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Inter-Napoli è pari a Milano ed è classifica invariata per entrambi

Inter-Napoli è pari a Milano ed è classifica invariata per entrambi

11 Novembre 2024 0 Di Claudio Greco

Inter (3-5-2): Sommer; Pavard, Acerbi, Bastoni (44′ st De Vrij); Dumfries, Barella, Calhanoglu (37′ st Zielinski), Mkhitaryan, Dimarco (37′ st Darmian); Thuram (37′ st Taremi), Martinez (44′ st Arnautovic). Allenatore: Inzaghi

Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Buongiorno, Olivera; Anguissa, Gilmour (15′ st Lobotka), McTominay; Politano (39′ st Ngonge), Lukaku (32′ st Simeone), Kvaratkshelia. Allenatore: Conte

Arbitro: Mariani

Marcatori: 23′ McTominay (N), 43′ Calhanoglu (I)

Ammoniti: Dumfries (I)

In palio vi era il primato in classifica perché le due squadre sono separate da un solo punto. I  nerazzurri, che in settimana hanno battuto l’Arsenal in Champions venivano dal successo casalingo contro il Venezia, ed erano secondi. I loro 24 punti erano frutto di sette vittorie, tre pareggi e una sconfitta, venticinque gol fatti e tredici subiti. I partenopei erano invece reduci dalla sconfitta interna contro l’Atalanta e si presentavano primi a quota 25.

Il loro percorso invece racconta di otto partite vinte, una pareggiata e due perse, diciotto reti realizzate e otto incassate. Il capocannoniere degli azzurri è Kvaratskhelia con cinque gol. La squadra di Simone Inzaghi, prima della gara di ieri ha vinto cinque delle ultime sei gare di Serie A e va in gol da 28 partite di fila in casa in Serie A. Nei cinque maggiori campionati europei, soltanto Barcellona (29) e Lille (30) vantano una striscia aperta più lunga di gare interne consecutive con reti all’attivo rispetto all’Inter. Nelle ultime cinque sfide entrambe le squadre  hanno collezionato 12 punti.

Erano invece 156 i precedenti in Serie A tra Inter e Napoli: i nerazzurri conducono ancora il bilancio con 70 vittorie, contro 47 degli azzurri, completano 39 pareggi che salgono a 40 dopo il pari di ieri. Il Napoli è la squadra contro la quale l’Inter ha vinto più partite in casa in Serie A: 51 successi, sulle 78 sfide totali.

Ma veniamo alla gara che vede schierare le formazioni ideali, l’unica sorpresa nel Napoli è la panchina iniziale per Lobotka, Conte manda in campo dal primo minuto lo scozzese Gilmour al suo posto; in attacco l’attesissimo ex Lukaku era affiancato dai soliti Kvaratskhelia e Politano. Tra le fila dell’Inter Inzaghi recupera Acerbi dopo ben tre giornate di assenza, in difesa con lui Pavard e Bastoni, sugli esterni Dumfries vince il ballottaggio con Darmian, mentre a sinistra il titolarissimo Dimarco, in avanti ovviamente la coppia Thuram – Martinez.

L’Inter parte con un discreto predominio territoriale, ma la prima conclusione a rete è del Napoli con Kvara che prova a sorprendere Sommer, il tiro però risulta centrale e non difficile da bloccare per Sommer. L’Inter risponde con una bella iniziativa che porta addirittura Pavard nel cuore dell’area di rigore partenopea, ma Buongiorno chiude tutto evitando ulteriori complicazioni a Meret. Al 23′ è il Napoli che sblocca il punteggio con McTominay: sugli sviluppi di un calcio d’angolo Rrahmani tocca nell’area di rigore nerazzurra, lo scozzese anticipa Dumfries e insacca da pochi centimetri, Napoli in vantaggio.

