mugello, prima della fine del 2021, che la Strategia va a pieno regime. L’accelerazione del piano ha visto molta determinazione nella Ministra Mara Carfagna, la quale ha comunicato che tutte le 72 aree hanno firmato il proprio documento. In ognuno ci sono gli interventi da realizzare e le fonti di finanziamento. E’ il vero punto politico per disegnare un Italia diversa, sostenibile ed efficiente. Dal basso, si dice, e questa è un’occasione d’oro. I territori non dovranno sciupare l’opportunità, né allungare i tempi dei singoli interventi. La sensibilità sociale e ambientale sui temi dello sviluppo sostenibile è cresciuta negli ultimi due anni, nonostante- se non grazie- anche alla pandemia. Da aree trascurate dalla vecchia politica bisogna agganciare il trend della ripresa e Sindaci, Governatori, Capi di aree metropolitane  hanno in mano un potere enorme. E’ pur vero che il programma va avanti dal 2017 spalmandosi “dalle Dolomiti agli Iblei, coinvolgendo 1.060 Comuni per un totale che sfiora i 2 milioni di abitanti”. Ma nessuno aveva messo il piede sull’acceleratore.

La crisi economica e sociale ha scavato in profondità in tanta parte d’Italia. Ha fatto crescere aspettative che lo Stato non riesce a soddisfare bloccato a volte da logiche incomprensibili. Carfagna ha fatto sapere di lavorare per aumentare il vecchio numero delle 72 aree,  e- se l’annuncio non ha nulla di propagandistico- è giusto allargare.  “L’obiettivo- -ha spiegato- potrà essere raggiunto con più semplicità grazie alla riforma introdotta nel Decreto Semplificazione che supera il complicato meccanismo dell’APQ a favore di forme di cooperazione più immediate per le amministrazioni interessate”. Cambia anche il ruolo dell’Agenzia per la Coesione territoriale, che potrà essere coinvolta in maniera più attiva nella realizzazione dei progetti, affiancando e sostenendo l’attività degli Enti territoriali. Di buono con il governo Draghi c’è che a queste aree sono destinate sia le risorse provenienti dalle politiche di coesione nazionali ed europee, che quelle previste da investimenti del PNRR e del Fondo Complementare. I lavori, che dovranno essere seriamente controllati dal centro, riguarderanno ambiente, strade, servizi, infrastrutture di comunità. Un pacchetto che se nel nuovo anno sarà ben avviato farà crescere il numero delle aree destinatarie di nuovi finanziamenti da affidare a tecnici che abbiano cura degli impatti ambientali.

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