Indice di pericolosità e Delineatori al semaforo: così aumenta la sicurezza stradale
13 Giugno 2017Indice di Pericolosità e Delineatori ai Semafori: due innovazioni da introdurre nel Codice della strada per aumentare di molto la sicurezza stradale e prevenire incidenti.
Concludiamo il nostro incontro con Fabio Bergamo segnalando due altre proposte da lui studiate a favore della sicurezza stradale: l’ Ips ossia l’indice di pericolosità stradale, grazie al quale si introduce la guida effettuata in “massima prudenza” ad oggi non ancora codificata dal Codice della Strada; ed il Delineatore di avvicinamento ai semafori per garantire più sicurezza agli incroci da essi regolati.
L’autore ha anche definito il concetto di “incidente stradale” da includere nell’articolo 3 del Codice della Strada, riportato anch’esso su riviste e siti specializzati, ed ha ideato l’album “Guido anch’io”, per l’educazione stradale dei bambini delle scuole primarie, ed il libretto “Fenomenologia del pedone” per le autoscuole.
Sicurezza in strada con un Indice di Pericolosità stradale
Indice di Pericolosità Stradale, o Ips: si chiama così il segnale che potrebbe essere introdotto per indicare due livelli di gravità dei pericoli che si hanno in strada.
I segnali di pericolo oggi in strada, infatti, indicano il pericolo solo nella sua specie ma non nella sua gravità (a questo punto sono segnali di pericolo o di semplice indicazione?).
L’IPS si compone di due livelli, (pericolo normale, colore rosso di primo livello, dove è richiesto il semplice rispetto delle norme del CdS; e pericolo più grave, colore viola di secondo livello, dove si deve usare la massima prudenza; non ci sono e non possono esservi altri livelli di rischio perché sono solo due i modi di guidare per garantire la sicurezza degli utenti).
Per guida in “massima prudenza” si intende: mantenimento di una distanza di sicurezza maggiore di quella prevista normalmente, mantenimento della destra in modo rigoroso, il transito ad una velocità inferiore a quella stabilita dal limite massimo consentito, e cosa importante l’adozione delle quattro frecce di emergenza.
Con tale segnale i giovani capiranno come comportarsi, in più sapranno quando attivare le quattro frecce di emergenza che oggi sono usate poco o per niente, e con la adozione di questo segnale avranno più valore formativo anche le guide effettuate presso le autoscuole.
Tantissimi incidenti avvengono proprio perché la gravità del pericolo non è chiara al conducente, perché principiante o non a conoscenza del tratto stradale che sta percorrendo.
Ad esempio, all’ingresso delle autostrade come delle tangenziali, ci sono confluenze più pericolose di altre, in quanto fanno immettere repentinamente le auto nella corrente del traffico, perché il tratto è più pericoloso per la sua ridotta lunghezza o per la sua accentuata curvatura (scarsa visibilità o visibilità nulla).
L’ IPS va bene per tutti i pericoli (gallerie, strettoie, curve, doppie curve, incroci, dossi, cunette, viadotti, strade deformate, ecc…).
Quanti incidenti avvengono nelle curve? E se l’asfalto di quel tratto già di per sé più pericoloso di altri all’apparenza simili ad esso, è bagnato? Si capisce perché tante vittime ogni anno.
Secondo le decisioni del Ministero dei Trasporti, sarà prevista una sanzione per il mancato rispetto della condotta di guida da tenere a seconda della gravità del pericolo incontrato, in caso di sinistro o nei normali controlli stradali delle forze dell’ordine.
Il Delineatore di Avvicinamento al Semaforo (DAS)
Il DAS (Delineatore di avvicinamento al semaforo) può innalzare la sicurezza stradale, in particolare negli attraversamenti degli incroci regolati da semafori.
Tale segnale, di tipo complementare, si compone di due elementi verticali denominati “primo e secondo delineatore”, collocati sul margine della strada e disposti a diversa distanza dal semaforo.