I campioni d’Italia in carica provano a rispondere subito con un’azione personale di Thuram, ma il francese viene steso prima che possa entrare in area. Sul conseguente calcio di punizione Calhanoglu centra in pieno la barriera. Il gol subito sembra lascia qualche scoria psicologica sull’Inter con il Napoli che ne approfitta per provare ad alzare il proprio baricentro. Nonostante questo l’Inter riesce a rendersi pericolosa con un’incursione di Acerbi in area di rigore partenopea: Meret è attento e respinge con le gambe. Al 43′ arriva il pareggio dell’Inter con Calhanoglu che si inventa una conclusione inaspettata dalla distanza: la traiettoria è beffarda e Meret non è esattamente irreprensibile.

Il Sig. Mariani fischia la fine della prima frazione e manda le due squadre negli spogliatoi dopo un minuto di recupero sul punteggio di 1-1.

La ripresa si apre senza cambi tra le due formazioni, ma con l‘Inter che sembra voler azzannare la partita fin da subito. I padroni di casa vanno vicinissimi al raddoppio al 52′ con Dimarco che calcia di prima intenzione da fuori area, il suo tiro incoccia sul palo prima di terminare sul fondo.

Con il passare dei minuti le due squadre iniziano a sentire la stanchezza e la partita vive di folate. Prima il Napoli spreca un buon contropiede con Kvara che sbaglia il cross, mentre pochi minuti dopo è l’Inter a provarci con Dimarco, ma Meret respinge ancora. Al 73′ i padroni di casa potrebbero tornare in vantaggio con un calcio di rigore assegnato dal Sig. Mariani per fallo di Zambo Anguissa su Dumfries: dal dischetto si presenta Calhanoglu che incrocia molto forte, Meret non ci arriva, ma il pallone si va a stampare sul palo.

Nel finale le due squadre sembrano accontentarsi del pareggio, anche se Simeone va vicinissimo al gol nei minuti di recupero, ma il suo tiro finisce alto sopra la traversa. Il match si chiude dunque sul punteggio di 1-1 grazie alle reti di McTominay e Calhanoglu.

Insomma le attese per l’ultima partita del posticipo, erano altissime: le ultime due squadre capaci di fregiarsi del titolo di campione d’Italia, che ha visto sempre una delle due presentarsi in campo da prima della classe nelle ultime 7 sfide, due tecnici che hanno dimostrato di saper vincere pur battendo strade diverse, l’occasione per l‘Inter di balzare in vetta ai danni del Napoli, dal canto suo chiamato al riscatto dopo la brutta sconfitta della settimana scorsa. Di carne a cuocere, insomma ce n’era davvero tanta: il risultato è stata una cottura lenta, paziente, che se da una parte ha caramellizzato gli zuccherosi spunti specialmente della controparte nerazzurra, dall’altra ha finito per allungare troppo il brodo, mancando entrambe l’ingrediente giusto per creare la ricetta perfetta da lasciare sullo stomaco all’avversaria.

Ci ha provato di più l’Inter, reduce dalla fondamentale vittoria come detto contro l’Arsenal, forte del pubblico di casa e dell’inerzia che la vedeva favorita sull’onda dell’entusiasmo della rincorsa in atto, chiamata al risultato che la riporterebbe in vetta alla classifica: la squadra di Inzaghi è quella che ha rotto per prima gli indugi dopo un’iniziale fase di studio, non perdendosi d’animo di fronte a una serie di attacchi frustrati dalla strenua difesa avversaria e dallo svantaggio subito. È probabilmente la seconda frazione ha lasciare più rammarichi ai campioni d’Italia, traditi dal legno colpito dell’eroe della serata Calhanoglu, che aveva pareggiato i conti con un tiro dei suoi che ha fatto quasi venir giù lo stadio. Un rammarico che, complice lo spaventò finale, non oscura una partita che ha dimostrato ancora una volta quanto l’Inter ci sia per la lotta al titolo.

Un secondo tempo, non c’è che dire pieno di occasioni, per lo più di marca interista a dire il vero ma soprattutto tante sliding-doors che avrebbero potuto cambiare la storia della gara e la mantalità di qualcuno nel discorso autostima: dal rigore calciato sul palo da Calhanoglu che salva il Napoli da un 2-1 che ai punti l’Inter avrebbe in verità meritato, fino alla chiara occasione da gol sprecata da Simeone nel finale, sull’ultima sfuriata degli azzurri nel finale, che invece avrebbe potuto portare il Napoli al vantaggio per tentare la prima mini-fuga della stagione. Una gara che però consegna alla storia questo paricche magari fa contenti in pochi, ma di certo non fa male a nessuno, rilanciando idealmente la palla in avanti e rimandando la corsa a tra due settimane, quando anche l’ultima sosta per gli incontri internazionali sarà alle spalle.

