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Il ritorno di Woody Allen con il nuovo film Rifkin’s festival

Il ritorno di Woody Allen con il nuovo film Rifkin’s festival

02 Giugno 2021 0 Di Andrea Tundo

Il nuovo film di Woody Allen, Rifkin’s festival, uscito nelle sale italiane lo scorso 6 maggio, è l’ultimo atto della lunghissima serie di uscite cinematografiche scritte e firmate dall’autore 86enne di origine ebreica, precisamente la numero cinquanta.

Rifkin’s festival, il film numero 50 di Woody Allen

Proprio la cifra tonda ci fa intuire il vero significato di questa pellicola: celebrare il cinema, in particolare i grandi classici, a cui Woody Allen ha più attinto. Dietro a un intreccio in cui si rilevano i suoi soliti clichè tematici: l’adulterio, l’ipocondria, le battute sugli ebrei e la morte, il tutto condito dal sottile cinismo, si innalzano splendide ed evocative le sequenze in bianco e nero (e in formato 4:3) ad elogiare mitiche scene di film del passato. 

Non per nulla, l’ambientazione scelta per questo film è un festival cinematografico e, tramite l’inserimento dei personaggi  interpretati da Louis Garrel e Wallace Shawn (il grinch) – rispettivamente un giovane regista all’apice della sua carriera e un ex professore di cinema – non mancano acute accuse e velate riflessioni sul cinema di oggi.

Nel cast anche Christoph Waltz, nei panni di un importante personaggio di un film di Bergman, e Gina Gershon perno del triangolo amoroso su cui regge tutto il film.

Un Woody Allen tutto sommato in forma, imitatore di se stesso, senza la minima intenzione di farci scoprire nulla di nuovo, anzi, che ci regala un tentativo riuscito di portare all’estremo il formalismo e i criteri estetici dei suoi ultimi film. Il punto forte: fa ridere, e con molto impegno da parte dello spettatore, anche riflettere. Vivacità e riuscita delle battute. 

Il punto debole: sostanzialmente é il solito film a cui l’autore americano ci ha sempre abituati, la scelta edulcorata dei dialoghi come strumento narrativo e psicoterapico. Manca di una vera e propria trama.

Il consiglio per lo spettatore è quello di sedersi in sala con il cuor leggero e di aspettarsi da Rifkin’s Festival null’altro che quello che è, una commedia, o meglio, una commedia intellettuale, ricca di riferimenti culturali, con zero speranze e tanto cinismo, ciò che Woody Allen ci ha abituato ad apprezzare.

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