Il primo delineatore, più vicino al semaforo, di colore verde-giallo, regola il passaggio all’incrocio per le auto ferme al semaforo con l’ultima che, nell’attraversare l’intersezione, transita in corrispondenza del semaforo con la luce gialla ancora accesa e non in procinto di spegnersi (così facendo le auto ferme posizionate oltre il primo delineatore, invece di impegnare imprudentemente l’incrocio si fermeranno al semaforo ed attenderanno il prossimo verde (via libera) per attraversarlo in tutta sicurezza, evitando loro di passare col rosso.
Il secondo delineatore, più lontano dal semaforo e di colore rosso-verde, è destinato ai veicoli in movimento: con esso possono attraversare l’intersezione solo quei veicoli che provenendo da lontano, si trovano a transitare, al momento dell’accensione della luce verde, nell’intervallo spaziotemporale delimitato dal primo e il secondo delineatore e/o che arrivati al primo delineatore trovano la luce verde ancora in funzione così da giungere al semaforo con la luce gialla accesa, invece di passare col rosso come troppe volte accade.
Entrambi i delineatori saranno accompagnati dalle bande sonore collocate in strada in loro corrispondenza. La durata del giallo dovrà essere di almeno 5 secondi.
L’adozione del DAS garantirà dunque un miglior utilizzo dei semafori da parte dei conducenti che attraverseranno le intersezioni da essi regolate nel rispetto dei limiti di velocità e per conseguenza con un maggior rispetto della distanza di sicurezza evitando così di incorrere in sanzioni o causare incidenti e morti.
Con esso si eviteranno anche le truffe nel truccare la durata del giallo, come già successo con l’uso dei T-RED, perché col suo utilizzo sarà più facile regolare e controllare la durata del giallo (durata non inferiore a 5 secondi) come stabilire la durata del verde in funzione anche della mole di traffico, e per i conducenti che non dovessero rispettare la sua funzione sarà prevista una specifica sanzione.
Come definire l’ incidente stradale
“La Convenzione di Vienna del 1968 definisce l’incidente stradale come un evento in cui rimangono coinvolti veicoli, esseri umani o animali fermi o in movimento e dal quale derivino lesioni a cose, animali, o a persone”.
La definizione di incidente stradale, offerta nel lontano 1968 dalla Convenzione di Vienna, e non aggiornata, a distanza di 50 anni dalla sua prima elaborazione, pur nell’evidente trasformazione del traffico dovuta ad una costante e sempre più larga diffusione dei veicoli in circolazione, a partire dai primi anni del boom economico, fino ad arrivare ai giorni nostri con lo sviluppo delle prestazioni e delle loro dimensioni, nonché dell’alto numero degli incidenti e delle vittime, risulta essere incompleta ed insoddisfacente dal punto di vista informativo.
Infatti essa si riferisce, per la tematica a noi riguardante, ad un effetto (nella fattispecie l’incidente) e non descrive, almeno genericamente, la causa o le cause che lo producono.
L’enunciato, infatti, totalmente privo di costrutto, (il senso della frase è vuoto di significato, perché al soggetto ossia alla nozione non segue il predicato cioè l’argomento) si ferma al dato in sé, non pervenendo, ahinoi, al focus della problematica che rimane una delle più gravi, del nostro tempo, visto che in gioco sono la salute e la vita delle persone; infatti, a causa degli incidenti stradali, ogni anno, vi sono nel Mondo circa 1.300.000 morti.
Ma vediamo come definire precisamente il concetto di “incidente stradale” così da spiegare, una volta per tutte, il suo contenuto semantico ossia il valore significativo di esso, che solo una sua corretta ed esauriente definizione può fornirci.
“Nella circolazione stradale si definisce incidente ogni fatto od evento accidentale o volontario, detto più comunemente sinistro – in cui possono rimanere coinvolti, da fermi o in moto, persone, veicoli ed altro – dal quale possono scaturire danni a cose (es. lieve o grave danneggiamento di uno o più veicoli, strutture e cose esterne alla sede stradale, ecc…) a persone (lesioni fisiche di lievi o gravi entità, morte), ed animali.