L’unico forse ad abbozzare una smorfia di sorriso è proprio Antonio Conte, che chissà magari da appassionato di storia classica si traveste da Quinto Fabio Massimo, il celeberrimo “cunctator” che seppe con astuzia evitare lo scontro diretto con i cartaginesi, salvando le sue truppe e logorando fisicamente e psicologicamente quelle del nemico Annibale. Un paro che gli consente di arrivare alla sosta a 26 punti, primo in classifica con un preziosissimo gradino di vantaggio sulla bagarre alle sue spalle e con tre quarti di ciclo terribile ormai alle spalle: a volte, specialmente dopo una delle peggiori difese del titolo che la storia ricordi, basta poco per far bene il proprio dovere.

Doveroso un commento su Mariani che  assegna il rigore per un contatto leggero: Anguissa che tocca l’esterno del polpaccio sinistro di Dumfries che va giù, non c’è forza, non c’è vigoria. E però, visto che gli tocca la gamba, il VAR non può intervenire. Una svista grave per un arbitro come lui.

A fine gara ha cosi dichiarato Conte sulla partita:Avevo detto che non avremmo fatto da sparring partner contro la squadra più forte del campionato – è stata la sua analisi -, li abbiamo affrontati con forza e personalità, abbiamo accettato i duelli a tutto campo. Sono molto soddisfatto, non era semplice giocare. Sappiamo benissimo che stiamo lavorando tanto, stiamo facendo dei miglioramenti, altrimenti non vieni a San Siro due volte e non perdi, come in casa della Juventus. Ci sono dei valori, i ragazzi sono sul pezzo, dal punto di vista qualitativo potevamo fare di più. Lavoriamo tanto, ci sarà un miglioramento”.

Mentre lo stesso Conte sull’assegnazione del calcio di rigore assegnato all’Inter ha cosi replicato ” “In che senso il Var non può intervenire? – si chiede l’allenatore del Napoli a DAZN -. A volte interviene e a volte no, quando gli conviene sì e quando non gli conviene no? Una scelta dell’arbitro può cambiare una partita, come in questo caso”. Poi, ancora: “Il Var c’è o non c’è per correggere gli errori? Altrimenti ci si nasconde dietro al poter intervenire o meno. Se c’è un errore il Var deve intervenire, punto. È una cosa che mi fa arrabbiare, a me come agli allenatori. Si era partiti benissimo con il Var – prosegue lui -, mentre così ci troviamo in una situazione che lascia spazio a retropensieri. È un bellissimo strumento, ma solo se utilizzato in maniera seria; ora inizio a sentirmi meno sicuro. Var a chiamata? Non c’entra, non devo essere io a chiamarlo”.

Le pagelle

Inter

Sommer 6 – Attento su Kvara a inizio gara, raccoglie dal sacco incolpevole il gol di McTominay. Secondo tempo da spettatore.

Pavard 6,5 – Contiene Kvaratskhelia con tutte le difficoltà del caso.

Acerbi 7,5 – Venti giorni di stop e subito titolare: c’è un Lukaku da annullare. Missione riuscita: quando gioca così, può marcare chiunque, figuriamoci se ha il dente avvelenato.

Bastoni 6,5 – Qualche scorribanda per aprire il fronte azzurro, senza acuti. Dietro grande tranquillità. (Dall’88’ De Vrij s.v.).

Dumfries 6,5 – È l’olandese a perdere l’uomo sul vantaggio di McTominay, vero. Ma è sempre lui a costruire un rigore in movimento per Lautaro o conquistarne uno vero che Calhanoglu sbaglia.

Barella 6,5 – Tra i più attivi, meglio in avvio – quando è tra i pochi a tentare l’arrembaggio – che nel finale un po’ pasticciato. Regge il duello con McTominay: mica scontato.

