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Inchiesta su rifiuti e corruzione, è giallo sul silenzio di Fanpage

Inchiesta su rifiuti e corruzione, è giallo sul silenzio di Fanpage

25 Febbraio 2018 0 Di Marino Marquardt
E’ calato un improvviso quanto inquietante silenzio sull’inchiesta su rifiuti e corruzione in Campania: tace Fanpage e tacciono i giornaloni.

Inchiesta su rifiuti e corruzione, è giallo sul silenzio di Fanpage.it

Inchiesta di Fanpage.it su Tangenti, Rifiuti e Larghe intese sulla corruzione in Campania: è giallo sull’improvviso silenzio del quotidiano on line. Ma ciò che più stranisce in questi giorni è il silenzio di giornali, giornaloni e televisioni attorno alla mancata pubblicazione delle rimanenti quattro puntate del reportage-video che sta facendo tremare i Palazzi della politica regionale.

Tacciono gli autori dell’inchiesta, tacciono gli spettatori-colleghi degli autori. Un silenzio tombale attorno a una vicenda fragorosa improvvisamente silenziata da probabili oscure – ma immaginabili – ragioni.

Tutto ciò è inquietante.

Nell’inchiesta – come è noto – figurano coinvolti il capolista di Fdi Luciano Passariello, l’ex assessore al Bilancio del Comune di Salerno Roberto De Luca – secondogenito del governatore della Campania Vincenzo -, il presidente dimissionario della Sma (Società per il risanamento ambientale) Biagio Iacolare – Udc, fino ad ieri anche consigliere del governatore – e Francesco Rory Oliviero, faccendiere demitiano di Iacolare. Fanno poi da contorno numerosi personaggi di secondo piano.

Una inchiesta – come già raccontato – realizzata con  la collaborazione dell’ex boss della camorra Nunzio Perrella nell’occasione nelle vesti di agente provocatore presso interlocutori politici e presso alcuni esponenti del mondo imprenditoriale non soltanto campano.

Un ruolo – questo interpretato da Perrella – che ha consentito di portare alla luce l’ennesimo capitolo del malaffare sui Rifiuti. Un ruolo contestato da quei “garantisti” sempre pronti a prestare il fianco a personaggi e a vicende poco trasparenti, un ruolo invocato da quanti intendono combattere la corruzione con fatti e non parole. Tra costoro Pier Camillo Davigo, già presidente dell’Anm, l’Associazione dei magistrati.

Un reportage-bomba, sette video (di cui i primi tre pubblicati e il quarto di cui è stata diffusa una anticipazione) con accordi illeciti in presa diretta e con intese in viva voce. Una bomba mediatica a cui sembra essere stato tolto l’innesco.

Cosa è successo? La forza delle minacce ha forse costretto i portacolori della informazione corsara della Campania a fermarsi?

Una cosa è certa: l’improvviso silenzio calato sull’inchiesta di Fanpage.it autorizza il sorgere di ipotesi tra le più torbide e inquietanti.

Silenzio tuttavia comprensibile – questo del quotidiano on line – se conseguenza di pesanti intimidazioni, di minacce trasversali di cui può costituire eloquente esempio l’incendio doloso avvenuto nei giorni scorsi di parte dell’abitazione della cognata del direttore del quotidiano on line Francesco Piccinini.

Sinistri avvertimenti di fronte ai quali Fanpage.it sembra essere stata lasciata sola dal suo mondo, dal mondo dell’Informazione.

Nessuna domanda sul black out improvviso calato sul reportage, nessun interrogativo sui silenzi in merito del quotidiano on line, nessuna incursione mediatica nel mondo del malaffare politico, nessun riferimento, neppure un trafiletto…

Eppure quanti si ritengono giornalisti dovrebbero ben conoscere l’importanza di una “spalla” in certi casi. Detto in breve, il silenzio sulla vicenda della cosiddetta “grande stampa” è di una gravità assoluta!

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