Dal punto di vista giuridico, deve considerarsi incidente anche la condotta di guida che, pur non causando materialmente un sinistro, influisce negativamente sulla sicurezza stradale turbando il regolare andamento della circolazione.
A provocare gli incidenti, dunque, possono essere
- un cattivo uso della strada da parte degli utenti, dovuto al mancato rispetto delle norme previste dal Codice della Strada o per la carente manutenzione dei veicoli da essi guidati (sinistrosità episodica dovuta alla diretta responsabilità dell’utente in ordine alla guida e allo stato di manutenzione del veicolo),
- o più cause connesse tra loro, relative anche a problemi o anomalie del sistema della circolazione, che non garantiscono la sicurezza necessaria ad evitare che essi si verifichino (sinistrosità sistemica per inadeguata efficienza della circolazione confermata da una sua progressiva degenerazione, riscontrabile dall’ingravescente andamento dei dati statistici relativi alla violazione delle norme del CdS, alla numerosità degli incidenti ed agli effetti deleteri di essi sulla salute e la vita delle persone, direttamente e indirettamente coinvolte).
- Cause sistemiche della incidentalità stradale, in quanto fenomeno condizionato e non episodico, ossia non a sé stante, quindi non imputabile primariamente al comportamento del conducente, sono: la errata progettazione e la scarsa manutenzione delle strade; la assenza di manutenzione e sostituzione, la sbagliata, ingannevole o mancata collocazione dalla segnaletica, nonché la insufficiente informazione offerta dalla medesima per una sua ormai vecchia ed inattuale concezione; la scadente e dunque superficiale formazione educativa dei neoconducenti da parte degli enti preposti a tale compito; il limitato numero dei controlli stradali da parte delle Forze dell’Ordine ed ancora sul piano repressivo, le inadeguate sanzioni previste dal CdS per la violazione delle norme relative alla sicurezza, a cui fa da corollario un generale senso di impunità suffragato quest’ultimo, anche dalle pene irrisorie comminate a carico di chi, per via della sua illecita condotta di guida, causa la morte di una o più persone” (F.B.).
In ultimo è sconcertante rilevare che la definizione di “incidente stradale”, da me qui nitidamente esposta, così importante sul piano informativo e didattico-educativo oltre che giuridico, non è menzionata nel CdS, quando dovrebbe esserlo (in virtù dell’art.1, commi 1 fino a 5 e l’art. 140), all’art. 3, che enuncia appunto le “Definizioni stradali e di traffico”.
Quali sono, a questo punto, gli interventi che si possono attuare, nel breve termine senza incidere gravemente sul bilancio dello Stato, affinché si riduca il numero degli incidenti e conseguentemente le vittime da essi causate?
Il primo passo è la prevenzione, ponendosi in essere, con essa, tutti quei provvedimenti e quelle azioni, di tipo informativo ed istruttivo, atti ad accrescere il senso di responsabilità degli utenti (Educazione stradale) al fine di circoscrivere praticamente, con il loro coscienzioso contributo nell’uso della strada, le condizioni e le circostanze che portano al verificarsi del sinistro, e si condensa essenzialmente in tre punti:
- miglioramento e sviluppo della formazione educativa nelle scuole e nelle autoscuole;
- aumento dei controlli sulle strade da parte delle Forze dell’ Ordine;
- miglioramento della segnaletica.
Il secondo passo è la repressione, che mira a contrastare, attraverso lo strumento punitivo delle sanzioni pecuniarie ed accessorie e delle pene detentive, le condotte di guida, perlopiù riconducibili ad azioni volontarie, violanti le norme relative alla sicurezza del CdS.
Gli interventi di tipo repressivo che possono attuarsi sono:
- inasprimento delle multe (sanzioni pecuniarie) per le violazioni alle norme sulla sicurezza stradale;
- introduzione di nuove forme sanzionatorie di tipo accessorio per le violazioni alle norme sulla sicurezza stradale;
- applicazione delle pene detentive per chi causa la morte di una o più persone, come previsto dalla legge che recentemente ha introdotto il reato di omicidio stradale.