Calhanoglu 6 – Tanti errori in avvio di gara: li riscatta con la gran conclusione che, complice Meret, consente all’Inter di pareggiare. Tradisce dagli undici metri: forza il tiro e sbaglia il primo rigore da quando è nerazzurro. (Dall’82’ Zielinski s.v.).

Mkhitaryan 5,5 – Soffre la fisicità di Anguissa, senza riuscire mai a imporsi nel confronto diretto. Si vede davvero poco rispetto al solito.

Dimarco 6,5 – Il palo e un paio di grandi interventi di Meret gli negano la gioia del gol. Costringe Politano a preoccuparsi di lui, più che il contrario. (Dall’82’ Darmian s.v.).

Thuram 5,5 – Si sbatte, ma non gli riesce granché. L’unico a puntare palla al piede la difesa azzurra, senza riuscirci. (Dall’82’ Taremi s.v.).

Lautaro 5 – Cicca una mezza chance nel primo tempo, se ne divora una intera a inizio ripresa. Per sua fortuna l’ex partner Lukaku fa quasi peggio dall’altro lato, ma anche lui è decisamente insufficiente. (Dall’88’ Arnautovic s.v.).

Simone Inzaghi 6,5 – Conte lo ingabbia e i suoi ci mettono un tempo a capire come aprire varchi nel Napoli. La ripresa, però, è quasi un monologo nerazzurro. I cambi nel finale non proprio da capitan coraggio.

Napoli

Meret 6- Attento su Acerbi, molto meno quando Calhanoglu pesca il jolly: gran tiro, ma la traiettoria non è impossibile da leggere anche se non è una papera. Nella ripresa si riavvicina alla sufficienza con un paio di parate decisive e soprattutto sul rigore dell’inter indovina il palo.

Di Lorenzo 6,5- Ordinaria amministrazione, non soffre troppo Dimarco ma non supera quasi mai la metà campo.

Rrahmani 7 – Appoggia sul corner per McTominay, dietro sofferenza pari a zero. Non il migliore della difesa azzurra…

Buongiorno 8- Solo perché c’è questo signore. Sempre presente, non lo saltano praticamente mai. Chi lo voleva nerazzurro non sbagliava: prestazione gigantesca.

Olivera 6,5- Di mestiere su Lautaro, forse anche con la mano. Poco presente in spinta, attento in fase difensiva.

Anguissa 5,5 – Con la sua fisicità domina Mkhitaryan, il problema è che sbaglia quasi tutte le scelte. Un rigorino su Dumfries, ma se lo poteva evitare comunque.

Gilmour 6 – Nelle marcature costruite da Conte, è quello che lascia più spazio al diretto avversario, Calhanoglu. Che infatti lo punisce quando ha metri e secondi per tirare. Con palla al Napoli regia scolastica. (Dal 60′ Lobotka 6 – Senza infamia e senza lode, non cambia la gara).

McTominay 7- Sblocca la partita e offre un gran bel duello con Barella. Nel secondo tempo meno brillante.

Politano 6,5- Tanto lavoro in fase di non possesso, ma non riesce mai a trovare spazi in cui rendersi pericoloso in contropiede,buona prova comunque (Dall’84’ Ngonge s.v.).

Lukaku 5,5 –San Siro non ha dimenticato: quando la palla gli gravita attorno, i decibel arrivano al limite di sostenibilità. In serate del genere o ti esalti o ti deprimi: Big Rom, in carriera, si è quasi sempre spento, oggi non fa eccezione, m dobbiamo dire che rspetto alla gara contro l’Atalanta ha fatto qualcosa in più. (Dal 77′ Simeone 6 – Poteva fare meglio, ma non era facile: sua l’ultima occasione).

Kvaratskhelia 6,5 – Parte pericoloso, si perde col passare del tempo. Suo l’angolo sporcato che sblocca la partita., si è molto sacrificato per la squadra.

Antonio Conte 7,5 – L’ha preparata in modo maniacale, si percepisce sin dai primi istanti di gara, tutti uomo contro uomo. All’ultimo rischia anche di vincerla, la priorità era chiaramente non perdere e ci riesce.

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