Contenuto Pubblicitario
Iota, la criptovaluta utile anche per rilevare i consumi

Iota, la criptovaluta utile anche per rilevare i consumi

13 Luglio 2018 0 Di Mattia Mancin

Ciao a tutti e benvenuti alla seconda parte dell’intervista con il nostro esperto di IOTA, Stefano Della Valle.

Nel corso dei precedenti articoli abbiamo visto prima le principali caratteristiche di IOTA e poi le differenze che contraddistinguono bitcoin e IOTA. Vediamo oggi di concentrarci sulle peculiarità e sulle applicazioni di questa nuova monete in riferimento al mondo IoT.

Stefano, sapresti portarci un esempio pratico in cui possono essere applicati IOTA ed il TANGLE, un esempio semplice semplice in modo che, anche noi profani possiamo apprezzare la forza e la potenza di questa nuovo paradigma dell’Internet delle Cose?

“IOTA è una crypto moneta, quindi può essere usata come qualsiasi altra crypto moneta per scambi di valore o come riserva (grandi aziende hanno adottato IOTA per i loro progetti, quindi le previsioni sono molto positive). Il vantaggio rispetto alle altre consiste nell’assenza di fee (tasse). Quindi si possono scambiare anche valori molti piccoli e (a regime) con tempi di conferma abbastanza contenuti (oggi alcuni minuti, in futuro meno di un minuto)”.

Queste caratteristiche uniche permettono di usare IOTA in situazioni dove una normale moneta (compresa quelle tradizionali, euro, dollaro ecc..) non si possono usare. Ad esempio si possono vendere delle informazioni”.

Quindi tempi di transazione di secondi ed assenza di fee sono un ottimo punto di partenza, ma un esempio pratico e reale che ci faccia capire meglio, un qualcosa cui abbiamo a che fare ogni giorno che potrebbe essere migliorato implementando questo nuovo tipo di tecnologia?

 “Le previsioni del tempo. Le previsioni meteorologiche servono per fare previsioni accurate anche dei consumi energetici. Oggi queste stime si basano su (relativamente) poche e costose stazioni meteorologiche. Se potessimo disporre di milioni di sensori la previsione sarebbe molto più accurata. In realtà questi sensori esistono: termostati, stazioni meteo domestiche e molte altri dispositivi che potrebbero fornire questi dati. Ovviamente i proprietari di questi dispositivi non sono incentivati a pubblicare questi dati, ma se ricevessero un piccolo rimborso per pubblicare la temperatura di casa ogni ora, sicuramente in molti lo farebbero volentieri”.

Ok, di sicuro non stiamo parlando di grosse cifre o sbaglio?

“Infatti, come ordine di grandezza stiamo parlando di qualche centesimo di euro, valore, talmente piccolo da essere praticamente impossibile da gestire con i normali metodi di pagamento, costringendo a creare una sovrastruttura complessa e costosa. Ma se il pagamento avvenisse in IOTA sarebbe perfettamente fattibile inviare anche 0,00001 Euro senza alcuna controindicazione”.

Ottimo, si potrebbe però obiettare a tale fatto: una cifra così bassa non sarebbe certo un “grossissimo vantaggio economico…per chi fornisce questo tipo di dati…”

Questo è vero, ma in realtà IOTA permette di gestire anche questo aspetto. Infatti il dato non verrebbe semplicemente pubblicato su un sito, bensì inviato come dato all’interno di una transazione IOTA solo a chi lo ha comprato. Lo stesso dato potrebbe interessante a decine o centinaia di soggetti, portando la rendita di quel singolo dato a decimi di Euro o più.

Questo esempio può essere applicato a innumerevoli casi, dalla rilevazione di consumi, alla rilevazione della produzione energia con pannelli solari, alla pubblicazione di dati di impianti industriali, ecc.

 Infine, un sistema di pagamento senza fee in grado di gestire importi molto piccoli può essere usato per pagare un servizio man mano che lo si utilizza. Ad esempio sarebbe molto bello poter pagare l’energia elettrica mentre la si consuma, centesimo per centesimo. Si eliminerebbe una grande complessità nel calcolo tariffario, conguaglio tra previsione di spesa e spesa reale, invio della fattura … e si pagherebbe l’energia elettrica solo per quella realmente consumata.

E questo è un esempio applicabile a una infinità di casi d’uso. Persino il pagamento del biglietto del autobus potrebbe essere sostituito da una transazione di pochi centesimi per ogni cento metri percorsi o per ogni fermata del tragitto percorso”.

Dopo queste tue parole, penso non sia certo sbagliato considerare IOTA il nuovo paradigma per tutto il mondo dell’IoT, ma ci sono un paio di cose ancora che vorrei poterti chiedere per chiarire ulteriormente il tutto.

Innanzitutto: come avviene la comunicazione dei dati di questi sensori? Immagino che i dispositivi stessi debbano essere in qualche modo in grado di inviare i dati per poterlo fare autonomamente ed automaticamente, quindi dovranno avere un dispositivo collegato online, ed una memoria interna per poter gestire i dati…come avviene tutto ciò?

Ci sono due tipi di sensori: sensori che producono allarmi e sensori che producono misure. Nel primo caso il problema ingegneristico principale è costruire un oggetto abbastanza piccolo che consumi poca energia in modo che la batteria possa durare anni. Questo tipo di sensore non è ovviamente sempre connesso. Userà inoltre un metodo di comunicazione affidabile (come la rete cellulare) e proprio per le limitazioni energetiche non pubblica direttamente i dati, indipendentemente dal quale sia il metodo di pubblicazione. Semplicemente invia i dati a un server con un protocollo di comunicazione affidabile come MQTT che garantisce la consegna dei messaggi a un destinatario. Sarà lui (normalmente un server che gestisce centinaia di questi micro-sensori) a pubblicare il dato.

Il secondo tipo di sensore invece è progettato per produrre dati con frequenza elevata. Ha energia a disposizione e quindi può anche avere una potente CPU in grado di effettuare calcoli criptografici”.

Ora è molto più chiaro. Ultima domanda: non c’è il rischio che il “costo hardware” di questi dispositivi intelligenti influenzi troppo tutto l’environment, in modo da non facilitarne il loro impiego per l’uso di tutti i giorni? In parole povere, da quella che è la tua esperienza essendo tu “parte attiva” di questo nuovo mondo, quanto tempo ci vorrà perché questa nuova tecnologia sia accessibile da tutti e che sia al contempo “per tutti”, cioè per tutte le tasche?

Il più piccolo oggetto in grado di produrre autonomamente transazioni IOTA costa circa 80 euro e consuma 150 euro all’anno per l’energia. Inoltre, proprio perché è particolarmente vantaggioso inserire dati nel Tangle di IOTA sono in fase di progettazione dispositivi appositamente progettati per essere in grado di creare queste transazioni senza costi energetici elevati. Questi ultimi saranno disponibili a partire dai primi mesi del 2019, costeranno pochi euro e in abbinamento alle nuove reti a bassa costo energetico (5G) permetteranno di creare sensori molto efficienti con batterie piccole ma sufficienti per alimentare il sensore per anni”.

Ringraziamo il nostro esperto Stefano della Valle per averci fornito tutte queste informazioni che ci hanno aiutato a capire meglio questa nuova tecnologia.

Grazie al suo aiuto abbiamo comunque in definitiva capito che le micro-transazioni supportate da IOTA sono una grande opportunità per creare nuovi business e innovare tutta una serie di business model esistenti.

Nel frattempo non esitate ad aprire una discussione, lasciare un commento o a chiedere qualora aveste qualche dubbio in merito a quello che avete letto e, ricordo inoltre che, per partecipare attivamente alle attività di mining del bitcoin, è possibile iscriversi gratuitamente al mio gruppo di miners, a questo link.

Coloro invece che volessero avere una prima consulenza generale e gratuita, possono iscriversi gratuitamente al mio gruppo meetup di Padova al seguente link.

Contenuto Pubblicitario
Banner Istituzionale Italpress 666x82